Giarre, il Consiglio boccia la scelta dell'amministrazione di realizzare il CCR nella zona artigianale e propone di riqualificare il parco regionale di Trepunti -
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Giarre, il Consiglio boccia la scelta dell’amministrazione di realizzare il CCR nella zona artigianale e propone di riqualificare il parco regionale di Trepunti

Giarre, il Consiglio boccia la scelta dell’amministrazione di realizzare il CCR nella zona artigianale e propone di riqualificare il parco regionale di Trepunti

Il Centro comunale di raccolta dei rifiuti non dovrà sorgere nella zona artigianale, come previsto dall’amministrazione comunale, ma dovrà sorgere nell’area del parco regionale di Trepunti, per decenni zona degradata e negli ultimi anni area di stoccaggio di cenere vulcanica. Lo indica un atto di indirizzo approvato dal Consiglio comunale di Giarre nell’ultima seduta, predisposto dalla V commissione consiliare.

Gabriele Di Grazia, presidente della commissione, ha illustrato l’atto di indirizzo (clicca e leggi l’atto di indirizzo CCR votato) e ha ricordato che, in base al contratto dell’appalto, già scaduto e ora in proroga da 18 mesi, il Ccr doveva essere realizzato dalla ditta appaltatrice.

I sette anni di durata dell’appalto si sono esauriti, ma a Giarre nessun Ccr è stato realizzato. Il sito individuato dalle passate amministrazioni per il Ccr era quello dell’incompiuto parco regionale di Trepunti, sito con una destinazione urbanistica che ben si sposa con le finalità di pubblica utilità del Ccr.

La realizzazione del progetto in quel luogo portava al raggiungimento di due obiettivi: la riqualificazione e la fruibilità dell’area e la consegna alla città di un Centro comunale di raccolta (a sinistra le foto del progetto).

All’albo pretorio, però, è stata pubblicata, un anno fa, d’improvviso una determina di incarico a un professionista, alla quale sono seguite dichiarazioni dell’amministrazione, sulla scelta – non discussa né concertata – di realizzare il Ccr in un capannone di proprietà comunale ubicato nella zona artigianale.

Il capannone, inoltre, era inserito nel piano delle alienazioni allegato al bilancio, perché venisse venduto per un valore di 400mila euro circa; peraltro la zona in cui ricade questo capannone ha destinazione urbanistica artigianale e commerciale, aderente alla vocazione dell’area dove insiste. Questa scelta è apparsa illogica ai proponenti dell’atto di indirizzo, perchè andrebbe perso l’introito previsto dalla vendita e non si riqualificherebbe nessuna porzione di territorio. Il Ccr da capitolato, come già detto, doveva essere realizzato come obbligo dalla ditta appaltatrice.

Cavallaro ha spiegato che la ditta non avrebbe realizzato alcunché a proprie spese ma destinandovi parte delle somme che riceveva dal Comune. Inizialmente era stato stimato un costo di 900mila euro.

L’amministrazione precedente, al momento della revisione dei prezzi, ha pensato di effettuare una compensazione con la ditta, destinando così diversamente le somme destinate per il Ccr. A detta dell’assessore Cavallaro, la scelta della zona artigianale sarebbe stata fatta in quanto tale sito porterebbe a realizzare il Ccr velocemente e a costi bassi.

Secondo l’amministrazione, realizzare il Ccr nel parco di Trepunti sarebbe maggiormente oneroso. Cavallaro ha provato a difendere la scelta, adducendo svariate motivazioni.

Durante il dibattito è emerso che comunque l’amministrazione non aveva consultato sulla scelta né il Consiglio comunale, né le associazioni del territorio né gli operatori della zona artigianale.

Tra gli interventi, il consigliere Vincenzo Silvestro ha svolto il ruolo di avvocato difensore della scelta dell’amministrazione, sia sulla questione dei costi che su quella della scelta politca e della destinazione urbanistica che non è un impedimento.

Alla fine l’atto di indirizzo è stato approvato con 8 voti favorevoli e 6 astenuti.

Di Grazia, nelle fase di dichiarazioni sull’esito del voto, ha ribadito che, realizzando il Ccr nel parco regionale di Trepunti, si riqualificherebbe una zona degradata. Una nuova proroga dell’appalto dopo un anno e sei mesi di proroga secondo Di Grazia significa che gli uffici non ce la fanno più e occorre una riformulazione degli uffici, anche incaricando un tecnico esterno. Secondo il consigliere i contorni della vicenda non sono chiari.

Secondo la consigliera Tania Spitaleri, tra i primi firmatari dell’atto di indirizzo, è del tutto assente una visione di sviluppo e le questioni politiche sono state liquidate maldestramente come questioni tecniche, cosa che si evince dall’assenza di dibattito serio e tempestivo sulla questione. Anche Alfio Bonaventura ha riconosciuto che solo grazie all’attività del consigliere Di Grazia il Civico consesso ha appreso della scelta che era stata fatta dall’amministrazione comunale. Angelo Spina ha evidenziato il mancato dialogo dell’amministrazione con il Consiglio in occasione di questa vicenda.

Il sindaco Leo Cantarella ha espresso apprezzamento per il lavoro fatto dall’assessore Cavallaro e l’ufficio. Ha ricordato che ogni consigliere ha degli assessori in giunta e quindi, eventualmente, è mancato un dialogo tra consiglieri e assessori di riferimento. Ha poi invitato al dialogo per il bene della città.

IL VIDEO DELLA SEDUTA DI CONSIGLIO COMUNALE

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