Passopisciaro, "incantesimo della frazione tra decadenza e nobiltà del Vino” -
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Passopisciaro, “incantesimo della frazione tra decadenza e nobiltà del Vino”

Passopisciaro, “incantesimo della frazione tra decadenza e nobiltà del Vino”

Un nostro lettore, originario di Passopisciaro (Castiglione di Sicilia) ci scrive una lettera, che integralmente pubblichiamo” per descrivere le condizioni non certo “brillanti” del borgo

“Tra le pieghe dell’Etna, si adagia come una gemma ormai offuscata la frazione di Passopisciaro, testimone prediletta di storie e vincoli che traversano il tempo. Frazionata dal comune di Castiglione di Sicilia, Passopisciaro plasma le sue radici nell’eco dell’illustre fisico Ettore Majorana, che qui trovava rifugio estivo, e nei versanti vitati che segnano la maestà del paesaggio.

Terra di origini per chi, come me, l’ha conosciuta fertile e radiosa, Passopisciaro dispensa ancora il profumo di quei ricordi indelebili. Le sue vigne si innalzano come sentinelle di una tradizione enologica da cui hanno preso vita alcuni dei più nobili vini siciliani, oggi punto d’attrazione per famose etichette e investimenti notevoli.

Tuttavia, il ritorno al borgo è sovente macchiato dalla vista di un degrado inquietante. Sin dall’ingresso, provenendo da Randazzo, sono le basole di pietra lavica a raccontare il primo capitolo di questa disattenta narrazione. Disarcionate da un camion fuori strada circa sette mesi fa, giacciono lì, pericolo e monito di un disinteresse palpabile per la sicurezza e l’immagine del paese.

La piazza antistante la Chiesa Madre Maria S.S. del Rosario dovrebbe essere un teatro di incontro e spiritualità, ma è invece palcoscenico di opere interrotte – forse per l’illuminazione – che sono ormai parte del paesaggio, inghiottite da una natura che rivendica i suoi spazi sulle promesse dell’uomo.

Più avanti, in via Castiglione, si inciampa nei fantasmi di lavori passati: scavi abbandonati da anni diventano trappole per i cittadini, specialmente per gli anziani, i cui passi incerti cercano invano rifugio in un decoro che non c’è.

E non meno grave è l’abbandono del piccolo campo sportivo, un tempo orgoglio comunitario ora ridotto a rudere fra i cespugli. Chiuso nelle sue memorie degli anni ’80 e dell’inaugurazione del 2008, è orfano di quell’attività che fu e che potrebbe essere: un luogo di aggregazione, sport e salute, ora costretto a cedere il passo all’esodo verso centri più dinamici.

Come ex cittadino di questo paesino che mi ha dato la vita, a nome dei suoi abitanti, non posso che sollecitare un intervento da parte delle autorità competenti: il Comune, l’ente strada, la Regione non possono più rimanere indifferenti. È un appello teso alla voglia di proteggere, valorizzare e restituire dignità a Passopisciaro, poiché la terra della storia, degli antichi passi di Majorana e del vino pregiato, merita decisamente un futuro all’altezza del suo passato glorioso”.

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