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Operazione “Sabbie mobili”: duro colpo al clan Santapaola I NOMI

Operazione “Sabbie mobili”: duro colpo al clan Santapaola I NOMI

Dall’alba di oggi la Polizia di Stato di Catania sta eseguendo una vasta operazione antimafia, coordinata dalla Procura Distrettuale etnea, volta alla disarticolazione dell’associazione mafiosa Santapaola – Ercolano – Squadra di Lineri, operante a Catania e nella Provincia.

Centinaia di uomini, coadiuvati dai Reparti Speciali, sono impegnati nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di decine di esponenti di Cosa nostra catanese del clan di Lineri, specializzato nelle richieste di pizzo ad imprenditori e commercianti del Capoluogo etneo.

Circa venti imprese locali dopo anni di pressanti richieste, sono liberate dal taglieggiamento da parte del sodalizio mafioso. Sono ancora in corso perquisizioni e sequestri di beni nel capoluogo etneo.

Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti dell’attività di indagine, coordinata da questo Ufficio della Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, originata dalla richiesta estorsiva avanzata nei confronti di un noto ristoratore catanese al quale erano stati prospettati, nel mese di agosto 2019, attentati incendiari se non si fosse sottomesso al pagamento del pizzo. Al medesimo imprenditore erano state anche recapitate due cartucce calibro 7.65 da parte di due affiliati al sodalizio mafioso, con l’avvertimento che se non avesse accettato le loro richieste sarebbe stato oggetto di attentato.

Le investigazioni, condotte dalla locale Squadra Mobile, avrebbero consentito di identificare, sempre per quanto risulta allo stato delle emergenze processuali in cui non è ancora instaurato il contradittorio delle parti, gli autori di entrambi i tentativi di estorsione in Nunzio Mammino e Alessandro Di Stefano e di ricondurre l’attività illecita a un’articolazione territoriale del clan Santapaola – Ercolano, denominata Squadra di Lineri, radicata nell’area nord del capoluogo etneo, i cui capi storici si individuavano in Giuseppe Pulvirenti detto “u Malpassotu”, uomo d’onore di Cosa nostra catanese, e il genero Giuseppe Grazioso detto “Pippo”.

La prosecuzione delle indagini, a opera degli investigatori della Sezione antiestorsione della Squadra Mobile catanese, permetteva di ricostruire l’organigramma della consorteria mafiosa, il cui vertice sarebbe stato individuato in Girolamo Rannesi, che agiva con l’aiuto dei fratelli Salvatore e Giuseppe, e del fedele affiliato Alfio Currao, che sarebbe legato alla famiglia Rannesi da ininterrotta comune militanza e da consolidati rapporti personali di natura amicale.

L’importanza, nel panorama criminale, della famiglia Rannesi sarebbe rafforzata dal vincolo di sangue che Girolamo aveva con Giuseppe Grazioso, di cui era il genero, tanto che sarebbe considerato un uomo d’onore di Cosa nostra catanese e uno degli individui di riferimento per il sodalizio mafioso in tutta la provincia.  Allo stesso modo, sarebbero stati identificati i gregari dell’organizzazione, ai quali i vertici avevano assegnato compiti esecutivi (come la riscossione delle estorsioni e la commissione di rapine e di altre attività illecite), che sarebbero stati sotto il comando di Giuseppe Donato, braccio destro di Girolamo Rannesi, la cui officina di carrozzeria avrebbe rappresentato il quartier generale del sodalizio.

È stato possibile, inoltre, individuare, nel capillare e radicato sistema estorsivo, il principale business illecito dell’organizzazione nei confronti di imprenditori e commercianti che, ben conoscendo la storia criminale di alcuni degli appartenenti al sodalizio indagato e scoperto, si sono sottomessi al pagamento dell’estorsione in favore della Squadra di Lineri.

Nel corso delle indagini venivano acquisiti elementi di riscontro, attraverso numerosi arresti in flagranza di reato di taluni affiliati chiamati a riscuotere mensilmente le rate estorsive; in occasione di uno di questi arresti, veniva rinvenuta e sottoposta a sequestro la carta delle estorsioni, contenente – secondo la prospettiva accusatoria – l’elenco delle attività commerciali taglieggiate, mascherate attraverso l’indicazione che si trattava di numeri da giocare all’enalotto con l’evidente fine di depistare eventuali investigazioni in caso di rinvenimento.

In proposito, sono state individuate numerose attività imprenditoriali (circa una ventina) che da anni hanno versato all’organizzazione mafiosa ingenti somme di denaro con cadenza mensile o semestrale. Si è stimato, approssimativamente, che l’organizzazione incassasse da ogni singolo imprenditore, mediamente, la somma di 250 euro mensili con un profitto illecito annuale di circa 70.000 euro.

Le dichiarazioni delle persone offese che si sono determinate a collaborare con gli inquirenti, denunziando le condotte criminose di cui erano vittime, hanno rappresentato una delle principali fonti a supporto dell’intero impianto accusatorio posto a fondamento della misura cautelare. In altri casi, nonostante l’evidenza della prova, subendo il timore di possibili ritorsioni, i commercianti hanno preferito tacere o dire il falso e sono in atto indagati per il delitto di false informazioni al Pubblico ministero.  Inoltre, nel corso dell’indagine si è accertato che parte dei proventi erano destinati alle spese per la difesa legale degli arrestati, nonché per il sostentamento economico delle loro famiglie di cui i capi del clan si erano fatti carico.

Il provvedimento restrittivo ha colpito anche i beni patrimoniali dell’organizzazione, disponendo il sequestro di un’attività commerciale, fittiziamente intestata a persone di comodo, ma che di fatto sarebbe riconducibile alla famiglia Rannesi, nonché autoveicoli nella disponibilità dei soggetti organici alla consorteria mafiosa e utilizzati per compiere le varie attività criminose.

I NOMI DEGLI GLI ARRESTATI

Alfio Currao di 55 anni, Fabrizio Currao di 30 anni, Alessandro Di Stefano di 22 anni, Antonio Di Stefano di 44 anni, Giuseppe Donato di 48 anni, Natale Alessandro Donato di 20 anni, Domenico Geraci di 57 anni, Salvatore Gianluca Geraci di 33 anni, Salvatore Guglielmino di 57 anni, Vincenzo Guidotto di 42 anni, Carmelo Litrico di 49 anni, Nunzio Mimmino di 45 anni, Lorenzo Pinnavaria di 31 anni, Salvatore Pinnavaria di 36 anni, Alfio Rannesi di 27 anni, Carmelo Rannesi di 58 anni, Girolamo Rannesi di 60 anni, Giuseppe Rannesi di 53 anni, Salvatore Rannesi di 55 anni, Francesco Toscano di 57 anni, Pietro Vittorio di 44 anni.

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