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Il Poker può essere considerato uno sport?

Il Poker può essere considerato uno sport?

Se fino ad alcuni decenni fa il poker era visto come un gioco d’azzardo, spesso praticato in modo illegale, negli ultimi anni le cose sono cambiate profondamente e – fortunatamente – in meglio. Sebbene siano purtroppo ancora presenti oggi, le bische clandestine nella maggior parte dei casi sono un lontano ricordo, perché il poker ha avuto un’evoluzione che lo ha trasformato profondamente.

In realtà, a cambiare non sono state le regole e non sono state introdotte nemmeno delle nuove varianti. 888poker è uno dei siti più rinomati in Italia, che consente ai residenti di accedere facilmente al divertimento dei tornei dal vivo, rendendolo uno dei fornitori di poker online preferiti del Paese. Molti giocatori ritengono che il poker debba essere considerato un gioco di abilità piuttosto che un gioco d’azzardo. Ma è proprio così? In questo articolo vediamo se il poker può essere considerato uno sport.

Giochi di abilità e giochi d’azzardo

Quando si parla di giochi da tavolo, si può fare una distinzione tra quelli in cui a prevalere è l’abilità del giocatore oppure il fattore fortuna, cioè una variabile che non è controllabile dal giocatore. Un criterio per distinguere i giochi è valutare la completezza dell’informazione a disposizione del giocatore, in particolare si distinguono:

  • giochi ad informazione completa: il giocatore (detto anche agente decisionale) conosce tutte le informazioni, anche quelle dell’avversario e vede tutte le sue azioni. E’ il caso ad esempio degli scacchi, in cui i giocatori vedono le mosse dell’avversario e nonostante questo vince il più forte.
  • giochi ad informazione incompleta: in questo caso il giocatore non ha a disposizione tutte le informazioni ed è costretto a prendere una decisione senza conoscere tutte le scelte dell’altro agente di gioco. Questa tipologia è anche detta gioco Bayesiano facendo riferimento, nella teoria delle probabilità, alla regola di Bayes (che consente di calcolare la probabilità condizionata di un evento rispetto ad un altro evento). Ad esempio, nei giochi di carte il giocatore conosce le sue carte, ma non quelle dell’avversario.

Un esempio d’informazione incompleta

Il fatto che un gioco sia ad informazione incompleta non è però ancora sufficiente per definire se si tratta di un gioco di abilità oppure uno d’azzardo, perché anche senza tutte le informazioni può vincere comunque il più forte. Per fare una distinzione occorre infatti tenere in considerazione anche la presenza del rischio.

E’ il caso ad esempio del bridge, che è un gioco ad informazione incompleta in cui il più forte vince sempre (non c’è azzardo). Si tratta infatti di un vero e proprio sport della mente – si dice che il bridge non è un gioco di carte, ma un gioco con le carte – che infatti in Italia è stato riconosciuto anche dal Coni.

Il poker è una disciplina sportiva?

A questo punto viene da chiedersi se anche il poker possa essere considerato uno sport mentale. Bisogna innanzitutto dire che si tratta chiaramente di un gioco ad informazione incompleta, perché il giocatore conosce solo le sue carte e le carte comuni (nel Texas Hold’em), non sa cosa ha in mano l’avversario.

La differenza rispetto al bridge è che nel poker il più forte non sempre vince, ma è presente una componente di alea che incide sull’esito del gioco. Questo aspetto è estremamente determinante nella singola mano ed anche all’interno di un singolo torneo, perché la fortuna potrebbe favorire l’inesperto a scapito del giocatore più forte. E’ proprio per questo che attualmente il poker da alcuni non viene considerato uno sport.

C’è da dire però che se questo discorso è sicuramente vero in una singola partita e in generale nel breve periodo, tende a non essere più valido nel lungo periodo. Nei tavoli finali dei tornei più importanti difficilmente siede un neofita, ma si ritrovano solo giocatori professionisti: in questo caso a prevalere sul rischio è certamente l’abilità.

In particolare, il calcolo probabilistico è diventato un elemento importante nella formazione e nell’allenamento dei professionisti del poker, che devono anche essere esperti ad interpretare i segnali della comunicazione non verbale durante il gioco.

Queste competenze alla lunga si rivelano decisive ed è proprio su queste che i sostenitori del poker puntano per far sì che venga considerato una disciplina sportiva.

 

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