Il palazzo Martino Fiorini di Acireale -
Catania
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Il palazzo Martino Fiorini di Acireale

Il palazzo Martino Fiorini di Acireale

Nel centro storico di Acireale, in un isolato compreso tra le vie San Carlo, San Biagio e Fiorini si staglia il sontuoso e omonimo palazzo “Martino Fiorini”.

Di fattura ottocentesca rappresenta, altresì, un valore aggiunto alla bellissima e prospiciente riserva naturale della Timpa. Dallo stile puramente eclettico, venne pianificato tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento da un certo Filadelfo Fichera, rinomato architetto dell’epoca.

Le fonti d’archivio riferiscono, per di più, che il progetto venne commissionato su espressa volontà del cav. Martino Fiorini Calì Costa; quest’ultimo era un ricco possidente di terreni e vigneti. Di grande pregio anche il prospetto frontale che, articolato in due piani di abitazione, sfoggia un singolarissimo bugnato in pietra bianca; non passa in secondo piano neanche il vistoso basamento in pietra lavica, che contrasta con l’effetto cromatico della facciata. L’ingresso principale è ubicato in via San Carlo, nome intitolato alla famiglia dei baroni Calì di San Carlo.

Secondo le testimonianze storiche, i Calì abitarono in questa dimora per buona parte del XVII secolo. Proprio qui venne ospitato dal barone il famoso scienziato tedesco Wolfgang Sartorius, rammentato per aver realizzato la prima carta topografica dell’Etna.

Il casato dei Fiorini, inoltre, pare che sia stato tra i più illustri lignaggi di tutto il territorio isolano. Originari della Toscana, a quanto sembra, si trasferirono in Sicilia intorno al XVIII secolo stabilendosi a Bronte. Ben presto, però, alcuni membri della famiglia cambiarono residenza e scelsero di recarsi ad Acireale.

In tale circostanza, il cavaliere Martino Fiorini acquistò la costruzione del barone Calì e diede avvio alla pianificazione edilizia dell’attuale palazzo. Ancora oggi è possibile ammirare lo sfarzo dell’arredo interno: basti pensare, per esempio, al salone giallo o alla cosiddetta stanza della musica. Ogni ambiente è abbellito da una serie di volte dipinte con la tecnica del “trompe l’oeil” ed un vasto repertorio di motivi floreali. Gli impianti voltati si affacciano su una grande terrazza da cui è possibile ammirare il centro storico del paese. Incantevole anche la sala da pranzo con vista panoramica sull’intera via San Carlo e la chiesa di San Domenico. Di grande originalità, anche la presenza di un antico “passavivande a ruota” che permetteva ai domestici di servire le pietanze senza la necessità di passare dalla cucina; persino il tavolo, sontuosamente apparecchiato, è impreziosito da porcellane e cristalli con il monogramma della famiglia.

L’edificio monumentale è, altresì, tappezzato di molteplici dipinti che spaziano dal liberty al così chiamato stile pompeiano. Si pensa che le opere siano state affidate all’artista Alfonso Orabona, pittore napoletano molto attivo a Catania e nel territorio delle Aci.

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