Canapa legale, la sfida della start-up siciliana Bongae -
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Canapa legale, la sfida della start-up siciliana Bongae

Canapa legale, la sfida della start-up siciliana Bongae

In un mercato in crescita è presente Bongae, la start-up del giovane imprenditore Andrea Bonanno, residente in provincia di Catania a cui poniamo alcune domande sulle strategie e sfide attuali con la creazione di prodotti innovativi

Che cos’è Bongae?

Bongae è l’azienda che ho fondato con l’obiettivo di promuove la canapa legale e i suoi derivati. L’azienda non si ferma solo a estratti, olii, infiorescenze (come tali o lavorate) ma tratta anche alimenti, bevande e cosmetici, sfruttando tutte le parti della pianta. Uno dei prodotti che contraddistingue Bongae dalle altre aziende è la sigaretta che non si fuma. Siamo, inoltre, molto interessati a poter sviluppare anche le opportunità che la pianta offre nel settore tessile, con una linea di abiti in tessuto di canapa: siamo affascinati dalla sua resistenza e dalla capacità di isolare il corpo come nessun altro tessuto naturale riesce a fare.

Può spiegarci che differenza c’è tra cannabis e canapa legale?

Prima di tutto teniamo a specificare che la cannabis che viene commercializzata dalla nostra azienda ha una percentuale media di Delta-9-THC ben al di sotto dello 0,5 % e, pertanto, non provoca alcun effetto drogante, ambito che viene regolamentato dal Dpr 309/90 che distingue la cannabis terapeutica (ad elevato THC) da quella industriale (legale). Il Cannabidiolo (CBD) è il secondo cannabinoide più presente nella pianta di cannabis, con la differenza però di non essere stupefacente, seme che è possibile scegliere tra le oltre 60 varietà di canapa consentite dalla Comunità Europea.

La canapa in Italia sta suscitando un forte interesse a seguito della legge 242/16 sulla promozione della filiera italiana della canapa industriale.

Un recente studio è stato condotto dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), a cura del Comitato di esperti sulla dipendenza dalle droghe (ECDD). Questo studio, che è focalizzato esclusivamente sul Cannabidiolo (CBD), ha chiarito che questo cannabinoide non è solamente innocuo ma anche non assuefacente. [Vedi https://www.who.int/medicines/access/controlled-substances/5.2_CBD.pdf]

La settimana scorsa anche l’ONU si è espressa ma questa volta in merito al THC, spostandolo dalla tabella IV alla tabella I della Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961. Sono state, quindi, riconosciute ufficialmente le proprietà curative del THC. Questo evento storico lo possiamo considerare un vero e proprio cambio di mentalità che si ripercuoterà sul piano sociale e scientifico.

Che cos’è la “sigaretta che non si fuma” che ha ideato?

La “sigaretta che non si fuma” è la frase che ho coniato per evidenziare, con ironia, la carenza normativa nella legge 242/16. Attualmente il settore della sola canapa industriale conta un bacino di oltre 6 milioni di potenziali consumatori che solo in Italia ha permesso di finanziare le casse dello Stato con oltre 150 milioni di euro in un solo anno. Il 100 % dei nostri clienti consuma i fiori di canapa e oltre il 95 % li fuma. Ed è proprio questo uno dei motivi che ci ha spinti ad assecondare le richieste di mercato. Non ho fatto altro che prendere il fiore di canapa, ad elevato CBD, venduto integralmente in migliaia di negozi sparsi per l’Italia, inserirlo all’interno della sigaretta e realizzando tre differenti miscele di canapa legale e senza alcuna aggiunta di tabacco.

La sua azienda produce la canapa che usate per le sigarette ?

La risposta è no, anche se tra gli obiettivi c’è quello di chiudere la filiera tramite l’autoproduzione. Questo passaggio ci permetterà di gestire meglio la qualità e controllo, due parametri fondamentali in cui si fonda la nostra azienda. Negli ultimi anni molti agricoltori hanno scelto di dedicarsi a questa “nuova” coltura industriale ed uno dei motivi principali è proprio quello economico, dato che il ribasso dei costi del grano e la concorrenza spietata hanno messo in serie difficoltà moltissime piccole e medie aziende agricole. Nel nostro piccolo, abbiamo cercato di supportare coloro che hanno deciso di investire in questa pianta. Inizialmente abbiamo individuato due partner che coltivano le varietà certificate che noi cercavamo. La denominazione dei fenotipi è lemon skunk e white widow, entrambe coltivate in Sicilia con metodo biologico senza l’uso di pesticidi e concimi sintetici.

Quali sono i prossimi obiettivi dell’azienda?

Uno degli obiettivi a breve termine è quello di metterci a produrre noi la canapa di cui abbiamo bisogno per fronteggiare meglio le esigenze del mercato. Stiamo già pensando alla prossima linea di sigarette a basso contenuto di THC. Mentre, riguardo gli obiettivi a lungo termine, il nostro focus è orientato a contrastare e diminuire la minaccia del tabacco o perlomeno offrire una scelta più sostenibile e con zero letalità. Teniamo a ricordare che ogni anno in Italia il tabacco provoca oltre 80 mila morti e una spesa per la sanità enorme che varia tra i 10 e 15 miliardi di euro. La brutta notizia e che questo trend è in crescita.

 

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