“Sicurezza e diritti del personale calpestati”: le organizzazioni sindacali di Polizia Penitenziaria sul "piede di guerra" -
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“Sicurezza e diritti del personale calpestati”: le organizzazioni sindacali di Polizia Penitenziaria sul “piede di guerra”

“Sicurezza e diritti del personale calpestati”: le organizzazioni sindacali di Polizia Penitenziaria sul “piede di guerra”

Le Organizzazioni sindacali SAPPE, OSAPP, UILPA PolPen, USPP, FNS CISL della Regione Sicilia, hanno proclamano lo stato di agitazione ad oltranza, annunciando sin da ora l’organizzazione di manifestazioni pubbliche ad iniziare dai territori e culminare con una regionale.

La protesta nasce dalla gravissima e perdurante situazione che affligge gli istituti penitenziari siciliani, caratterizzata da un soffocante sovraffollamento e dalle continue aggressioni al personale, tentate evasioni, eventi critici e da una condizione gestionale che sta determinando la perdita del controllo dell’ordine e della sicurezza interna (per ultimo l’episodio verificatosi al carcere di Giarre).

Particolare allarme creano le frequenti e sempre più gravi aggressioni fisiche ai danni degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, costretti a ricorrere a cure mediche e a subire prognosi anche di diversi giorni, in un clima ormai insostenibile sotto il profilo della sicurezza e della dignità professionale.

Il personale di Polizia Penitenziaria è ormai costretto a coprire fino a 4/5 posti di servizio contemporaneamente, con turni massacranti e senza tutele, in un clima lavorativo logorante che sta causando un preoccupante incremento di assenze per malattie psicofisiche.

A ciò si aggiunge la negazione dei diritti fondamentali, quali riposi settimanali e congedi ordinari – dichiarano i sindacati -, e spesso non concessi nemmeno in presenza di situazioni familiari gravi, ferie estive unilateralmente concesse dal 1 giugno.In alcune realtà, si registrano inoltre rapporti disciplinari ingiustificati e rapporti informativi abbassati, che alimentano un clima di frustrazione e demotivazione tra gli operatori.

Non meno grave è il deterioramento delle relazioni sindacali in determinati istituti, dove decisioni unilaterali generano solo conflittualità, accentuando il malessere lavorativo.

A peggiorare ulteriormente il quadro è il fatto che, in occasione delle recenti assegnazioni dei neoagenti in Sicilia, le correlate procedure di mobilità non hanno garantito il necessario turn over, risultando addirittura impoverite, costringendo i poliziotti penitenziari a operare in condizioni sempre più precarie.

“Emblematico è il caso della recente mobilità del personale appartenente al ruolo degli Ispettori – continuano i rappresentanti sindacali -, connessa alle assegnazioni dei neo-Ispettori. Solo dieci sono state le unità previste in Sicilia come integrazione,ma addirittura solo quattro sono giunte a rafforzare gli organici dell’isola perchè le restanti sei unità, hanno visto semplicemente trasformata da “assegnazione temporanea” a “trasferimento definitivo”, quindi nessun reale beneficio per le carceri Siciliane. Lo abbiamo detto addirittura al Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, presidente Giusi Bartolozzi, presente più volte in riunioni assieme al Provveditore Regionale Maurizio Veneziano, denunciando una dotazione organica di Poliziotti Penitenziari assolutamente errata in Sicilia, visto che altre regioni con meno detenuti presenti, risultano avere organici superiori del 20%, di Ispettori, Sovrintendenti e Agenti. Una situazione che appare assurda e lesiva per un territorio già segnato da gravi carenze strutturali, perché continuare a negare una reale integrazione di personale equivale ad abbandonare il personale siciliano al proprio destino, svilendo l’intero sistema e mettendo a rischio la sicurezza degli istituti, del personale e dell’ordirne pubblico”.

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