Il documento presentato da Italia, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lettonia e Romania al Consiglio europeo (Agricoltura e Pesca) dal 21 settembre ci mostra qualcosa importante: che l’opposizione contro il Nutri-score, un sistema di etichettatura promosso dalla Francia, sta crescendo.
Questo documento si inserisce nel più ampio dibattito su quale sia il miglior sistema di etichettatura FOPNL (front-of-pack Nutrition Labelling, o etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione) per l’Unione Europea, che si adegui ai principi di corretta informazione del consumatore.
L’Italia è sempre stata in prima linea nel difendere un sistema di etichettatura alternativo in contrapposizione al Nutri-score di matrice francese, e stavolta alla firma italiana si sono aggiunte Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lettonia e Romania. Si potrebbe immaginare che in un secondo tempo, altri paesi con culture gastronomiche simili, come Polonia o Slovacchia, si uniranno a questo fronte contro il Nutri-score.
Il sistema francese Nutri-score
I contendenti principali sono rimasti due: da un lato il Nutri-score, difeso in particolar modo dalla Francia, che l’ha adottato e proposto 3 anni fa come sistema di etichettatura unico nazionale.
Questo metodo, che ha ricevuto l’endorsement anche di note multinazionali dell’alimentare come Nestlé o i supermercati Auchan e Carrefour, mostra un semaforo sull’etichetta, accompagnato da una lettera: il colore rosso e la lettera E segnalano un cibo ricco di grassi saturi, sale o zuccheri aggiunti, calcolati su valori di riferimento per 100 grammi. Il colore “verde” con una A indica invece un cibo tollerato, secondo gli stessi parametri.
Va detto che questa etichetta non sostituisce, ma integra, quella sul retro del pacco con la lista completa degli ingredienti. Il Nutri-score ha ricevuto il parere favorevole del governo francese, ed è stato approvato anche dal Consiglio Federale della Germania nel mese di agosto di quest’anno.
Ma non tutti sono d’accordo.
Il sistema alternativo proposto dall’Italia: Nutrinform battery
“Un’etichetta nutrizionale armonizzata a livello Ue dovrebbe educare e considerare gli alimenti nel contesto più generale di diete sane ed equilibrate” scrivono nel documento presentato in Consiglio europeo dai sette paesi.
L’Italia ha proposto un’alternativa al Nutri-score, il sistema di etichettatura Nutrinform battery. Innanzi tutto, questo si basa sul concetto di “porzione”, e non su valore arbitrario di 100 grammi o 100 millilitri. Questa differenza potrebbe avere degli effetti importanti sulla classificazione di alimenti: per esempio, un prodotto baluardo della dieta mediterranea come l’olio d’oliva, che non si consuma normalmente in quantità di 100 millilitri, verrebbe mostrato come tollerato in quantità controllate, e non penalizzato.
Secondo i suoi sostenitori, allora, il Nutrinform battery fornisce una più corretta indicazione nutrizionale, perché lascia al consumatore il compito di bilanciare i nutrienti nella propria alimentazione giornaliera.
Cosa sia meglio per il consumatore è ancora oggetto di dibattito empirico. In uno studio di luglio 2020 dal titolo “The response to nutritional labels: Evidence from a quasi-experiment” vengono analizzati i vari sistemi sul mercato britannico. Le stime proposte dallo studio suggeriscono che le reali modifiche dei consumi sono stimolate da etichette ibride, con un calo di acquisto dei prodotti poco sani del -8,3% sul campione analizzato. Di contro, le etichette britanniche “a semaforo”, molto simili al Nutri-score di matrice francese, non sembrano produrre risultati rilevanti.
Sostiene lo studio che sarebbe meglio privilegiare un sistema ibrido che miri a inserire il singolo alimento nella globalità delle scelte alimentari quotidiane del consumatore.
Made in Italy e cultura gastronomica
Un sistema simile potrebbe “salvare” i prodotti tipici dalla dieta mediterranea che ha contribuito alla proporzione relativamente bassa di adulti italiani in sovrappeso. Senz’altro, un sistema oltre che il Nutri-score potrebbe anche dare una mano ai prodotti Made in Italy, come i prodotti Igp e Dop.
Visto l’importanza della gastronomia in diversi paesi europei, non sorprende che il fronte contro il Nutri-score si allarghi. Come il documento presentato in Consiglio europeo ha sottolineato, “tenere in considerazione il mercato interno” dei singoli Stati è infatti fondamentale. Ma sono anche importanti le “specificità della cultura alimentare di ogni Stato membro, della sua dieta tipica, e delle sue linee guida nazionali”.
Valgano come conclusione le parole della ministra dell’Agricoltura italiana Teresa Bellanova, che a margine del dibattito in Consiglio ha così commentato: “I nostri Paesi ritengono che gli schemi non debbano fornire un giudizio complessivo sul valore nutrizionale dei prodotti alimentari perché ogni prodotto va considerato nel quadro più ampio di una dieta bilanciata e salutare, come lo sono quelle tradizionali che vogliamo tutelare”.