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Rischio usura per 16.000 imprese siciliane

Rischio usura per 16.000 imprese siciliane
Secondo un recente studio dell’Ufficio Studi della C.G.I.A. di Mestre, con dati elaborati dalla Banca d”Italia, .circa 240 mila imprese italiane sono soggette a rischio usura, il dato relativo alla Sicilia è di 16.006 imprese.
Si tratta, secondo la definizione della normativa europea, delle imprese che presentano esposizioni bancarie deteriorate e che per tale classificazione, vedono pregiudicata la possibilità di accedere a prestiti erogati da banche o da società finanziarie.
In tale situazione viene meno anche la possibilità di avvalersi delle misure recentemente messe in campo dallo Stato italiano con il “Decreto Liquidità”. Unico rimedio viene rappresentato dal “Fondo per la prevenzione dell’Usura”, introdotto con la legge n. 108/1996, operante nel corso del 1998.
Ed è proprio l’avvicinarsi delle scadenze fiscali, come quelle previste dal 16 al 31 luglio di quest’anno con ben 246 scadenze tra Irpef, Irap, Eres, Iva, ritenute e contributi Inps, che possono innescare tale eventualità.
La situazione sarebbe più critica nel Mezzogiorno d’Italia con un numero di 80.500 sofferenze, mentre il Centro Italia ne registra 59.659, il Nordovest 57.325 ed  il Nordest 39.369.
In testa si trova la Regione  Lombardia, duramente colpita dalla pandemia da Covid-19, con un numero di imprese in sofferenza pari ad 36.024, seguita dal Lazio con 24.328 e dalla Campania con 21.762; la Regione Sicilia si  trova al 7° posto con 16.006 imprese ed una percentuale del 6,8%.
A livello provinciale in testa vi è Palermo con 3.762 imprese, segue Catania con 3.325, Messina con 2.025, Trapani con 1.477, Agrigento con 1.426, Ragusa con 1.289, Siracusa con 1.245, Caltanissetta con 972 ed Enna con 485.
Domenico Pirracchio

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