La voglia di start up, pur nella attuale situazione caratterizzata dalla pandemia da covid-19, cresce sia in Italia come anche nella nostra isola.
Secondo i dati del 15° rapporto di monitoraggio pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico, aggiornati al I° trimestre dell’anno in corso, si è passati da un totale di 10.882 al 31 dicembre 2019 ad 11.206 al 31 marzo di quest’anno con un incremento del 2,98 per cento: il maggiore incremento si registra in quello legato ai servizi delle imprese (produzione di software, consulenza informatica, attività dei servizi di informazione, ricerca scientifica e sviluppo) il cui numero ha raggiunto la cifra di 8.212 nuove società pari al 73,80 per cento del totale generale.
La Sicilia si colloca al 7° posto con 521 società, dietro la Lombardia con 3.038,il Lazio con 1.268, l’Emilia Romagna con 934, la Campania con 928, il Veneto con 921 ed il Piemonte con 617, ma davanti ad altre 13 regioni.
Palermo e Catania rientrano tra le prime 20 provincie: la prima è Milano con 2.198, mentre troviamo il capoluogo siciliano al 12° posto con 189 start up e quello etneo al 18° posto con 143; nella classifica delle ultime 20 provincie troviamo al 91° posto Enna con 12 società ed al 101° Agrigento con appena 7; nella fascia intermedia troviamo Messina, Caltanissetta, Trapani, Ragusa e Siracusa.
La legge regionale siciliana n. 9 del 12 maggio 2020, appena pubblicata sul supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale n. 28 del 14 maggio scorso, prevede al comma 2 dell’articolo 10, una quota pari al 3 per cento, destinata alle start up per l’avvio della produzione di brevetti “made in Sicily,” nell’ambito di un fondo apposito istituito presso l’IRFIS-Finsicilia.
Da segnalare che, grazie a nuove modalità, la costituzione di nuove start up innovative può avvenire in modo digitale e gratuito con il supporto tecnico della propria Camera di Commercio.
Domenico Pirracchio