Aiuti alimentari del Governo regionale: le somme per i Comuni dell’Alcantara messinese -
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Aiuti alimentari del Governo regionale: le somme per i Comuni dell’Alcantara messinese

Aiuti alimentari del Governo regionale: le somme per i Comuni dell’Alcantara messinese

Pubblichiamo di seguito gli importi destinati ai Comuni del versante messinese della Valle dell’Alcantara dalla Giunta della Regione Siciliana, che ha stanziato complessivamente cento milioni di euro per poter assicurare generi alimentari e beni di prima necessità (compresi i farmaci) agli abitanti dei 309 Comuni dell’isola in difficoltà economiche a seguito dell’attuale emergenza Coronavirus. L’assegnazione delle somme è stata fatta in ragione del numero dei residenti di ogni municipalità.

Francavilla di Sicilia: € 75.780,00

Gaggi: € 64.080,00

Giardini Naxos: € 186.500,00

Graniti: € 29.380,00

Malvagna: € 13.320,00

Mojo Alcantara: € 14.280,00

Motta Camastra: € 16.500,00

Roccella Valdemone: € 12.540,00

Santa Domenica Vittoria: € 18.600,00

Taormina: € 216.620,00

L’elenco che segue indica invece le risorse finanziarie complessive di cui ognuno dei Comuni del versante messinese della Valle dell’Alcantara adesso complessivamente dispone sommando quanto stanziato nei giorni scorsi dal Governo nazionale e quanto assegnato nelle ultime ore dal Governo regionale.

Francavilla di Sicilia: € 108.097,02

Gaggi: € 93.756,56

Giardini Naxos: € 264.366,9

Graniti: € 42.464,02

Malvagna: € 19.073,34

Mojo Alcantara: € 20.416,35

Motta Camastra: € 24.091,73

Roccella Valdemone: € 18.298,43

Santa Domenica Vittoria: € 26.214,52

Taormina: € 289.913,51

Aggiungendosi a quello dello Stato, l’intervento finanziario della Regione Siciliana ha quindi consentito di far più che triplicare gli importi a disposizione dei Comuni per venire incontro alle esigenze alimentari primarie dei rispettivi abitanti durante l’emergenza sanitaria ed economica in corso.

Attenendosi strettamente ai calcoli aritmetici viene fuori che, sulla base dei dati demografici ufficiali, attraverso questo tipo di contributi nazionali e regionali ogni singolo cittadino potrebbe spendere poco meno di trenta euro. In realtà non è così in quanto la base dei beneficiari va ristretta. Occorre infatti escludere coloro che percepiscono stipendi, pensioni o altri sussidi (come il reddito di cittadinanza) e che quindi non versano in condizioni di indigenza. Ed a rigor di logica non bisognerebbe considerare nemmeno chi indigente lo era da prima dell’emergenza Coronavirus ed a cui le pubbliche istituzioni avevano già messo a disposizione forme di sostegno quali i pacchi alimentari e le mense sociali. I sindaci, supportati dai rispettivi uffici comunali dei servizi sociali, dovrebbero pertanto individuare i beneficiari di questi “bonus Coronavirus” solo ed esclusivamente tra coloro i quali sono rimasti senza lavoro a causa delle misure e delle restrizioni (chiusura di attività economiche e divieto di uscire di casa) imposte dalla pandemia.

Rodolfo Amodeo

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