Aste al ribasso, un gioco al limite della legalità: perché sono così contestate -
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Aste al ribasso, un gioco al limite della legalità: perché sono così contestate

Aste al ribasso, un gioco al limite della legalità: perché sono così contestate

Naviganza “a zonzo” sul web, soprattutto in questo periodo di isolamento dal mondo, può capitare di imbattersi in qualche promozione pubblicitaria che rasenta l’incredibile. Smartphone, tablet e notebook vengono proposti a prezzi che sono inferiori alla metà di quelli di listino. In molti casi si pensa subito alle truffe, ma quando accade che tali pubblicità le troviamo su siti che riteniamo affidabili, allora le cose cambiano.

Come è possibile? Si tratta di pubblicità che rimandano a siti delle aste online al centesimo o anche dette aste al ribasso. Comprare qui vuol dire acquistare a prezzi stracciati, è vero, ma solo fino a un certo punto. Questo mondo infatti ha diversi aspetti a cui bisogna fare attenzione e che fanno sì che queste aste siano davvero al limite della legalità.

Eppure le aste di questo tipo non sono affatto regolamentate come invece viene fatto, in modo molto severo anche, nel mondo delle scommesse sportive. In questo senso se si vuole destreggiarsi in questa attività e si vuole farlo con sicurezza basta utilizzare per scommettere NetBet o altri portali sicuri come questo. Per sfidare invece la sorte nelle aste online non si sa mai a che cosa si va incontro perché regole precise non ci sono.

Perché le aste online sono al limite della legalità?

In via del tutto apparente è possibile trovare su un sito di aste online un prodotto a metà del suo prezzo (se non meno). C’è riportato infatti il costo di listino e viene detto che il prezzo lo fa l’acquirente. Di fatto, per certi versi, è vero. Ma dove sta l’inghippo? Se siamo in 2, in 3 o più a rilanciare per uno stesso smartphone sommando quanto rilanciato da tutti (e non solo da chi poi potrà comprarlo a prezzo d’occasione) si arriva ad una cifra che è ben più elevata di quella del costo del prodotto stesso.

Il rilancio non viene fatto con denaro reale, ma con gettoni che si devono acquistare dal sito stesso per la partecipazione alle aste. Quanto puntato di volta in volta non va inoltre a coprire mano a mano il costo del prodotto in caso di vincita, ma è denaro che va perso alla fine. Chi non vince l’asta non è che semplicemente non si aggiudica il prodotto (come capitava ad esempio su Ebay), ma perde quanto puntato.

Moltissime volte questo sistema non è ben compreso dagli utenti se non dopo la prima asta fatta, quando ormai tra l’altro si sono ritrovati ad aver acquistato un pacchetto di gettoni di cui se non su quel sito non se ne fanno nulla visto che non si possono riscattare.

Tutta una “fregatura”?

Il meccanismo delle aste al ribasso non è sempre una totale truffa, attenzione a far di tutta l’erba un fascio, altrimenti non esisterebbero ancora le aste di questo tipo e non sarebbero legali nel nostro Paese. È chiaro, però, che si tratta un po’ di giocare con il fuoco. Tutto va bene, diciamo, se ci si rende conto che per fare le aste si paga, un po’ come se si pagasse, in fondo, per giocare.

Si possono fare affari? È possibile, se il sito è serio la persona che vince l’asta può aggiudicarsi effettivamente un prodotto a un prezzo vantaggioso. Gli altri però che l’asta la perdono si ritrovano infine con un pugno di mosche. Siti truffa in questo settore (proprio perché le regole non ci sono) ce ne sono tuttavia diversi, quindi è importante prestare molta attenzione.

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