Giarre, Acquario di piazza Mazzini, futuro indecifrabile -
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Giarre, Acquario di piazza Mazzini, futuro indecifrabile

Giarre, Acquario di piazza Mazzini, futuro indecifrabile

Occhi puntati sul futuro dell’ex acquario Mediterraneo di piazza Mazzini, di proprietà della Città Metropolitana di Catania, che da circa un decennio ha cessato la propria attività. La struttura, livellata su tre piani e che rischiava la deriva, nei mesi scorsi è stata affidata, in comodato d’uso, dall’ex Provincia regionale al Comune di Giarre. L’assessore con delega all’Innovazione tecnologica, Dario Li Mura nel rendere note le intenzioni dell’amministrazione ovvero destinare l’ex acquario in un incubatore d’impresa, nel quadro di un protocollo d’intesa con l’università di Catania – ha suscitato l’interesse della Pro loco che ha trasmesso nei giorni scorsi una richiesta all’amministrazione comunale per la gestione della struttura di piazza Mazzini: “per ripristinare e mantenere la vetrina didattica preesistente denominata “mare nostrum”; attivare una sala espositiva permanente per la promozione dei prodotti e manufatti del territorio; un teatro, il museo dei pupi siciliani, nonché un front-office turistico. Sul fronte politico, non sono mancate le reazioni di dissenso, soprattutto in seno alla IV Commissione consiliare. Il consigliere Giuseppe Lotta, non nasconde il proprio disappunto sulla proposta avanzata dall’amministrazione: “Non credo sia opportuno snaturare l’acquario poichè fonte di attrazione turistico culturale e meta di visite didattiche. Abbiamo effettuato anche un sopralluogo e la struttura si presenta ancora integra e ben conservata. Siamo piuttosto favorevoli ad individuare anche un privato intenzionato a rivitalizzare l’acquario.  L’assessore Dario Li Mura dal canto suo precisa che “non vi è alcuna volontà di subcomodare l’immobile di piazza Mazzini in favore di qualche privato, oltretutto l’accordo con l’ex Provincia non lo prevede. I nostri interlocutori sono pubblici e per quanto ci riguarda privilegiamo quel possibile protocollo con l’università di Catania”.

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