Tempesta all’Università di Catania: sospesi il Rettore e 9 professori. 60 professori indagati I NOMI VIDEO -
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Tempesta all’Università di Catania: sospesi il Rettore e 9 professori. 60 professori indagati I NOMI VIDEO

Tempesta all’Università di Catania: sospesi il Rettore e 9 professori. 60 professori indagati I NOMI VIDEO

L’hanno chiamata “Università bandita” ed è l’inchiesta della polizia di Catania, su delega della locale Procura Distrettuale della Repubblica, che ha fatto luce sui concorsi che hanno riguardato le carriere universitarie. Un’inchiesta che si è estesa in tutta Italia coinvolgendo numerosi e prestigiosi atenei.

Nove professori dell’università etnea con posizione apicale e il rettore Francesco Basile (foto a destra) sono stati sospesi con un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici emesso dal gip. I reati ipotizzati dall’ufficio inquirente presieduto dal procuratore Carmelo Zuccaro che questa mattina ha preso parte alla conferenza stampa, di associazione a delinquere nonché, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio e truffa aggravata.

I nove professori dell’Università di Catania indagati sono l’ex rettore Francesco Pignataro (past rettore dell’Università), Giuseppe Sessa (presidente del coordinamento della Facoltà di Medicina), Filippo Drago (direttore del dipartimento di scienze biomediche), Carmelo Monaco (direttore del dipartimento di Scienze biologiche), Giancarlo Magnano di San Lio (prorettore dell’Università), Giuseppe Barone inteso Uccio (ex direttore del dipartimento di Scienza Politiche), Michela Maria Bernadetta Cavallaro (direttore del dipartimento di Economia), Giovanni Gallo (direttore del dipartimento di Matematica) e Roberto Pennisi (direttore del dipartimento di Giurisprudenza).

Il Gip di Catania ha inoltre sospeso tutti gli indagati dalla loro attività.

I concorsi truccati sarebbero 27: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato, 6 per ricercatore (tutti i vincitori dei concorsi sono indagati).

A tutti gli indagati  – giunti stamattina in questura per la notifica del provvedimento – sono state fatte perquisizioni a casa, sequestrati i loro cellulari. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro e affidata ai sostituti Bisogni, Vinciguerra e Di Stefano.

I professori indagati sono in totale 60, di cui 40 a Catania cui si aggiungono altri 6 soggetti vicini all’Ateneo catanese, e 20 lavorano negli atenei di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.

I DETTAGLI

Il provvedimento interdittivo è stato emesso sulla base di indagini coordinate dalla Procura Distrettuale di Catania ed eseguite dalla D.I.G.O.S. – Sezione Investigativa – dal giugno 2016 al marzo 2018.

L’attività investigativa, condotta con l’ausilio di presidi tecnici e con servizi di tipo tradizionale, ha svelato l’esistenza di un’associazione a delinquere, con a capo il Rettore dell’Università di Catania Basile Francesco e di cui è promotore il suo predecessore Pignataro Giacomo, finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati fine volti ad alterare il naturale esito dei bandi di concorso:

  1. per il conferimento degli assegni, delle borse e dei dottorati di ricerca;
  2. per l’assunzione del personale tecnico-amministrativo;
  3. per la composizione degli organi statutari dell’Ateneo (Consiglio d’Amministrazione, Nucleo di Valutazione, Collegio di Disciplina);
  4. per l’assunzione e la progressione in carriera dei docenti universitari.

Su tale ultimo aspetto giova in particolare porre in luce che il sistema delinquenziale non è ristretto all’Università etnea ma si estende ad altri Atenei italiani, i cui docenti, nel momento in cui sono stati selezionati per fare parte delle commissioni esaminatrici, si sono sempre preoccupati di ‘non interferire’ sulla scelta del futuro vincitore compiuta preventivamente favorendo il candidato interno che risultava prevalere anche nei casi in cui non fosse meritevole.

Allo stato, il gip ha riconosciuto l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico di 40 indagati coinvolti nella richiesta cautelare avanzata da questo ufficio.

Nel procedimento sono complessivamente iscritti 66 soggetti: 40 professori dell’Università di Catania, 20 professori delle Università di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona e altri 6 soggetti a vario titolo collegati con l’Ateneo di Catania.

Le indagini hanno documentato l’esistenza di un vero e proprio codice di comportamento “sommerso” operante in ambito universitario secondo il quale gli esiti dei concorsi devono essere predeterminati dai docenti interessati, nessuno spazio deve essere lasciato a selezioni meritocratiche e nessun ricorso amministrativo può essere presentato contro le decisioni degli organi statutari.

Le regole del codice hanno, altresì, un preciso apparato sanzionatorio e le violazioni sono punite con ritardi nella progressione in carriera o esclusioni da ogni valutazione oggettiva del proprio curriculum scientifico.   

L’estrema pericolosità e la piena consapevolezza delle gravi illiceità commesse dal gruppo  spinto da finalità diverse dalla buona amministrazione e volto, al contrario, alla tutela degli interessi di pochi privilegiati che condividono le condotte criminali dell’associazione a delinquere in parola, emergono inoltre dalle raccomandazioni dei sodali di “non parlare” telefonicamente o dalla volontà palesata di effettuare delle preventive “bonifiche” degli Uffici pubblici per ridurre il rischio di indagini e accertamenti nei loro confronti.

In conclusione, l’operazione della Polizia di Stato ha consentito di accertare l’esistenza di 27 concorsi truccati: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato, 6 per ricercatore.

Sono al vaglio degli investigatori ulteriori 97 procedure concorsuali sulle quali sussistono fondati elementi di reità circa la loro alterazione.

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Operazione “Università Bandita”: l’elenco di tutti gli indagati

 

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