Giarre, quella volta quando i profughi erano settentrionali e ad accoglierli sono stati i giarresi -
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Giarre, quella volta quando i profughi erano settentrionali e ad accoglierli sono stati i giarresi

Giarre, quella volta quando i profughi erano settentrionali e ad accoglierli sono stati i giarresi

C’è stato un tempo in cui i profughi era gente del nord e ad accoglierli erano i giarresi. Una storia di un’altra epoca, la prima guerra mondiale, che a Giarre nessuno ha mai compiutamente raccontato. Ci ha pensato Mario Cateno Cavallaro, funzionario comunale con la passione per la nostra storia.

Il libro s’intitola “I profughi della grande guerra da Cismon del Grappa a Giarre” ed è stato presentato nel salone degli specchi del municipio di Giarre. «E’ una pagina poco conosciuta della storia giarrese», dice Cavallaro.

«Mancava a Giarre – aggiunge – un documento che celebrasse questa permanenza dei cismonesi qui mentre a Cismon del Grappa diversi libri sono stati scritti sul profugato a Giarre. Ho trovato documenti su giornali d’epoca e ho raccolto a Dagala la testimonianza della nipote di una profuga che poi si sposò con un abitante di qua e rimase a vivere definitivamente qui». Peraltro, all’epoca della prima guerra mondiale Dagala faceva ancora parte del Comune di Giarre. «Da noi i cismonesi furono accolti bene – soggiunge Cavallaro – mentre a Taormina i residenti si lamentavano di loro, dicendo che disturbavano».

Tra le storie raccolte nel volume di Mario Cavallaro quella di don Vittorio Lazzarotto, parroco di Cismon del Grappa a cui erano riconosciute doti preditorie.

Una bella storia di amicizia tra due popolazioni diverse, unite dalla sofferenza che porta la guerra e che, per fortuna, grazie a Mario Cavallaro non andrà perduta.

Il volume è stato presentato alla  presenza del sindaco Angelo D’Anna, del presidente della Società giarrese di storia patria Nicolò Mineo, dell’arciprete del Duomo don Nino Russo. Intervenuti il prof. Girolamo Barletta, la prof.ssa Anna Castiglione Garozzo, moderati dal prof. Carmelo Torrisi.

Maria Gabriella Leonardi

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