La CGIL e la FP CGIL Sanità di Giarre promuovono una raccolta firme per chiedere l’attivazione della M.O.C. installata nella sede del poliambulatorio dell’ex INAM, e il ripristino dei locali e delle apparecchiature del servizio di Ecografia, per rendere operativo e veramente funzionante il Centro Prevenzione Donna.
“La CGIL – si legge in una nota – nel settembre del 2017, a seguito della decisione assunta dall’ASP CT, di trasferire gli ambulatori specialistici nella sede del P.T.A. di Giarre, aveva chiesto, con un documento trasmesso ai Sindaci del Distretto Sanitario di Giarre ed alla Direzione Aziendale dell’ASPCT, che la sede dell’ex INAM di Giarre, per le specifiche caratteristiche strutturali e per la sua collocazione strategica al centro della città di Giarre prestasse un polo sanitario fondamentale di questo territorio.
Proprio per questo, aveva indicato che in quella sede fosse possibile far nascere un Centro Prevenzione Donna considerato che già in atto vi era attivo un valido Servizio di mammografia. Questa proposta è stata accolta dall’Azienda ,cheha proceduto alla collocazione del Consultorio Familiare , e del Servizio vaccinazioni.
Nel documento si chiedeva di attivare anche il servizio M.O.C. (Mineralometria Ossea Computerizzata). “A tutt’oggi – prosegue la nota sindacale – pur avendo installato le apparecchiature per l’esecuzione della MOC da oltre un anno il servizio ancora non è stato attivato”.
La Cgil ha rappresentato più volte l’urgenza e la necessità di attivare questo servizio, fondamentale per la cura e la prevenzione dell’osteoporosi utile soprattutto per le donne in menopausa. Inoltre aveva chiesto e – lo ribadisce – di attivare con nuovi strumenti diagnostici e personale il servizio di Ecografia mammaria, al fine di garantire un percorso completo ed integrato di prevenzione e cura per le donne, all’interno della medesima struttura.
Considerato che la prevenzione è uno dei pilastri fondamentali dei settori in cui si interviene e si investe di meno, la scrivente O.S., chiede che l’Azienda si faccia carico responsabilmente e concretamente delle esigenze sanitarie di questo territorio che ha una popolazione di 90 mila abitanti, che ha visto nel tempo la costante e continua chiusura di strutture e servizi con la compromissione dei Livelli Essenziali di Assistenza.
La CGIL al fine di rendere più forte e condivisa questa richiesta ha inteso, dunque, promuovere una raccolta firme tra le donne e la popolazione di questo territorio per coinvolgere in maniera diretta i cittadini a difesa di un diritto fondamentale come la salute, che sempre più, viene compromesso dalla mancanza di investimenti in mezzi e risorse correttamente finalizzati”.