La rinascita di un luogo storico di Militello Val di Catania: Ambelia -
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La rinascita di un luogo storico di Militello Val di Catania: Ambelia

La rinascita di un luogo storico di Militello Val di Catania: Ambelia

E’ stata una scommessa, tutta puntata sul numero 10, il 10 aprile 2019. Stavolta vinta da parte del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, nato proprio a Militello Val Catania (prima della nascita delle province del neo costituito Stato italiano, della storica e di derivazione araba, comune della “Val di Noto”: Ambelia (nome di derivazione greca – ampelos, cioè vite – invece della voce dialettale “vignazza”), la residenza estiva dei feudatari e signori di Militello, prima i Barresi, poi i Branciforti.

E fu proprio un principe, Francesco, della casata Branciforti, a valorizzare questo sito, molto più vicino al Comune di Scordia dal quale dista pochi chilometri lungo la provinciale che lo collega a Francofonte nel siracusano. Al centro della tenuta estesa circa 40 ettari una accogliente “Casina” ancora parzialmente usufruibile che certamente sarà oggetto di futuri restauri per rendere il complesso usufruibile in tutte le sue strutture e dove la piccola corte trascorreva certi periodi dell’anno invece che al castello che, in parte, resiste all’usura del tempo e che è ancora visibile a Militello patrimonio da qualche anno dell’Umanità e riconosciuto, al pari degli altri comuni della Val di Noto, nei siti Unesco.

Nel corso del tempo la tenuta ebbe nel ‘700 anche come ospiti dei monaci benedettini, provenienti dalla comunità di Catania di Santa Maria di Novaluce, i quali introdussero la coltivazione dell’ulivo completo con le macchine in uso a quel tempo (un piccolo trappeto) oggi visitabile. La tenuta, bene ecclesiastico, con l’unità dell’Italia, venne espropriata come tantissime altre proprietà in mano alle chiese locali ed assegnata al Ministero della guerra (così si chiamava allora l’attuale Ministero della Difesa) che lo destinò a stazione di monta del “Regio Deposito Cavalli Stalloni” di Catania.

Dopo la fine del secondo conflitto mondiale il bene passò alla Regione siciliana e da questa assegnata all’Istituto regionale per l’incremento ippico: difatti oggi sono ospitati cavalli purosangue orientali, che caratterizzano sin dal 1875 il “cavallo siciliano” e nel contempo vengono allevati esemplari del cavallo Sanfratelliano, ma anche asini ragusani e panteschi, razze autoctone tutelate.

Dopo gli eventi atmosferici dell’ottobre dello scorso anno, ci sono voluti due mesi di lavoro con turni continui per arrivare la mattina del 10 aprile per l’inaugurazione della 1^ Fiera del cavallo mediterraneo con un fittissimo calendario di eventi, compreso il viaggio dalla stazione centrale di Catania a Scordia con un treno storico formato da una locomotiva a vapore e vagoni tenuti dalle Ferrovie dello Stato nel museo ferroviario, oggetto di scatti fotografici al suo passaggio ed alle varie fermate.

Ed è stato lo stesso assessore al turismo, on. Sandro Pappalardo, ad anticipare che la domenica, in omaggio al presidente Musumeci, il treno storico arriverà fino a Militello dove, nella vecchia stazione, verrà prossimamente allestito un “museo ferroviario”.

Domenico Pirracchio

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