La faccia tosta di chiedere soldi alla Regione per l'asilo nido di Macchia dopo avere fallito -
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La faccia tosta di chiedere soldi alla Regione per l’asilo nido di Macchia dopo avere fallito

La faccia tosta di chiedere soldi alla Regione per l’asilo nido di Macchia dopo avere fallito

In questi quasi tre anni di amministrazione D’Anna è stato un susseguirsi di perle, così tante, al punto da assuefarsene. Eppure le ultime due sono tra le più colorite. E se non fosse che Giarre è una città apatica, probabilmente per alcune scelte non sarebbero bastate solo le “barricate”. Come quella di tornare a battere cassa sul micro asilo di via Russo a Macchia. Vale la pena ricordare che per la struttura rifunzionalizzata di Macchia sono stati spesi 200 mila euro (Fondi Pac e contributo del Comune) e che grazie alla operatività dell’ex assessore Rosano in conflitto con i vari dipartimenti dell’Ente, dopo il completamento dei lavori, quell’asilo è rimasto perennemente chiuso, giacchè è stata dimostrata la totale incapacità di affidare in gestione la scuola. Così nel totale immobilismo di questa amministrazione (in questo caso non ci sono eredità da recriminare) il micro asilo di Macchia, tra un sopralluogo di commissione e l’altro, è stato depredato e vandalizzato. Furti che hanno annichilito quel finanziamento e ogni speranza di rinascita della struttura per lungaggini, fiore all’occhiello (di altre amministrazioni). Orbene, l’amministrazione D’Anna non ancora contenta del capolavoro assoluto di inettitudine, cosa fa? Partecipa ad un nuovo bando regionale, chiedendo un nuovo finanziamento. Altri danari pubblici per coprire le proprie inefficienze.

L’”ideona” porta la firma dell’assessore Dario Li Mura, quello che scodinzolava vicino a Salvo Andò, capace di polverizzare il Pd a Giarre, salvo poi trovare un treno in corsa, dopo avere fallito pure con Salvo Vitale, e ottenere la medaglietta dal sindaco D’Anna. Certo per questa “genialata” l’auspicio è che la Regione comprenda questa iniziativa borderline respingendo il finanziamento, concedendolo a qualche altro Comune più meritevole. Ma in questi giorni in cui viene messa in discussione la sorte del governo D‘Anna con la mozione di sfiducia miseramente fallita, per via di un manipolo di consiglieri che ha trovato nel Comune una forma alternativa di reddito di cittadinanza, due consiglieri chierichetti del sindaco, Armando Castorina e Rosy Finocchiaro, dopo avere “minacciato” l’Ufficio tecnico di intervenire personalmente, hanno mantenuto fede alla loro missione: rimuovere i cestini gettarifiuti vandalizzati (facendosi fotografare, altrimenti non c’era gusto) nel tentativo squallido scuotere l’Ufficio tecnico che non si era adoperato nonostante i reiterati solleciti.

Questi due consiglieri, troppo impegnati nelle rispettive vere attività, hanno, se non l’avessero ancora capito, indebolito – se mai ce ne fosse stato bisogno – l’immagine del sindaco che non è riuscito ad ottenere, in quanto capo dell’amministrazione, la rimozione dei cestini. E per recuperare la carente autorevolezza del sindaco, ci hanno pensato loro, con una iniziativa che suona come “carità pelosa” nei confronti dei cittadini, apatici, ma non stupidi, in cerca di qualche consenso elettorale. Di certo una mossa che offende l’intelligenza. E non solo quella.

 

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