Libertinia, un borgo rurale da rivalutare -
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Libertinia, un borgo rurale da rivalutare

Libertinia, un borgo rurale da rivalutare

Grazie a “Stefania Licciardello, poeta, ricercatrice, da 28 anni precaria. ‘Precaria’ è in questo libro titolo onorifico e patente di corrispondenza alla stagionalità della terra. I suoi versi sono scrosci di parole su corpi e campi” ed a “Eletta Massimino, fotografa, testa occhio e cuore in linea, e la sua decisa trasversale visione delle cose del mondo in relazione agli esseri umani. ‘Visione’ che non può prescindere dalla dimensione poetica metafisica, connaturata alla partecipazione silenziosa ed appassionata della vita”, con queste parole Piero Rostagno introduce la presentazione del libro di poesie e foto soltanto in bianco e nero su “Libertinia”, unico borgo rurale di Ramacca nella piana di Catania, uno dei Comuni più estesi della provincia etnea e dell’intera isola, avvenuto lunedì 18 nel pomeriggio, nel “Coro di notte” del maestoso Monastero dei Benedettini, in piazza Dante a Catania, sede della facoltà di lettere e filosofia dell’Università.

A rendere possibile l’evento e a festeggiare il 30° anniversario della fondazione è stata l’Associazione “Neon,” attiva da anni nel mondo teatrale, che, con un suo gruppo di attori molto affiatati, ha aperto l’evento dove mimica e, soprattutto, gestualità davano il senso dell’abbraccio e dell’incontro tra persone anche diverse, attirando così l’attenzione del numerosissimo pubblico presente grazie anche all’accompagnamento musicale di brani dalla lirica al rock.

L’impegno della facoltà nell’accogliere la manifestazione, altamente culturale, è stato ribadito dalla prof.ssa Novella Primo, esperta di teoria della letteratura e di fototesti, proprio come “Libertinia” nel suo intervento di apertura.

Presente alla manifestazione l’assessore regionale ai Beni Culturali prof. Girolamo Tusa, la cui famiglia è stata tra le prime ad insediarsi a Libertinia, borgo rurale sorto nel periodo fascista per la colonizzazione del latifondo siciliano e voluto dal barone Gesualdo Libertini da cui prese il nome; la costruzione delle prime case coloniche ebbe inizio nel 1922 e poi con le leggi di bonifica del 1924 e del 1928 nacque un vero e proprio villaggio con depositi, ulteriori case coloniche, la Chiesa dedicata a Santa Maria della Provvidenza e la piazza intitolata alla regina Elena.

“Libertinia – ha affermato con un intervento molto ricco di passione l’assessore Tusa, che ancora possiede una masseria nella zona – è un luogo molto caro dove ho vissuto da bambino ed al quale sono molto legato sentimentalmente; una zona brulla negli anni ’30, con miseria e desolazione, diventata però col lavoro degli uomini un giardino. Un borgo per anni vivace, pieno di vita, di giovani, dove si lavorava da mattina a sera, con una produzione agricola molto ricca. Oggi, però, abbandonato e desolato: la posta chiusa, andati via i carabinieri, chiusa anche la chiesa”.

“Ma questi luoghi – ha continuato l’assessore – possono e devono rinascere, occorrerebbe investire in questi luoghi, certo con attenzione; lo Stato è stato per molti anni assente; occorre colmare lacune e ritardi perché questi luoghi fanno parte della nostra storia e da quelle terre è uscita la nostra ricchezza. Oggi, certo, occorre pensare a modelli di sviluppo diversi, ma come non pensare a luoghi dove riscoprire occasioni di vita lenta, legata al territorio, alla stagionalità, alla luce, agli odori e ai sapori, ma con adeguata viabilità, ora carente in molte zone e che richiederebbe ben 480 milioni di euro per la sistemazione totale nell’isola. Si partirà prossimamente con il restauro della chiesa per dare un senso alla collettività, quindi dell’asilo e della scuola”.

“Si è perso – ha concluso amaramente Tusa – il senso del lavoro in Sicilia, mentre si è alla ricerca del guadagno facile; dalle macerie della seconda guerra mondiale si è arrivati ad essere la quinta potenza economica come Paese con l’intelligenza dei suoi abitanti”.

A rappresentare il Comune di Ramacca, dove nel prossimo mese di aprile è previsto lo svolgimento della “XXIX Sagra del carciofo”, è stato il vice sindaco Filippo Licciardello il quale augura l’ingresso in un circuito turistico culturale del borgo
a circa 20 km di distanza dal centro cittadino dove si coltivano i grani antichi della Sicilia”.

Significativo l’intervento di Giuseppe (Pippo) Pappalardo, critico e storico della fotografia, che Piero Rostagno ha pure dedicato nella propria introduzione del volume per “il merito di avere catalizzato la composizione del libro sul mito di Demetra”, la dea greca della terra, Cerere per i Romani.

Libertinia è stata pure ricordata dal dottor Massimo Palumbo che, da anni dirigente del C.R.E.A., si occupa della stazione agricola di ricerca situata nel borgo dove vengono sperimentati sia le antiche sementi siciliane “i migliori grani dell’Europa” che nuove varietà come la “Ciclope, Etna e Sant’Agata”.

La mostra allestita presso le antiche cucine del Monastero si è conclusa il 23 febbraio scorso.

Domenico Pirracchio

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