Il vescovo Raspanti alla città di Acireale: "Serve ritrovare la fiducia" -
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Il vescovo Raspanti alla città di Acireale: “Serve ritrovare la fiducia”

Il vescovo Raspanti alla città di Acireale: “Serve ritrovare la fiducia”

E’ un messaggio di speranza quello che il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti vuole dare per la Pasqua, un messaggio che, quest’anno, è soprattutto rivolto alla città dei cento campanili, decapitata da un’inchiesta giudiziaria inaspettata.

«C’è un senso di prostrazione in città – dice monsignor Raspanti – siamo tutti molto addolorati per le cose che sono successe, aldilà di qualsiasi tipo di giudizio. Si percepisce che una città che perde la guida amministrativa rischia di sbandare».

Per questo monsignor Raspanti rivolge ad Acireale un appello al senso di responsabilità e alla fiducia. «Dobbiamo tornare – dice – a infondere fiducia, gli uni verso gli altri, nei confronti sia dei singoli che delle istituzioni, che dei corpi intermedi. Se comincia il clima di sospetto, la voglia di sorvegliarci gli uni gli altri per denunciarci per non credere che quello che l’altro fa è buono, valido e trasparente ma viene fatto solo per interessi questo non aiuta a costruire il bene comune. Però occorre che ognuno di noi rifletta su sé stesso. Senza un riesame di sé stessi non si riparte. Se non si corregge ciò che di sé va corretto, se si insiste sempre sulle stesse dinamiche non cambierà mai nulla».

Ancora ad Acireale non si sa quando si terranno le elezioni amministrative, se questa stessa estate (ipotesi ormai quasi certa) o l’anno prossimo, ma monsignor Raspanti indica alcune necessità: «Servono persone che ripresentandosi sappiano innovare e trovare metodi nuovi – afferma -. I contenuti sono sempre quelli: l’economia della città, le terme, il turismo, il commercio dei limoni, i rapporti con la grande città metropolitana di Catania, alleanze possibili con i comuni vicini… Penso che devono cambiare i metodi che gli uomini usano per pensare ai propri programmi e costruire il consenso. A seconda di come si costruisce il consenso si mettono le premesse per un buono o per un cattivo governo. Se tutto si deve basare su promesse possibili o impossibili o sconoscendo la situazione in cui versa il comune è inutile promettere. Ci vuole più competenza, conoscenza della macchina amministrativa e della situazione reale del Comune, altrimenti il programma rischia di essere inattuabile. Un po’ più in là c’è poi la grande cerchia di noi cittadini che possiamo fare molto per diffondere un clima di fiducia, serenità, di crederci di nuovo. E per far questo ci vuole un guizzo di forza che una festa come la Pasqua, primavera dello Spirito può dare. Dalla morte Cristo risorge. Se ci troviamo in una posizione critica, da questa, con la forza di Cristo, dobbiamo riuscire a rialzarci. Per chi non crede c’è la necessità di una passione civile che ci deve animare per andare avanti».

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