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Giarre, prolungamento Piano di riequilibrio: le mosse schizofreniche dell’amministrazione

Giarre, prolungamento Piano di riequilibrio: le mosse schizofreniche dell’amministrazione

Nel gennaio scorso una accesa seduta del Consiglio comunale aveva registrato lacerazioni all’interno dell’ex maggioranza chiamata ad approvare in tempi rapidi – bypassando la commissione consiliare – la rimodulazione del piano di riequilibrio approvata il 29 settembre 2016, al fine di usufruire delle modifiche introdotte dal comma 888 della legge di Bilancio 2018, modificando la durata del piano da 10 a 20 anni.

Durissimo più di tutti era stato l’attacco frontale sferrato in aula dal presidente del Consiglio Francesco Longo che non aveva lesinato pesanti critiche all’assessore al Bilancio Salvo Vitale per l’incoerenza dimostrata nella sua azione amministrativa.

Ora a distanza di poco più di un mese la nuova inversione a “U” del vice sindaco Vitale che ieri, in apertura di seduta, ha annunciato che l’amministrazione non presenterà alcuna proposta di delibera e che per ragioni meramente tecniche rinunciava a prolungare l’attuale piano di riequilibrio da 10 a 20 anni (anche se alla fine – secondo Vitale – il piano si poteva estendere sino a 15 anni).

Comunicazione – strategicamente in assenza del sindaco Angelo D’Anna – che ha ovviamente destato reazioni di sorpresa e rammarico.

Giannunzio Musumeci ha espresso non poche perplessità sulla improvvisa retromarcia dell’esecutivo. “L’intenzione era chiaramente quella di usufruire di questa finestra legislativa ma per motivi esclusivamente politici (dopo aver manifestato intenzione di usufruire di questa possibilità il mese scorso) l’amministrazione non ha presentato il piano nuovo di 15 anni. In aula ho chiesto quali sono i reali motivi, poiché spalmare il piano, anche fino a 15 anni, in ogni caso avrebbe contribuito a dare una maggiore disponibilità economica all’Ente, pari a 150 200 mila euro annui. Mi chiedo a questo punto: perché un amministrazione rifiuta tale liquidità? Soprattutto una amministrazione che vuole essere riconfermata aveva la possibilità di spendere per la città quelle somme, appare quindi evidente che dietro questa retromarcia vi siano, invece, motivi tecnici che però vengono taciuti. Il mese scorso era stato lo stesso vice sindaco Vitale ad affermare in aula che si trattava di una importante occasione, salvo poi cambiare idea in poche settimane. Resto convinto che, a questo punto, si avvicina lo spettro del dissesto”.

Durissimo anche l’attacco sferrato ieri in aula anche dal consigliere Leo Patanè che ha dichiaratamene definito un fallimento l’operato dell’assessore Vitale: “Il punto all’ordine del giorno della seduta consiliare poteva chiamarsi: presa d’atto dell’ennesimo fallimento dell’amministrazione. Ero contrario a questo nuovo piano per evitare di coinvolgere e vincolare future amministrazioni. L’Amministrazione – rimarca il consigliere Patanè – dopo aver convocato con urgenza a gennaio un consiglio comunale ad hoc per aderire a questo nuovo piano ventennale nei fatti non è stata capace di completare il lavoro e portarlo a compimento nei termini perentori previsti dalla normativa in materia sicche’ rimane in vita il vecchio piano decennale. Ennesimo fallimento!”

Intanto ieri si è rifatta viva la Corte dei Conti che ha trasmesso una nuova articolata nota con la quale, rispondendo alla memoria consegnata ai giudici contabili dall’amministrazione nell’audizione del 25 gennaio scorso, si confermano una serie di importanti criticità sottolineando il notevole e reiterato ritardo nell’approvazione del Rendiconto 2015 (avvenuta il 12 gennaio 2017), nonché del bilancio di previsione 2016 (avvenuta l’11 settembre 2017) rispetto ai termini di legge.

E ancora: con riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato, l’assenza di movimentazioni nel corso dell’esercizio 2015, sia per la mancata reimputazione del fondo determinato in sede di riaccertamento straordinario dei residui, sia per l’assenza di impegni e accertamenti sorti nel corso dell’anno ma con esigibilità negli esercizi successivi, avvalorata dalla totale assenza di adeguati cronoprogrammi di spesa.

Si segnala, inoltre, la non corretta rappresentazione dello stesso nel prospetto di composizione per missioni e programmi allegato al conto del Bilancio 2015. “Alla data del 25 gennaio 2018 il Comune di Giarre – si legge nell’impietosa nota della Corte dei Conti – non ha ancora approvato il rendiconto relativo all’esercizio 2016. Tali ingiustificati ritardi non soltanto impediscono alla magistratura contabile di svolgere le verifiche sul piano di riequilibrio sulla base di dati contabili certi e aggiornati ma gli stessi determinano, quale ulteriore conseguenza negativa, il mancato trasferimento, da parte dello Stato, di ingenti risorse e ciò finisce per aggravare la già precaria situazione economico finanziaria dell’Ente”.

 

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