Il nuovo Catania, bello da soffrire -
Catania
21°

Il nuovo Catania, bello da soffrire

Il nuovo Catania, bello da soffrire

Mentalità giusta, difesa ballerina e la Festa dell’Unità

Avemu bellu Catania. No, non è ancora bellissimo e manco spumeggiante, niente bollicine e pochi fronzoli. Vince in rimonta contro la Juve Stabia e strappa via un prezioso punticino dal Degli Ulivi contro l’Andria. Un punticino che vale tantissimo, sotto il profilo numerico – c’è ancora una penalizzazione da azzerare – e da un punto di vista motivazionale, perché ottenuto al termine di una gara sofferta su un campo che vedrà capitolare tante squadre, potete giurarci, anche meglio attrezzate degli etnei.

Sa soffrire, il Catania. E forse è questa la qualità che è venuta meno da un paio d’anni a questa parte. La mentalità giusta, si è più volte detto, necessaria per disputare queste categorie, che hanno pochi lustrini e pochi riflettori, qualche calcione in più e campi che non vanno bene manco per le patate. Un purgatorio severo ma indispensabile, per ricominciare meglio di prima.

Abbiamo un buon tecnico ed una organizzazione societaria finalmente definita. Ognuno al posto giusto con compiti precisi. E ci sembra che li stiano facendo bene, i compiti. Il mercato è stato essenziale, impreziosito da un paio di eccellenti ritorni – Paolucci e Biagianti – e buone riconferme, Calil, Bergamelli e Russotto su tutti. E poi ci sono i rapporti con la tifoseria, con la stampa e con la città, che non sono ai massimi storici ma che sembra stiano vivendo una fase di serenità, quella che ci voleva per ripartire col piede giusto, dopo le travagliate stagioni che hanno segnato la caduta del club agli inferi.

Rigoli ha ancora tanto da lavorare. Ha coraggio e idee chiare, strutturate attorno un assetto tattico preciso (il 4-3-3) che è però in grado di modellarsi al cospetto dell’avversario di turno, senza perdere la propria identità. C’è una difesa ancora da registrare e nell’attesa del rientro di Bergamelli il Catania si gode il suo portiere, Matteo Pisseri, che sapevamo essere un buon prospetto ma non credevamo essere così bravo.

Ci sarà da divertirsi quest’anno. Tante big, due derby e un grande ventaglio di possibilità per tentare il salto di categoria, considerato il nuovo regolamento in tema di playoff e playout.

C’è tanta adrenalina che quasi quasi viene voglia di giocarla subito, già stasera, la prossima partita. E invece no, l’attesa sarà più lunga.

Questa domenica riponete la sciarpetta  nell’armadio e preparatevi a guardare le (altre) partite in tivvù da sopra il divano. La gara del Massimino contro l’Unicusano Fondi è stata posticipata a mercoledì 28 settembre perché a Villa Bellini arriva il Premier Renzi in occasione della Festa dell’Unità e le forze dell’ordine sono impegnate tutte lì per garantire che alla manifestazione fili tutto liscio.

Una decisione, questa della Lega che ha accolto l’invito della Prefettura, quanto meno discutibile. Perché i rapporti tra i sostenitori rossazzurri ed il club di Via Magenta si sono finalmente rasserenati e perché la gara tra coi laziali non è certo di quelle che possono essere ritenute a rischio, considerato anche che l’Unicusano Fondi ha anche meno tifosi del Chievo Verona.

Una decisione, è questa la nostra opinione, che allontana ancora una volta il mondo politico da quello reale, un’occasione sprecata per la Catania sportiva – che rappresenta una realtà importantissima nel tessuto socioeconomico della città – che anzi avrebbe potuto mostrarsi ai politici romani in tutta la sua bellezza. Col rischio concreto, adesso, che qualche centinaio di tifosi si presentino alla Festa dell’Unità indispettiti, chiedendo conto e ragione.

Lo Monaco è andato su tutte le furie, e pure quelli del Fondi non l’hanno presa bene. Il Catania si ritroverà a giocare cinque gare – una al Massimino e quattro in trasferta – in appena quindici giorni mentre i laziali dovranno sudare sette camicie per avere indietro gli anticipi dei biglietti aerei e dell’hotel già prenotato. Tutto rimandato a mercoledì 28 settembre, sempre alle 20.30 al Massimino.

Carlo Copani

Potrebbero interessarti anche