Giarre: chiesa Madre gremita per S. Isidoro -
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Giarre: chiesa Madre gremita per S. Isidoro

Giarre: chiesa Madre gremita per S. Isidoro

Dopo essere stata per tre anni ingabbiata in un’armatura di ponteggi che hanno fortemente limitato la partecipazione dei fedeli alle funzioni celebratesi al suo interno e a distanza di circa quattro mesi dalla sua riapertura, la chiesa Madre, ove esercita il suo ministero pastorale l’arciprete don Nino Russo, è tornata a riempirsi.

La celebrazione in onore di Sant’Isidoro Agricola, patrono di Giarre, è assurta ad evento che ha fatto registrare un nuovo exploit di presenze all’interno del maestoso monumento della cittadina jonica. L’ultima volta che il principale edificio ecclesiastico è stato teatro di una massiccia affluenza di fedeli, risale per l’esattezza al 21 febbraio: ovvero al giorno della riapertura dell’imponente struttura in stile neoclassico, maturata in concomitanza con l’inaugurazione della porta bronzea.

Il Solenne Pontificale, che non è stato celebrato giorno 15 maggio per via della concomitanza della Pentecoste, è stato presieduto da Mons. Giuseppe Sciacca, Vescovo titolare di Fondi (Latina) oltre che segretario aggiunto presso la segnatura apostolica e docente presso la Pontificia facoltà Lateranense di Roma. La funzione religiosa, è stata inoltre allietata dalla corale Polifonica Jonia, diretta dal maestro Giuseppe Cristaudo. Nel corso della processione in onore del Santo Patrono, snodatasi lungo le vie Callipoli, Pirandello, Luigi Orlando e Marconi, il percorso del fercolo ha rispettato il consueto virtuale che prevede una sosta in piazza Immacolata per la benedizione delle campagne.

Nel corso dell’ottemperanza a questa tappa obbligata, l’arciprete ha invocato la protezione del Santo affinchè protegga gli agricoltori ed in generale l’intera categoria dei lavoratori. Via Garibaldi e Piazza Duomo hanno rappresentato le ultime due soste del fercolo, poi fermatosi dinnanzi a Piazza Duomo, salotto buono di Giarre, affnchè avesse luogo il folkloristico fenomeno dei fuochi pirotecnici. La reposizione del simulacro del Santo nella cappella e la benedizione con le reliquie, hanno rappresentato gli atti più solenni dei festeggiamenti.

Al termine della celebrazione, Salvo Puccio, segretario del consiglio pastorale parrocchiale, ha fatto il punto della situazione sulle condizioni della chiesa Madre, la cui pavimentazione richiederebbe qualche intervento: “L’edificio necessiterebbe ancora di altri interventi di riqualificazione. Manca ancora la pitturazione del presbiterio e dell’altare maggiore. Questa tipologia di interventi, interessa anche l’altare del Santissimo Sacramento, insieme al transetto ascrivibile alla cappella di San Sebastiano.L’intera volta centrale della chiesa richiede ulteriori interventi di tinteggiatura, poichè la pitturazione si è fermata all’altezza del cornicione alto. L’impianto elettrico è stato rattoppato. Pertanto, in quanto vetusto, necessita di un rifacimento. La cupola invece, richiede notevoli lavori di restauro interni ed esterni. Inoltre, durante i lavori di ristrutturazione della chiesa, la navata laterale del crocifisso è stata parzialmente danneggiata da infiltrazioni di acqua. Cercheremo di procedere in economia, sfruttando le risorse della parrocchia. Mi preme però sottolineare che il fercolo di Sant’Isidoro è stato oggetto di un certosino lavoro di ripulitura della doratura lignea, oltre che delle sue parti scultoree. Pertanto si è intervenuti laddove il fercolo presentava degli ammaloramenti. Aggiungo che è stata ripulita anche la parte in mogano sottostante il simulacro. Anche il motore del fercolo è stato oggetto di interventi. Dopo più di un mese di lavoro, urge eseguire il resoconto dei costi. I lavori infatti hanno comportato il coinvolgimento di figure professionali come l’ebanista, l’elettrauto ed il meccanico”.

Entusiasta l’arciprete Nino Russo al termine della celebrazione: “Temevamo che la chiesa non potesse riempirsi. Invece il compiacimento espresso da don Deva, nella cui mente era ancora impressa l’immagine di un edificio ingabbiato, testimonia la bontà degli sforzi fino ad ora profusi. Desidero sottolineare come, per l’occasione, siano accorsi fedeli provenienti da Noto, Testa Dell’Acqua e Castelmola. Adesso la comunità è proiettata verso uno storico appuntamento come la festa del bicentenario della consacrazione della chiesa, prevista nel 2018 (la chiesa Madre fu infatti parzialmente realizzata nel 1818 dopo l’abbattimento della chiesa di Sant’Agata e Sant’Isidoro, per via del terremoto). L’obiettivo che mi sono prefissato per quella storica ricorrenza, è d coinvolgere l’arcivescovo di Madrid, al fine di far rivivere alla città e ai festeggiamenti in onore del suo Santo Patrono, i fasti di un tempo”.

Umberto Trovato

 

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