S. Alfio: “Un lungo oblìo” tra i venerdì letterari -
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S. Alfio: “Un lungo oblìo” tra i venerdì letterari

S. Alfio: “Un lungo oblìo” tra i venerdì letterari

Un romanzo che profuma di giallo. In esso, l’introspezione psicologica del personaggio mette in crisi il lettore risparmiandogli però un totale sprofondamento in una condizione di angoscia. E’ questa la connotazione dell’ultima fatica letteraria di Lucio Paolo Alfonso, docente di storia e filosofia. Nella suggestiva cornice della sala consiliare “Rosario Livatino”, afferente al municipio di Sant’Alfio, ha luogo il secondo venerdi letterario.

A scandire tale appuntamento, è la presentazione dell’opera “Un lungo oblìo”, realizzata da Lucio Paolo Alfonso, distintosi per la sua carriera di docente nel Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre. L’autore, balzato agli onori della cronaca perchè segnalato al concorso nazionale di poesia “Ossi di seppia”, torna a presentare un nuovo volume dopo il plebiscito di consensi riscosso con l’opera “Contesa”. Lucio Paolo Alfonso, già noto alla critica letteraria per due raccolte di poesie come “I tempi della sete” e “Le ragioni del caos”, dunque illustra, con il sussidio del professore Paolo Sessa, il suo secondo romanzo. Il primo romanzo, ovvero “Contesa”, è già approdato alla seconda edizione ed è addirittura possibile che maturerà una terza edizione in versione integrale.

A presentare la serata già promossa in precedenza dal giornalista Mario Pafumi, fondatore della rassegna, è il professore Piero Romano, ascrivibile al gruppo “Facebook” “Etnei nel mondo”. L’attore Francesco Russo, distintosi in “performance” al fianco di attori di grido come Pippo Pattavina e Lello Arena, legge il brano di apertura del romanzo, dove si inizia con il nome di Sara, la quale darà motore a tutta la storia. Sara, moglie del protagonista principale dell’opera, ovvero Sergio Collura, promette al predetto che lo avrebbe aiutato a recuperare la memoria. Sergio Collura è prigioniero di un’arca priva di colori mentre il cielo tuona e lampeggia. Sorretto da due infermieri, raggiunge la finestra della stanza dell’ospedale in cui era ricoverato, e quando ciò avviene si chiede se impazza ancora il carnevale della vita, pur non ricevendo alcuna risposta.

Sebbene Sergio Collura non comprenda perchè la moglie lo conforti, gode nel sentire echeggiare la voce della stessa. Il medico Sergio Collura, pur essendo uscito dal coma, avverte nella sua vita un buco nero:ovvero un vuoto della memoria.La conferenza, impreziosita dall’intervento del sindaco di Sant’Alfo Pippo Nicotra e anche dalla presenza del Presidente del consiglio comunale Renato Finocchiaro e dell’assessore all’istruzione Laura Leonardi, è connotata dalle dissertazioni del professore Paolo Sessa, il quale analizza il romanzo evidenzandone le peculiarità. Secondo Sessa, ciò che caratterizza Lucio Paolo Alfonso, autore dell’opera, è la sua capacità di essere artista e artigano della scrittura.

Inoltre, Sessa si sofferma sulla necessità che un romanzo racconti una storia. Ci si aspetta dunque che in una storia, secondo Sessa, avvenga qualcosa. Inoltre, ci si aspetta un’ambientazione, poichè la storia sarà ambientata storicamente, geograficamente e socialmente. Ci si aspetta pertanto un periodo di tempo ed uno spazio, oltre che un personaggio principale e dei personaggi secondari. Ovviamente, secondo Sessa,se l’autore insiste sul “milieu”, e dunque sull’ambiente dove si muovono i personaggi, maturerà un romanzo a sfondo sociale. Vi può anche essere l’insistenza sulla storia, ma l’insistenza sul personaggio principale dà luogo al romanzo psicologico.L’autore, inerentemente ad un brano oggetto di lettura, mette all’interno delle dinamiche e i suoni che ci sono in un ambiente. Successivamente, l’attore Francesco Russo legge il brano in questione.

In esso, Alfonso fa rimbalzare il suono con le pareti. In questo segmento di romanzo, si parla del compleanno di Sara. In esso si racconta che le sale di rappresentanza di palazzo Maugeri brillano con i loro candelabri d’argento e con grandi lampadari di bronzo dorato di strass e di cristallo.Le sale rifulgono in tutto il loro antiquario e superbo splendore. Sara festeggia in tale contesto il suo cinquantesimo compleanno. Eppure, tutti avrebbero potuto ritenerla un’ avvenente trentenne. Il compleanno si svolge sullo sfondo di un’incipiente notte stellata del 31 luglio 1998. Gli ospiti siedono nei salotti, girovagano nel salone e scendono nel giardino a cercare refrigerio.Sara dispone che si suoni musica. A provvedere a ciò sono dei giovani del “Bellini”. Intanto, le conversazioni si sovrappongono alla musica e i convitati si divertono. Alla festa sono presenti amci di Sergio. E dunque sono presenti assessori della vecchia DC, riciclati come parlamentari nazionali. A caratterizzare il brano è la fonosfera della festa. In questo passaggio dell’opera emergono personaggi che si agganciano all’ambiente malavitoso. In generale comunque, nell’opera è possibile riscontrare pagine di ambiente di millieu che danno dimensione spaziale alla narrazione.Il romanzo però è altrove. Esso è individuabile nella mente, nelle emozioni, nelle passioni e nei dissidi morali e culturali di Sergio Collura. Sergio Collura è il personaggio principale che Lucio Paolo, secondo Sessa, scolpisce a tutto tondo.

Ciò accade perchè Alfonso vuole che emerga in carne ed ossa dalla scrittura, un personaggio che è un re nudo sul palcoscenico. Ma questo personaggio è ancora più nudo di qualsiasi re perchè non può neanche vestirsi dell’unica cosa che le persone normali hanno: ovvero i ricordi. Sergio Collura non ha infatti nemmeno la memoria per dare la parvenza di essere altro rispetto a come lo considerano gli altri. Pertanto, secondo Sessa, è inevitabile imbattersi in un personaggio (Sergio Collura) che crea stress. Ineluttabilmente infatti ci si riconosce con il personaggio e ci si riconosce nelle sue manie, nelle sue persecuzioni, nei suoi dubbi e nelle sue perplessità. Emerge dunque secondo Sessa, che Alfonso desideri raccontare qualcosa su se stesso e su di noi in quanto uomini prima ancora che lettori. La storia del personaggio è solo esteriormente una storia di eventi e avvenimenti.

Piuttosto è narrazione di una mente in evoluzione. Alfonso, a proposito del personaggio principale dell’opera, ovvero Sergio Collura, descrive con fascino come accade che ad un tizio che entra in coma poi ritorni la memoria. Sessa specifica che le due componenti oblio-memoria stanno insieme anche se l’uno è la negazione dell’altra e viceversa.Il titolo inoltre, non è il tema del romanzo. Piuttosto il titolo è l’artificio letterario che sostiene la struttura del romanzo. L’escamotage dell’oblio ha dei riflessi sulla struttura del romanzo. L’oblio è infatti un escamotage attraverso il quale vengono fatti filtrare gli eventi di cui si vuole parlare. L’autore non è interessato a delineare la dimensione psicologica dei personaggi che ruotano attorno al personaggio principale.Emilio è un intellettuale che va all’università. Ma il personaggio che conferisce all’opera grande poesia e che le dona lirismo è Billonia.Sergio e Billonia sono entrambe delle anime perse e inoltre aprono e chiudono il romanzo. Billonia resta immobile dall’inizio alla fine perchè Billonia è l’arte, l’irrazionalità e l’incapacità di identificarsi in modo stabile o di ancorarsi alla storia e alla realtà. Billonia è la fantasia e pertanto ha vita propria. Secondo Sessa, questo personaggio, per quanto strano, è molto reale.

Essa è un’immagine che si riflette in un pozzo ma forse è pazza o il padre è pazzo. Billonia è dunque un’allucinazione e sembra un rebus per il lettore. Forse è diafana come quelle crisalidi che vivono un giorno e poi muoiono.Questa trasparenza dell’anima, secondo Sessa, fa vivere Billonia più a lungo nell’opera. Essendo leggera e trasparente, non muore mai. In Billonia, secondo Sessa, vi è un pò di noi. Inevitabilmente si tende a riconoscersi in lei e anche il protagonista, attraverso Billonia, si mostra in grado di esplorare emozioni e pensieri. Il punto di equilibrio è delicato se si fa filtrare la realtà attraverso un personaggio trasparente. Occorre infatti portare il lettore in empatia produttiva rispetto allo scrittore. La narrazione di ambiente e personaggi, secondo Collura, è costruita in funzione dell’agire e del sentire dei personaggi.

Le descrizioni non stanno lì a rimpolpare le pagine.Fungono dunque da specchio delle emozioni del personaggio. Ecco spiegato dunque il senso delle descrizioni del paesaggio. Nell’opera “I promessi sposi” di Manzoni, niente è filtrato. Manzoni non parla in qualità di narratore interno, bensì in qualità di scrittore. Nel capitolo ottavo dell’opera comunque, il lago viene filtrato dagli occhi di Lucia. Le emozioni sono pertanto filtrate attraverso i personaggi.Sono loro che vedono il luogo in quel modo. Il lago, secondo Sessa, ha le stesse emozioni di Lucia e di Agnese.

Alfonso comunque, secondo Sessa, nel redigere il pezzo utilizza un linguaggio ricco, appropriato e persino barocco, ma sempre pronto ad adeguarsi ai cambi di registro.Nella stessa pagina l’autore cambia registro quattro o cinque volte, in rapporto al personaggo che parla. Nel romanzo, secondo Sessa, si sviluppano anche scambi dialogici (dialoghi).Alfonso inoltre, per quanto concerne la sintassi, utilizza l’ipotassi (cioè quell’artifizio in ordine al quale vi è una relazione tra una frase principale ed una subordinata dipendente). Tuttavia, secondo Sessa, questo ricorso all’ipotassi, non costituisce la regola del romanzo. Alfonso si ferma un attimo prima che il lettore perda il filo. L’ipotassi, nell’opera di Alfonso,segue l’incalzare dell’azione. La cementificazione selvaggia e le emissioni di anidride solforosa dell’Etna, insieme ad altri aspetti, creano ritmo nell’opera. Sessa inoltre esprime un tenue disappunto per il citazionismo didascalico dell’autore. Ad Alfonso piace infatti dimorare e adagiarsi su questo citazionismo. Il citazionismo è comunque dovuto alla sua formazione di insegnante.

La formazione intellettuale collima infatti con quella di Alfonso. Dietro le sue analisi vi è la scienza della letteratura. Alfonso dunque, grazie all’esegesi di Sessa, riesce a vedere il romanzo da più prospettive. Il confronto con il lettore è fondamentale per Alfonso poichè il lettore è un critico e l’opera non è un qualcosa di oggettivo.L’opera letteraria, secondo Alfonso, ha bisogno di essere investita di un senso che essa possiede parzialmente.A proposito del linguaggio barocco da lui utilizzato, Alfonso intende esprimere con esso una variazione del classico.Quindi il suo baracco non è una realtà geometrica come quella del Brunelleschi, che è un artista ascrivibile all’architettura rinascimentale.Si punta nell’opera sulla dinamicità dell’ipotassi per creare disagio profondo nel lettore senza farlo cadere in una perdita di orientamento.

Pertanto per ricondurlo, si utilizza la paratassi.Alfonso poi afferma che il primo romanzo è come il primo amore. Poichè si è innamorati del primo romanzo, non lo si conosce bene e non si è certi di portarlo a conclusione.Nel secondo romanzo invece ci si sente più sicuri e più tranquilli poichè si conoscono i percorsi lungo i quali è meglio avviarsi.Nel secondo romanzo non si avverte più, secondo Alfonso, la necessità di tracciare preventivamente un programma oggetto del libro. Si lascia pertanto alla storia la possibilità di svolgersi da sola, indipendentemente dalla volontà dell’autore. L’opera “Un lungo oblìo”, ambientata nella Catania di fine anni 90′, ruota attorno a un medico che si ritrova a subìre un percorso di ricostruzione della sua identità nel tentativo di riacquisire consapevolezza sul proprio ruolo nella società.

La presa di coscienza dovrebbe permettere al personaggio delle scelte. Il medico Sergio Collura, il quale si sveglia dal coma e viene riportato a casa dalla moglie, si ritrova in un ambiente nuovo in quanto ha dimenticato il passato. La moglie allora lo aiuta a ricostruire la memoria. Quì però scatta il dramma. Collura si accorge che riacquista le funzioni mnemoniche ma capisce che le persone attorno a lui fanno finta di aiutarlo. Così Collura effettua indagini che lo portano a scoprire questioni celategli da sempre. Per quanto concerne la caratterizzazione politica e ideologica, il romanzo è ambientato nel 1998: ovvero nell’anno in cui si chiude il processo “Orsa maggiore”, grazie al quale si individuano gli esecutori ma non i mandanti degli omicidi mafiosi. Nella fabula, si evince inoltre il tentativo a latere di costruire un affresco della realtà e dunque una storia fatta di intrighi e di scalate, con imprenditori che fanno di tutto per acquisire maggiore potere all’interno della politica.

La fine degl anni 90′ fu poi scandita da interessi di tipo finanziario legati alla rendita agraria. La fase storica sullo sfondo della quale si sviluppa la narrazione, si caratterizza anche per gli interessi economici che riguardano gli appalti pubblici. Utilizzando uno stile barocco comunque, Alfonso dinamizza gli ambienti attraverso forme stilistiche o forme di scrittura che fanno ricorso all’iperbole o alla metafora. L’autore dell’opera, centra l’obiettivo di disorientare il lettore e di riorientarlo secondo le aspettative che non sono quelle di chi ha realizzato l’opera, bensì quelle del lettore. Il romanzo è pertanto scritto dall’autore ma viene continuamente riscritto dal lettore. Il lettore è cooperativo perchè parte dalle precomprensioni e dunque dalle congetture le quali investono il romanzo di un significato che non è un elemento oggettivo ma soggettivo. Nell’opera emerge dunque un intreccio di polarità soggettive.Il volume non è un romanzo dell’ottocento, proprio perchè non traspare una dimensione oggettiva. Ogni lettore è pertanto chiamato ad interpretare l’opera anche alla fine della storia, la quale finisce con un “forse”.Le ultima pagine sono lasciate al lettore. Secondo Sessa, ci si trova dinnanzi ad un romanzo psicologico a sfondo, storico, politico e sociale.

Un lungo oblio non è un romanzo di azione o d avventura. Non vi sono cataclismi.Quello che riguarda l’azione succede prima del romanzo. Ovvero l’assassinio di Fava e la collusione mafia-impresa. “Un lungo oblio” non è un romanzo storico ma lo sfondo è politico-sociale. I fatti già accaduti sono filtrati attraverso persone fatte di personalità ed emozione.La vita colloca il personaggio in un’area sociale non di sua pertinenza. Questo crea in lui lacerazione. Sergio Collura è dunque un personaggio disadattato dopo il matrimonio, anche se un uomo deciso a compiere il salto sociale.romanzo psicologico esistenziale. Tuttavia, nel romanzo spicca una collusione basata su mafia-politica imprenditoria, la quale schiaccia il tentativo di riscatto sociale. L’autore comunque, a differenza di altri, evita lo sproloquio sulla mafia. Prima della conclusione del dibattito, l’attore Francesco Russo legge un brano che esalta la passione di Sergio Collura per Billonia. Venerdi si svolgerà il terzo appuntamento letterario, incentrato sulla presentazione dell’opera di Maria Pia Basso intitolata “Vento nell’anima”.

Umberto Trovato

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