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Catania, arresto a San Berillo vecchio per detenzione di stupefacenti

Catania, arresto a San Berillo vecchio per detenzione di stupefacenti

 

DIARA BAProsegue la pressante opera di bonifica del quartiere catanese “San Berillo Vecchio” da parte dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.

Gli agenti delle volanti hanno arrestato in flagranza di reato un extra-comunitario del Mali, resosi responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo hashish ed evacuato anche uno stabile dismesso.

In particolare, non appena acquisita notizia che un gruppo di stranieri di origine centroafricana avesse da tempo avviato una piazza di spaccio di droghe leggere, dopo essere stato sfrattato la settimana scorsa da uno stabile abbandonato di via Pistone aveva trovato riparo in un appartamento al primo piano di un altro stabile fatiscente, transennato dal Comune perché pericolante, ubicato ad angolo tra via Delle Finanze e via Di Prima, si pianificava l’irruzione.

Oltre a pattuglie delle volanti si facevano convergere sul posto anche un’unità cinofila antidroga con il cane Jagus e i Vigili del Fuoco con l’autoscala, potendo accedere nell’appartamento solo dall’esterno tramite una catena fissata all’inferriata della ringhiera di un balcone.

Non appena fatta irruzione nell’immobile gli agenti hanno notato subito uno straniero, poi identificato per il maliano 22enne richiedente asilo Diara Ba, il quale in fondo in una stanza si sbarazzava di una busta lanciandola tra l’immondizia. Subito recuperata si riscontrava contenere hashish per un peso complessivo poi quantificato in 100 grammi, di cui parte già frazionato in 80 stecchette simili a bastoncini, e il maggior quantitativo ancora integro per un controvalore al dettaglio stimabile in 1000 euro.

Altri 20 grammi ripartiti in stecchette dentro un involucro venivano trovati dal cane Jagus sopra il tetto di un appartamento attiguo allo stabile dove qualcuno degli stranieri lo aveva lanciato durante l’irruzione della polizia. Il maliano veniva dichiarato in arresto e su disposizione dell’Autorità giudiziaria di turno trattenuto presso le locali camere di sicurezza in attesa di giudizio per direttissima.

All’interno dell’appartamento vi erano altri nove africani, tutti originari del Gambia, i quali venivano condotti in Questura per accertamenti. Otto di loro venivano rilasciati perché provvisti di permesso di soggiorno o in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato mentre uno risultava essere gravato da decreto di espulsione e quindi trattenuto ulteriormente per dare corso al provvedimento.

Tramite gli operai del Comune si precludeva poi l’eventuale futuro accesso allo stabile dal balcone.

 

 

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