Calatabiano… fede, storia e tradizioni -
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Calatabiano… fede, storia e tradizioni

Calatabiano… fede, storia e tradizioni

Il 250° anniversario della “calata” di San Filippo “raccontato” in un libro ed un convegno

Nei giorni scorsi, presso il salone delle conferenze presso il Castello Crujllas di Calatabiano, è stato presentato il libro “Calatabiano… Fede, Storia e Tradizioni”, contenente fra i migliori contributi sulla storia di Calatabiano, su quella del suo Castello e sul culto locale di San Filippo Siriaco, ad opera di valorosi studiosi, fra cui il prof. Antonino Alibrandi, il compianto Ing. Giuseppe Tomarchio e l’altrettanto compianto magistrato dott. Giambattista Scidà.

L’iniziativa culturale è stata organizzata dal Comune di Calatabiano (sindaco il dott. Giuseppe Intelisano), dall’associazione culturale “Trinacria” (presidente il dott. Gaetano Tradito), col patrocinio della Regione Siciliana, del Gal-Terre dell’Etna e dell’Alcantara e dal Parco fluviale dell’Alcantara. Presenti folte delegazioni, capeggiate dai rispettivi sindaci, provenienti dai due centri siciliani che, oltre a Calatabiano, hanno vitale il culto per San Filippo Siriaco, cioè Agira (En) e Limina (Me), le quali, attraverso gli interventi dei loro primi cittadini, hanno ricordato la peculiarità del culto di San Filippo nei loro paesi.

L’iniziativa si è svolta nella ricorrenza del 250° anniversario di uno degli eventi che maggiormente identificano l’identità territoriale del territorio jonico-etneo, cioè la “Calata” del simulacro di San Filippo Siriaco, dal Castello in alto, al borgo in basso. La manifestazione ha visto radunarsi, in piazza Vittorio Emanuele, alle ore 17.00, molti giovani calatabianesi, vestiti in panni medievali, che, insieme ad organizzatori, amministratori, relatori e pubblico si sono recati, in parte a piedi e in parte con la funivia, su al Castello.

Arrivati al Salone Crujllas del Castello (attorno, un panorama mozzafiato, fra i più suggestivi di Sicilia), il poeta e artista Michele Patanè ha recitato, accompagnato dalla sua chitarra, una sua composizione, la “Poesia dedicata a San Filippo”. Indi, introdotte dalle parole del sindaco Intelisano e da quelle del dinamico dott. Tradito, le dotte relazioni del prof. Antonino Alibrandi (assistente di Storia Moderna, Storia del Mediterraneo e Storia della Sicilia presso l’Università degli Studi di Catania), di don Sebastiano Leotta (arciprete e parroco di Calatabiano), del dott. Filippo Ricciardi (sindaco di Limina), dell’ing. Gaetano Giunta (sindaco di Agira), della dott.ssa Laura Sorbello (studiosa di Storia), del dott. Giuseppe Morano (commissario straordinario del Parco fluviale dell’Alcantara) e dell’ing. Cettino Bellìa (presidente del Gal-Terre dell’Etna e dell’Alcantara). A inframmezzare le relazioni hanno provveduto le ricche e studiate voci dell’“Ensemble dell’istituto Johannes Brahms” di Riposto.

I presenti hanno ricordato come, quella realizzata, “sia stata fra le più valide iniziative culturali vissute, da anni, nel nostro territorio; mai, oltretutto, a Calatabiano, durante i festeggiamenti di maggio, è stato onorato San Filippo in questo modo, con un ricordo di fatti storici e cultuali sulla città, sul Santo e sugli altri luoghi siciliani di devozione sul Siriaco”.

A dare contenuto a questa iniziativa, riportiamo alcune notazioni, atte a descrivere la “calata”, redatte dall’allora giovanissimo prof. Antonino Alibrandi, nel giugno del 1981 (contenute all’interno del più vasto articolo “La festa di S. Filippo Siriaco”, sul mensile “Il Meridionale Italiano”): “… (il giorno della) festività, la domenica, dalle ore sedici in poi, la gente affluisce verso il castello, pigliando posto sui fianchi del monte. Verso il tramonto i fianchi sono gremiti, mentre la vecchia campana della chiesa del SS. Crocifisso “chiama” con rintocchi squillanti e ritmici tutti i fedeli; dalla piattaforma del castello ad uguali intervalli vengono sparati colpi di cannone. Al SS. Crocifisso il sindaco dà le rituali istruzioni ai portatori del simulacro, quando dopo tre (altrettanto rituali) colpi di cannone, accompagnato dal grido popolare di “Viva San Filippo”, il fercolo scende per la ripida discesa. Eccolo superare la curva più difficile, posta poco giù del “Carmine” ; una fitta di giovani sta sotto i braccioli, che servono a sostenere il simulacro, qualcuno cade, ma si rialza quasi sempre incolume. Quando il Santo supera la “Prima Croce”, in una zona ormai pressoché pianeggiante, alcuni colpi di cannone salutano il suo ingresso in Calatabiano. Alla “Prima Croce” il clero e il corpo musicale seguono anch’essi il fercolo, che ormai prosegue a passo lento. S. Filippo, portato quindi in processione per le vie del paese, verrà trasportato la domenica successiva di nuovo alla chiesa del SS. Crocifisso…”.

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