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Gli artigiani chiamano e Crocetta risponde chiedendo fiducia

Gli artigiani chiamano e Crocetta risponde chiedendo fiducia

Un incontro per approntare politiche mirate alla ripresa e al rilancio di un comparto risucchiato anch’esso dalle sabbie mobili della crisi: l’artigianato. È nel segno di questa finalità che, presso il teatro “Rex” di Giarre, è maturato l’incontro tra il presidente dell’Unione Liberi Artigiani di Giarre Diego Bonaccorso ed il presidente della Regione Rosario Crocetta.

Quello che un tempo assurgeva a settore trainante dell’economia giarrese, oggi è infatti stritolato da un periodo di delicata congiuntura economica. Il rischio, è che un eventuale collasso di questo prezioso segmento di imprenditorialità possa avere una negativa ricaduta su un intero indotto produttivo da sempre vocato al commercio. Consci di questa preoccupante prospettiva, i vertici dell’Ula Claai di Giarre hanno deciso di lanciare la piattaforma di sviluppo. Trattasi di un piano finalizzato soprattutto a restituire nuova linfa al Crias: ovvero la cassa regionale per credito alle imprese artigiane siciliane.

Dopo ore susseguitesi nell’attesa che il governatore della Sicilia arrivasse in teatro, i vertici dell’Ula Claai hanno dunque predisposto l’inizio delle disquisizioni sul tema in questione. Ad occuparsi dell’introduzione all’argomento, è intervenuto il giornalista Mario Pafumi, il quale ha specificato che gli artigiani non sono mai stati associazioni corporative ma che piuttosto essi hanno sempre guardato al sociale. Egli inoltre ha evidenziato come per esempio la tecnologia del ferro si sia evoluta e che nei tempi odierni esistano dei prefabbricati che necessitano solo di essere montati. Poi, sono emersi i punti attorno ai quali ruotano le vibranti istanze dell’Ula Claai.

Uno di questi si sofferma su un fondo di rotazione anemico e che dunque non viene più finanziato. Chiusa la puntualizzazione in merito all’onere di dare maggiore impulso al finanziamento agevolato per le imprese artigiane (fondo di rotazione), forti sono state poi le rivendicazioni esternate facendo appello a quanto prescritto dalla normativa relativa all’artigianato. Citando la legge n°3 del 1986 e la legge quadro 443 del 1985, i vertici dell’Ula Claai hanno indicato quei dispositivi che ancora rappresentano un baluardo tuttavia minacciato dall’attuale classe politica dirigente.

Non si placa poi la paura di accorpamenti che possano danneggiare la Crias. Sebbene il governatore Crocetta abbia per ora scongiurato il rischio di accorpamento della Crias sia con l’Istituto Regionale di credito alla cooperazione (Ircac) che con  l’Istituto Regionale per il finanziamento alle industrie in Sicilia, per l’Ula Claai il pericolo che tale accorpamento si materializzi, non è ancora da escludere. È stato poi imputato alla Regione di puntare ad una formazione imperniata su tirocini, e non allo sblocco di fondi in favore dell’apprendistato per l’artigianato. In seguito, il commercialista Concetto Sgroi ha fatto un excursus sui reali problemi che attanagliano il sistema imprenditoriale italiano. La burocrazia, l’inefficienza del funzionamento del sistema giudiziario in termini civili e penali e la corruzione sono stati indicati tra i maggiori responsabili della crisi di produttività del nostro Paese. Anche la Cina però, soprattutto per quanto concerne la Sicilia, è stata indicata come responsabile dell’indebolimento della competitività del sistema produttivo locale. I cinesi infatti acquistano i prodotti interessanti della nostra terra e saccheggiano così la fabbrica svuotandola delle sue tecnologie. Alla fine i nostri prodotti vengono rivenduti a prezzi più bassi e dunque più concorrenziali. Sempre lo stesso Sgroi ha specificato come siano state ridotte le spese per la sanità e come siano stati decurtati i trasferimenti pubblici di denaro in funzione della scuola. Dopo aver puntualizzato ciò, si è soffermato sulla decadenza di una Giarre dove l’ospedale è stato mutilato e dove è maturata la chiusura sia dello sportello esattoriale che del tribunale, oltre che una drastica riduzione del personale dell’agenzia delle entrate.

È stato poi evidenziato l’allarmante dato relativo ad un debito pubblico italiano aumentato solo lo scorso anno di 100 miliardi a fronte di 4 miliardi che mancano nel bilancio regionale. Tuttavia è emerso anche come una politica di riduzione del deficit pubblico e degli sprechi debba accompagnarsi ad una politica dei finanziamenti . Sottolineata anche la necessità di contrastare il prelievo fiscale, visto che il livello di tassazione italiano, attestandosi al 35%, è il più alto dell’Unione Europea. La chiusura di circa 19.000 imprese a Catania e provincia è per esempio la prova che il dato secondo cui l’incidenza del fisco sull’utile dell’impresa in Italia sia pari al 38%, è attendibile. Sia dalle parole del Presidente dell’Ula Claai Diego Bonaccorso che da quelle proferite da Rosita Di Mauro, responsabile ricerca sviluppo e formazione ula claai, è emerso l’obiettivo di puntare al trinomio sviluppo, tradizione ed innovazione. A fronte della contrazione dell’offerta del credito bancario che ha determinato la desertificazione del tessuto economico, oltre che una spinta allarmante verso prestiti e usura, sia Bonaccorso che Di Mauro il finanziamento di uno strumento fulcro del sostegno economico alle imprese come la Crias. Blocco della domanda interne e contrazione dei consumi a causa della liquidità stanno infatti danneggiando le piccole e medie imprese. A proposito di ciò, è stato precisato che le botteghe-scuola siano ormai tristemente oggetto di una parabola discendente. Forte il richiamo al dovere, da parte della Regione, di investire i fondi strutturali europei nella direzione dell’apprendistato anche per quanto riguarda il pianeta artigianato.

Dopo l’intervento del sindaco Roberto Bonaccorsi, il quale ha evidenziato la necessità che la Regione manifesti maggiore solidarietà agli enti locali, il presidente della Regione Crocetta ha ricordato come, sebbene dal 2007 al 2013 il Pil siciliano avesse conosciuto un decremento attestatosi ad oltre il 13% e sostanziatosi nella chiusura di 25.000 imprese, nel 2014 non vi sia stata alcuna perdita. Egli ha poi specificato che i 650 milioni di euro di entrate costituenti un plus, sono stati utilizzati per coprire i buchi di bilancio di certi enti. Pertanto Crocetta ha invocato la necessità che le associazioni non siano uno stipendificio ma che contribuiscano allo sviluppo produttivo. Egli poi ha accusato le banche di non elargire credito alla Sicilia poiché continuano a considerare sofferente l’economia siciliana. Investire i fondi per il finanziamento del credito alle imprese puntando sull’ircac e utliizzare dunque correttamente i fondi strutturali europei, è uno degli obiettivi del governatore, insieme a quello di ridurre i componenti del consiglio di amministrazione della Crias, in ordine ad un programma di semplificazione amministrativa contemplato anche dalla legge. Oltre alla politica di ripresa del Pil e alla politica tesa all’utilizzo dei fondi per il finanziamento del credito alle imprese, Crocetta ha dato risalto alla questione dei due principali criticità della città: la chiesa Madre e l’ospedale. Per quanto concerne la chiesa Madre, la riattivazione della seconda tranche del finanziamento sarà a suo avviso attenzionata. Per quanto concerne invece l’ospedale di Giarre, dalle sue parole emerge che è stato già un miracolo scongiurarne la chiusura verso la quale era orientata anche il ministro della Sanità Lorenzin. È risultato chiaro che il nosocomio rientrerà insieme a quello di Acireale nella logica degli ospedali riuniti e che tale logica dovrà essere imperniata sulla creazione di punti di specialità.

Umberto Trovato

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