L’acese dott. Valenti ricorda il proprio sequestro in Cecenia nel 1996 -
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L’acese dott. Valenti ricorda il proprio sequestro in Cecenia nel 1996

L’acese dott. Valenti ricorda il proprio sequestro in Cecenia nel 1996

Gradito ospite e relatore nell’incontro su “Triste evento vissuto in Cecenia” promosso dall’associazione culturale “Archimede”, tra ex alunni e docenti del liceo scientifico statale “Archimede” di Acireale, è stato il dottore Giuseppe Valenti, acese, classe 1934, medico chirurgo e urologo a Vicenza. Valenti, ex alunno dell’istituto acese  S. Michele gestito dai Padri Filippini, per oltre trent’anni si è anche impegnato come medico volontario in diverse organizzazioni umanitarie quali la Cuam di Padova, il Coopi di Milano, il Cosvi e l’InterSos di Roma, in Tanzania, Uganda, Bosnia, Etiopia, Somalia e Cecenia.

L’illustre relatore è stato presentato dal prof. Angelo Lizzio, socio ed ex presidente dell’associazione ‘”Archimede”, il quale ha subito sottolineato la vecchia conoscenza con il dottore “Pippo” Valenti iniziata nelle aule dell’istituto S. Michele dove hanno avuto trasmessa “una buona e sana formazione umana oltre che culturale e uno stie di vita basato sui principi cristiani dell’amicizia, del vivere in armonia con il prossimo, secondo i canoni oratoriani di S. Filippo Neri”.

Di seguito ha, quindi, fatto presente l’argomento dell’incontro nel quale il dottore Valenti ha rievocato il suo sequestro in Cecenia nel 1996, sequestro durato circa tre mesi, in condizioni molto precarie di igiene, nutrimento e per la sua stessa vita. Il dottore Valenti prendendo la parola ha ritenuto opportuno, prima di riferire su quei tristi giorni del sequestro durante la fase della guerra tra i russi e ceceni, ha ricordato gli anni vissuti ad Acireale e Aci Catena con i tanti amici presenti, gli anni dell’Università a Catania. Università in Medicina e Chirurgia, prima, e successiva Specializzazione in Chirurgia generale, dove ha appreso l’arte del mestiere da ottimi “maestri” tanto da affrontare nelle nazioni sopra richiamate  qualunque tipo di intervento, con i pochi mezzi a disposizione trovati sul posto. Commosso,  pertanto si è inoltrato in quei ricordi distanti ormai ben diciannove anni. Partito per la Cecenia il 12 agosto del 1996 con altri due colleghi per conto dell’InterSos di Roma, nella prima settimana del successivo mese di settembre, la missione medica a favore dei ceceni feriti è improvvisamente terminata per il sequestro della sua persona e quella dei suoi due colleghi, ad opera di “ignoti”malfattori.

Da quel momento non ha avuto più contatto con i propri familiari e con il mondo esterno, patendo, come sopra accennato, la fame, il freddo, la minaccia di morte. Alla fine di tanti trasferimenti da un luogo ad un altro per evitare che il nascondiglio fosse individuato dai soccorritori attivati dall’ambasciata italiana a Mosca, intervenuta da subito nelle ricerche, dopo ben 64 giorni i tre medici sono stati liberati.

Con o senza il pagamento di un riscatto – ha commentato Valenti – ancora oggi non sono in grado di dirlo”. Dopo il grido in ceceno di “sloboda” (libertà) da parte dei carcerieri i nostri tre volontari medici sono stati imbarcati su un aereo diretto a Mosca dove era in attesa di riceverli l’ambasciatore italiano, S. E. Emanuele Scammacca del Murgo (recentemente scomparso ndR), diplomatico e gentiluomo siciliano. E così è stato, tra abbracci, lacrime di gioia, ricordi vari tra siciliani che hanno sempre volato alto. All’interessante incontro aveva già assicurato la sua presenza anche il barone Scammacca del Murgo ma la sua repentina morte avvenuta il 14 febbraio precedente all’incontro ha annullato il piacere della sua presenza ad Acireale e della sua diretta testimonianza.

Molti dei presenti, alla fine della conversazione, si sono complimentati con l’eroe Giuseppe Valenti per lo stile della sua vita e tra questi ricordiamo Padre Alfio Cantarella che lo ha portato ad esempio dell’applicazione dei canoni oratoriani di Filippo Neri.

Camillo De Martino

Nella foto da sinistra il dottore Giuseppe Valenti ed il prof. Angelo Lizzio.

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