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Randazzo, si infuoca il dibattito politico

Randazzo, si infuoca il dibattito politico

Ad animare il dibattito politico locale prevale la mozione di “censura” contro il presidente del Consiglio comunale Antonino Grillo, votata lo scorso 25 novembre (leggi l’articolo Randazzo, “censurato” dal Consiglio comunale il presidente Grillo). Sul piano istituzionale, l’atto politico ha avuto come immediata conseguenza le dimissioni volontarie della vicepresidente Serena Russo (leggi l’articolo Randazzo, acque agitate in Consiglio comunale). Intanto c’è chi chiede, con forza, anche quelle del presidente Grillo che da parte sua, invece, fa sapere di non avere nessuna intenzione di rassegnare le proprie dimissioni, respingendo ogni accusa che gli viene rivolta contro.

A spiegare le articolate motivazioni che stanno alla base della mozione di “censura” contro il presidente Grillo e replicare alle dichiarazioni espresse dai capigruppo di maggioranza Ceraulo, Anzalone ed Emmanuele, sono i capigruppo dell’opposizione, i consiglieri Alfio Ragaglia (della lista “Del Campo Sindaco”) e il consigliere Freddy Pillera (capogruppo della forza politica eletta nella coalizione “Francesco Sgroi Sindaco”), mentre il Pdl ha fatto pervenire una dichiarazione a firma congiunta dei consiglieri Rubbino, Minissale e Arrigo.

Dalle lunghe dichiarazioni, si desume che l’iniziativa di censurare il presidente del Consiglio comunale Grillo sia scaturita dopo una serie di inadempienze, sia sul piano amministrativo sia su quello formale, che – a detta degli interessati – sono emerse durante i lavori del Consiglio comunale fin dalla sua costituzione.

“La censura – dichiara in una nota il capogruppo Ragaglia – è riferita all’incompetenza e all’incapacità del presidente Grillo che nel dirigere i lavori del Consiglio non garantisce le prerogative dei consiglieri comunali. Durante le sedute, spesso il presidente si sostituisce al sindaco e agli assessori facendo affermazioni sbagliate e che non gli competono. Lui dovrebbe essere al di sopra delle parti e garantire equità nel Consiglio comunale. Cosa che non riesce a fare. E quello che pensiamo come gruppo consiliare – si legge nella nota – riteniamo che lo pensi tutta la cittadinanza, almeno per quello che sentiamo in giro. La mozione di censura ha avuto il suo culmine con la lettera inviata dalla segretaria comunale a tutti i consiglieri con cui, di fatto, censurava lo stesso presidente considerandolo un buono a nulla e “minacciando” i consiglieri sulla durata dei consigli comunali. Io stesso ho ricordato alla segretaria che ha dimenticato l’art. 21 della costituzione che dice “tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Figuriamoci i consiglieri comunali che rappresentano la cittadinanza. Penso che la segretaria abbia fatto invasione di campo entrando in argomenti che non sono per niente di sua competenza. Da parte del presidente silenzio assoluto. Per tali motivi lo si ritiene inadeguato a ricoprire tale carica e per questo ne chiediamo le dimissioni. Per molto meno nella scorsa legislatura il suo predecessore si è dimesso dalla carica. Riguardo al fatto che la maggioranza dichiari di avere stravinto le elezioni – continua la nota – mi domando: ma come mai hanno ottenuto solo otto consiglieri comunali e non dodici, perdendo anche il ricorso che hanno presentato al TAR? Loro di fatto sono in minoranza e in Consiglio non riescono a deliberare nulla se non con il contributo e il consenso delle minoranze. Quindi, non hanno vinto nulla. Ad oggi non esiste ancora alcuna bozza di bilancio, a distanza di due mesi dalla scadenza prevista per l’approvazione (30 settembre); sono finiti i posti al cimitero e ancora devono pubblicare il “famigerato” bando che a detta dell’assessore ai Lavori Pubblici doveva essere completato entro dicembre 2014 (completata l’opera nel suo insieme, non il bando). Per non parlare delle tante delibere portate in Consiglio incomplete e poi rinviate o ritirate dall’Amministrazione comunale. La verità è che tutti gli uffici sono bloccati – si legge ancora nella nota –, non esiste una linea di indirizzo, né alcuna programmazione da parte del sindaco; si va avanti per forza di inerzia con la conseguenza di avere immobilizzato il paese. Chi parla di ostruzionismo dice bugie e non la verità. Fino all’ultimo Consiglio abbiamo approvato il regolamento per il trasporto degli alunni, che senza la presenza della minoranza sarebbe saltato. È da notare, invece, – conclude la nota del capogruppo Ragaglia – che nelle sedute del Consiglio la maggioranza non è mai presente, su otto consiglieri in genere ne sono presenti tre, al massimo quattro”.

“Non stupisce l’incoerenza politica dei consiglieri Ceraulo, Anzalone ed Emmanuele – afferma con un’altra nota Freddy Pillera, capogruppo della forza politica eletta nella coalizione “Francesco Sgroi Sindaco” –. Il Paese, da anni, conosce il loro operato politico e parecchie volte ha assistito, con stupore, ai loro cambiamenti di opinione. Preoccupa, invece, l’accumularsi continuo di bugie che non solo tradisce la fiducia di tutti i cittadini, ma rischia di screditare l’operato di coloro che si impegnano per la verità e la legittimità. I cittadini – si legge nella nota – non possono essere così offesi e la mozione di censura non può essere assolutamente definita un’azione destabilizzante. Non basta stravincere le elezioni, come dicono i tre consiglieri di maggioranza, ma bisogna amministrare con onestà e con senso di responsabilità; agire, impegnarsi ogni giorno per risolvere i problemi. Invece regna la confusione, la superficialità, l’indecisione. Nelle varie riunioni del Consiglio comunale sono stati effettuati tutti i tentativi possibili per risvegliare gli amministratori da questo deleterio torpore, per ripristinare la legalità. Gli stessi consiglieri di maggioranza definiscono le riunioni del Consiglio “teatrini”, ammettendo palesemente la scarsa considerazione che riservano alla verità e alla legalità. Questo merita il nostro Paese? Sicuramente no! La mozione di censura al presidente Grillo non è certo un atto destabilizzante – continua la nota –  ma l’ennesimo tentativo per mettere un freno ai gravi errori che hanno provocato, e continueranno a provocare, danni pesanti ai cittadini. Sin dal primo giorno dalla sua elezione, il consigliere Antonino Grillo si è convinto di essere presidente degli Stati Uniti, perdendo così di vista i problemi veri del suo piccolo paese. Con il suo comportamento arrogante e provocatorio, ha calpestato tutte le legittime prerogative dei consiglieri comunali. Cosa ancora più grave, il presidente non ha mai portato atti chiari e completi per i punti stabiliti nell’ordine del giorno dei vari Consigli. Tanti gli inviti per indurlo a cambiare rotta, per rivendicare quella legalità formale e sostanziale troppo spesso trascurata. Se nulla è servito, la difesa del paese, che rischia seriamente di collassare, non permette di restare inermi. Allo stato attuale, è chiaro che il presidente Grillo non è più gradito alla maggioranza dei consiglieri comunali (anche quelli che avevano votato per la sua elezione, ora, hanno votato la censura del suo comportamento).  In tale contesto – conclude la nota del capogruppo Pillera – è chiaro che la censura non ha una valenza formale, ma  sostanziale: un vero e forte atto di sfiducia a  nome dei cittadini delusi e preoccupati. Orgoglio, dignità e buon senso vorrebbero, come ha fatto il vicepresidente, che anche il presidente Grillo rassegnasse le dimissioni, rimettendo il tutto nelle mani del consiglio comunale, per il bene del nostro Paese.

“Il gruppo consiliare del Pdl – si legge nella dichiarazione giunta da questo gruppo politico – fin dalla prime sedute del Consiglio ha evidenziato che la figura del presidente Grillo non sarebbe stata di garanzia per il Consiglio, vista la modalità e il contesto politico in cui era scaturita l’elezione. Allo stesso tempo, il Pdl ha sempre cercato di far cambiare passo al presidente. Tant’è che abbiamo inviato una nota, riscontrabile agli atti, che voleva essere un monito per indurlo a modificare il suo, discutibile, operato nella conduzione dei lavori. Tra le tante mancanze, ricordiamo una richiesta di convocazione di Consiglio comunale sul Piano Regolatore, protocollata nel settembre 2013, di fatto mai evasa. Ciò costituisce una violazione del Regolamento del Consiglio.

Anche la mozione di censura di due mesi fa malgrado non sia stata approvata (con una votazione di dieci Consiglieri contrari e dieci a favore), avrebbe dovuto far capire che le condizioni politiche erano cambiate e non si sarebbero accettati altri errori.

Con la mozione di censura approvata l’altro giorno, il presidente Grillo deve constatare che i rapporti con l’aula si sono ulteriormente incrinati. Pertanto, riteniamo che dovrà prendere le dovute decisioni, a garanzia del Consiglio e della carica che ricopre, per evitare che ogni atto si trasformi in un continuo scontro.

Né appare accettabile la patetica “difesa d’ufficio” dei capigruppo consiliari che sostengono il sindaco, dal momento che, piuttosto di fare un esame di coscienza e pensare a quanto fatto, o meglio dire “a quanto non fatto”, in oltre un anno di governo, accusano l’opposizione di ostruzionismo.

A ciò, il Pdl grida “Vergogna!”, almeno per tre motivi:

1) Nel 2013 il sindaco Mangione è stato eletto con la percentuale del 22% dei cittadini randazzesi, e con il 34% dei votanti, che, certamente, non costituisce la “stravittoria” che si vorrebbe lasciare intendere;

2) Mai il nostro gruppo consiliare ha perpetrato contro il presidente Grillo “attacchi personali e sterili”, ma si è solo limitato a difendere le proprie prerogative dai continui silenzi del sindaco e della sua Giunta rivolgendosi all’organo istituzionalmente preposto, cioè il presidente del Consiglio comunale che dovrebbe, in totale e assoluta imparzialità, tutelare tutte le forze politiche presenti in Consiglio;

3) Chi finora si è limitato a fare solo “lunghi teatrini”, poiché null’altro è riuscito a produrre, se non l’aumento scellerato delle tasse, è invece proprio questa maggioranza che oggi punta il dito contro le opposizioni nel maldestro tentativo di far passare in secondo piano la propria assoluta incapacità di governo.

Il nostro gruppo – si legge ancora nella dichiarazione – ha sempre agito e operato con un atteggiamento costruttivo svolgendo il proprio ruolo di opposizione con senso di responsabilità, proponendo sempre soluzioni e suggerimenti per affrontare i tanti problemi che affliggono la nostra città. L’ultima di queste, ma solo in ordine di tempo, (risale a qualche giorno fa) e riguarda una possibile parziale soluzione del grave problema della carenza di posti al cimitero, in tempi brevi e a basso costo per il Comune. Ma anche questa iniziativa è stata regolarmente “stoppata”. Pertanto – concludono i tre consiglieri del Pdl – rigettiamo con forza ogni misero tentativo di questa maggioranza (o meglio minoranza), di “imbrogliare le carte” e di accusare gratuitamente e falsamente, tra le altre forze d’opposizione, anche in nostro Gruppo consiliare che, invece, ha sempre svolto con puntualità, professionalità e competenza, il mandato conferito dagli elettori cui, sicuramente, non interessano gli eventuali e paventati “scotti” pagati dal presidente Grillo a causa del mancato suggellamento di occulti accordi, peraltro, a quanto pare, nemmeno onorati.

Gaetano Scarpignato

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