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Catania, al Partenio sconfitta di rigore

Catania, al Partenio sconfitta di rigore

Il Catania interrompe la mini serie positiva ad Avellino, che passa su rigore nel primo tempo con Castaldo e respinge con mestiere gli assalti dell’undici di Sannino, volenteroso ma spuntato e confusionario. Il Catania non vince al Partenio da quindici anni.

Attraverso un’analisi frettolosa – e semplicistica – farebbe comodo affermare che il Catania è stato vittima di una ricaduta. Che non si era completamente ristabilito e che le due vittorie, ottenute contro Vicenza ed Entella, avevano un peso specifico relativo. Più serenamente, si dovrebbe invece valutare la gara senza condizionamenti di sorta, accogliendo la sconfitta senza drammi per ripartire con slancio proprio dagli errori commessi. Per correggerli.

 Lo schieramento del Catania, orfano di Rosina (20 giorni di stop per infortunio), è quello preventivato alla vigilia. All’interno della linea difensiva, Capuano e Sauro sono i centrali, Peruzzi e Gyomber sugli esterni, a destra e sinistra rispettivamente. La maglia da terzino sinistro affidata allo slovacco (ruolo che già aveva ricoperto lo scorso anno in rossazzurro ed in nazionale maggiore) libera Monzon lungo la linea dei centrocampisti, affiancato da Rinaudo, Escalante e Martinho, che occupa l’out destro. In avanti, Leto vince il ballottaggio con Çani e parte da titolare al fianco di Calaiò.

Rastelli deve fare i conti con le assenze di Rodrigo Ely e Schiavon e risponde con un 3-5-2 molto fisico: Pisacane, Vergara e Chiosa (la difesa che ha bloccato il Perugia lo scorso turno al “Curi”) sono i centrali difensivi, Regoli e Visconti gli esterni di centrocampo. In mezzo, D’Angelo, Kone ed Arini. In avanti, bomber Castaldo ed Arrighini, preferito ad un opaco Comi.

 Il Catania parte bene ed è proprio l’undici di Sannino ad imporre il proprio gioco attraverso una marcata supremazia territoriale. I rossazzurri sono più grintosi rispetto all’avversario che invece parte col freno a mano tirato (gli irpini sono tra le squadre della cadetteria col peggior score in avvio gara ed hanno subìto un terzo delle reti totali tra il primo ed il quindicesimo minuto di gioco) e riescono ad arrivare in anticipo sui palloni. C’è grande densità in mezzo al campo, com’era prevedibile, e si lavora molto su gli esterni.

La gara cambia al minuto 21, quando Frison atterra Castaldo in ara di rigore. Rigore netto ed ammonizione per l’estremo difensore rossazzurro che sa di averla combinata grossa. Il capocannoniere della Serie B non sbaglia e da qui cambia la gara. Perché il Catania perde fiducia e la manovra ai venticinque metri, già problematica a causa dell’assenza di Rosina, diventa ancora più ingarbugliata. Il Catania c’è, intendiamoci. Non gioca bene, ma nemmeno la peggior gara esterna. Quantomeno per impegno.

Nella ripresa un paio di buone occasioni per parte, vola qualche calcio di troppo ed Aureliano è costretto a tirar fuori i cartellini. Il Catania si riposiziona in campo, ci prova anche con il 4-3-3 nell’arrembaggio finale con Çani. Ma il risultato non si schioda dall,uno a zero. Troppo poco per acciuffare un pari che gli etnei, ai punti, avrebbero anche meritato.

I numeri dicono che c’è un “problema trasferta”. Vero, considerato che in stagione il Catania, lontano dal “Massimino” ha racimolato un solo punto, quello di Crotone, sui diciotto disponibili. E risulta parimenti indicativo il dato relativo alla differenza reti in trasferta: meno sette (3 segnate, 10 subite), segnale inequivocabile di assenza di personalità. Tutto da analizzare, studiare, correggere, ma senza drammi. Perché gli elogi profusi ai rossazzurri per il gioco ritrovato contro la Virtus Entella sono stati meritati.

 Una menzione particolare merita la gara di Sebastian Leto. Che passerebbe inosservata se non fosse che proprio l’argentino era l’osservato speciale, sotto accusa da sempre, in Italia. L’argentino le da e le prende, si impegna e lotta ma il suo contributo alla fase offensiva continua ad essere impalpabile. Ancora più evidente nella giornata no di Calaiò, generosissimo attaccante moderno che avrebbe bisogno di rifiatare un po’ (sin qui ha saltato solo Vercelli per squalifica).

Non convincono a pieno gli stravolgimenti tattici voluti da Sannino, costretto poi a rivedere l’assetto della squadra a partita in corso. Scelte che comunque rimangono ininfluenti nell’andamento e nel risultato finale della gara. Il Catania dovrà adesso recuperare energie fisiche e mentali, dopo i tre impegni concentrati in soli 7 giorni, per prepararsi al meglio alla sfida casalinga contro il Varese. Impensabile pensare ad un risultato diverso dalla vittoria, soprattutto in considerazione del deficitario andamento in trasferta.

Carlo Copani

 AVELLINO-CATANIA 1-0

reti: 23′ Castaldo rig.

AVELLINO (3-5-2): 22 A. Gomis; 19 Pisacane, 17 Vergara (20 Bittante dal 27′), 27 Chiosa; 14 Regoli, 8 D’Angelo, 21 Kone, 4 Arini (3 Zito dal 64′) 13 Visconti; 10 Castaldo, 11 Arrighini (9 Comi dal 75′).

A disposizione: 1 Frattali, 2 Petriccuolo, 23 Angeli, 24 D’Attilio, 7 Pozzebon, 15 Souamarè. All.Rastelli

CATANIA (4-4-2): 1 Frison; 2 Peruzzi (7 Marcelinho dal 28′), 24 Capuano, 15 Sauro, 23 Gyomber; 6 Martinho (16 Calello dal 55′), 21 Rinaudo, 8 Escalante (17 Cani dal 76′) 18 Monzon, 9 Calaiò, 11 Leto.

A disposizione: 12 Ficara, 28 Parisi, 33 Ramos, 20 Chrapek, 13 Garufi. All.: Sannino

Ammoniti: Pisacane, Arrighini, Bittante (A); Frison, Gyomber, Calello (C)

Recupero: 3′ + 4′

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