Catania-Vicenza 3-1. La vittoria dei nervi -
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Catania-Vicenza 3-1. La vittoria dei nervi

Catania-Vicenza 3-1. La vittoria dei nervi

I fischi provenienti dalla curva nord che accompagnano i giocatori in maglia rossazzurra al termine della gara vinta per 3-1 sul Vicenza, basterebbero, da soli, a fotografare l’attuale clima che si respira attorno alla società di via Magenta. Un Catania ammalato, così lo ha definito Sannino nel dopo partita, che ha preso un’aspirina e che deve ancora ristabilirsi. In campo si rivede Rinaudo, fermo ai box da oltre 40 giorni a causa di un infortunio di natura muscolare ed in difesa si registra il rientro del jolly Capuano, stavolta nel ruolo di centrale difensivo. Tra le file biancorosse nessuna defezione di rilievo ed anzi, i problemi di abbondanza all’interno del pacchetto arretrato, convincono Lopez a turnare capitan Camisa in favore del più fresco Figliomeni. In mezzo l’ex Sciacca, in avanti il messinese Ragusa.

 Catania e Vicenza condividono la sterilità offensiva (le due squadre sono andate a segno, nel corso di questa stagione, solamente con tre giocatori differenti) e la scarsa tenuta difensiva. Il Vicenza è addirittura a secco di gol, relativamente alle gare giocate in trasferta, da oltre un mese; il Catania ha incassato sette reti negli ultimi tre incontri.

Il Catania della prima frazione di gara è inguardabile, senza mezzi termini. Il 4-4-2 fortemente voluto dal tecnico campano è ancora tutto da rodare. Offre maggiori garanzie in fase difensiva, non c’è dubbio, ma fatica a trovare una idea di gioco definita, costringendo Rosina a correre molto più del necessario per proporsi ai compagni. In avanti, la “strana coppia” Calaiò-Çani non convince e l’albanese dei primi 45′ fa quasi rimpiangere Leto, seduto in panchina a meditare su bottigliette, strette di mano negate e prestazioni abbondantemente al di sotto della sufficienza.

Nella ripresa, tutta la gara. Prima il vantaggio del Catania ad opera di Çani che deve solo metterci il piattone dopo lo splendido assist in acrobazia di Calaiò, poi il fallo da ultimo uomo di Sbrissa che lascia il Vicenza in inferiorità numerica per 40 minuti e consegna le chiavi del raddoppio a Rosina. Che si lascia però ipnotizzare da Bremec, calciandogli addosso e fallendo il secondo tiro dal dischetto stagionale consecutivo.

Poco male, giacché il Vicenza – che aveva addirittura rischiato di passare in vantaggio nel primo tempo – in dieci uomini fatica e scompare alla distanza. I rossazzurri ne approfittano e raddoppiano e poi triplicano, con Calaiò (dagli undici metri) e Martinho rispettivamente.

Il gol della bandiera, per gli ospiti, arriva nei minuti di recupero grazie all’inzuccata di Garcia Tena che supera l’incolpevole Frison.

E qui ritorniamo ai fischi della curva nord, misti a timidi applausi provenienti dagli altri settori del “Massimino”, coi quali abbiamo iniziato. Fischi di delusione e di rabbia per delle aspettative create e non soddisfatte, per una gestione che ha creato una frattura profonda tra la società e la tifoseria più accesa. Che vuole che Pablo Cosentino torni in Argentina. O a Miami, purché non più ai piedi dell’Etna. Obiettivamente, però, corre l’obbligo di sottolineare il cambio di marcia col quale il Catania ha affrontato la ripresa. Fatta di buona corsa, determinazione e rabbia agonistica. Su tutti Calaiò, un gol e due splendidi assist, che non ha smesso di correre per un solo istante. Un tarantolato dalla grande tecnica. Sotto tono Rosina, in ombra come i compagni durante il primo tempo, psicologicamente provato per il rigore fallito nel corso della ripresa. Si è (ri)visto Monzon: scatti, progressione e una buona castagna. Che siamo già in autunno. Tra appena tre giorni, è di nuovo campionato. Nuovamente al “Massimino”, contro la Virtus Entella. Per il Catania una ghiottissima occasione per risalire la classifica e dare un senso alla stagione, che si prospetta quanto mai incerta e combattuta alla luce, soprattutto, della classifica cortissima. La più corta degli utili i venti anni.

Carlo Copani

Catania-Vicenza 3-1

marcatori: 48′ Çani (C), 82′ Calaiò (C) rig., 89′ Martinho(C), 92′ Garcia Tena (V)

Catania (4-4-2): 1 Frison; 2 Peruzzi, 15 Sauro, 24 Capuano, 18 Monzon; 10 Rosina, 8 Escalante (27 Jankovic dal 40′ s.t.), 21 Rinaudo, 6 Martinho; 9 Calaiò, 17 Cani (7 Marcelinho dal 30′ s.t.)

A disposizione: 12 Ficara, 28 Parisi, 37 Di Maio, 33 Ramos, 20 Chrapek, 13 Garufi, 11 Leto.

Allenatore: Sannino

Vicenza (3-5-2): 1 Bremec; 23 Gentili, 32 Figliomeni, 14 Garcia Tena; 27 Laverone, 8 Cinelli, 21 Di Gennaro, 18 Sciacca (20 Sbrissa dal 7′ s.t.), 31 Sampirisi; 28 Ragusa (29 Lores Varela dal 29′), 19 Cocco (11 Spiridonovic dal 33′ s.t.)

A disposizione: 22 Vigorito, 7 Brighenti, 26 Camisa, 4 Moretti, 16 Gerbaudo, 10 Giacomelli.

Allenatore: Lopez

Arbitro: Pezzuto di Lecce

Assistenti: Disalvo, Oliveri – IV uomo: Catona

Ammoniti: 34′ Cani, 46′ Cinelli

Espulsi: 8′ s.t. Sbrissa

Recupero: 2′ + 4′

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