Taormina, Meridien e la gioventù bruciata -
Catania
15°

Taormina, Meridien e la gioventù bruciata

Taormina,  Meridien e la gioventù bruciata

Hanno un nome e cognome i presunti piromani che hanno dato fuoco l’altra notte alla Discoteca Meridien di Taormina. I Carabinieri hanno denunciato in stato di libertà due catanesi

I fatti. Erano le due di notte del 9 maggio scorso quando un violento incendio è divampato nella veranda esterna del Meridien, nota discoteca della rivierasca di Spisone a Taormina. Le fiamme erano state notate da numerosi passanti in transito che avevano prontamente avvisato i Vigili del Fuoco ed i carabinieri, oltre che i proprietari della struttura. In un primo momento si era pensato ad un possibile incendio accidentale dovuto ad un corto circuito. Peggio, era stata valutata anche l’ipotesi di una ritorsione legata al racket delle estorsioni. Nessuno, però, immaginava che il quadro della vicenda di lì a poco avrebbe assunto dei contorni ben differenti e forse più grotteschi.

Le indagini, infatti, hanno preso una precisa direzione dopo la visione delle immagini registrate dalle telecamere del sistema di video sorveglianza. Le telecamere hanno immortalato le sagome di due uomini nell’attimo in cui hanno iniziato a cospargere di liquido infiammabile i divanetti e le altre suppellettili presenti sulla veranda del locale.

Esclusa, dunque, l’ipotesi del corto circuito, si facevano chiaramente strada ben più gravi congetture. La visione dei filmati ha dimostrato come le fiamme, in pochi istanti hanno devastato tutti i mobili e le attrezzature musicali della discoteca. Poi una scena tragicomica ripresa distintamente dalle telecamere di sicurezza che hanno immortalato uno dei piromani nell’istante in cui – intento a dare fuoco – è stato raggiunto da una fiammata che gli ha bruciato i pantaloni che indossava e che, per mettersi in salvo, è stato costretto a tuffarsi nel vicino mare.
Le immagini del sistema di video sorveglianza fin troppo chiare hanno consentito di identificare almeno uno degli autori: davanti ai monitor, i titolari del locale e i carabinieri concordavano sull’identità di uno dei piromani. Troppo profonda la conoscenza di quell’individuo, con il quale si erano create pregresse questioni di rancore. Alla base dell’insano e maldestro gesto criminale una serie di controversie insolute. Un gesto che avrebbe potuto portare a danni ben più gravi: infatti, si è anche appurato che alcune persone stavano riposando a pochi metri dal luogo in cui è divampato l’incendio.
Appena acquisiti gli elementi sufficienti, i carabinieri della Stazione di Taormina con i colleghi di Graniti, nel pieno della notte, hanno individuato e fermato a Catania uno dei due presunti piromani, un agente di commercio di 55 anni che, di fronte all’inconfutabilità delle immagini e delle altre risultanze investigative, ha ammesso le proprie responsabilità fornendo una precisa ricostruzione dei fatti. Grazie alle rivelazioni dell’uomo è stato quindi possibile individuare anche il secondo presunto piromani, un 36 enne di Catania, commerciante, il quale interrogato dai Cc presso il comando di piazza Dante a Catania si è detto totalmente estraneo al motivo del contendere ed ha dichiarato di aver “aiutato” l’amico, senza un’apparente ragione se non per spirito di amicizia. Al termine dell’attività i carabinieri della Compagnia di Taormina, hanno deferito in stato di libertà i due catanesi per incendio doloso aggravato. I danni causati da questa maldestra vendetta ammontano a circa 40.000 euro. Ancora una volta, il tempestivo intervento dei carabinieri della Compagnia di Taormina, attraverso tutte le sue componenti operative che, di giorno e di notte, vegliano sul territorio, ha consentito di risolvere tempestivamente un caso che poteva creare grave allarme sociale.

Potrebbero interessarti anche