Negli occhi… 262 vestiti appesi -
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Negli occhi… 262 vestiti appesi

Negli occhi… 262 vestiti appesi

Dopo aver commosso il Belgio lo spettacolo che ricorda la tragedia della miniera di Marcinelle approda a Catania

Dopo aver commosso il Belgio negli scorsi mesi di novembre e dicembre, arriva il debutto siciliano per lo spettacolo “262 vestiti appesi”, ideato e diretto dal giovane attore e regista Alessandro Idonea, su testo di Maria Elisa Corsaro e recitato dallo stesso Idonea, dal cantautore Mario Incudine (nella tripla veste di attore, cantante e compositore delle musiche originali dell’opera), dall’attrice Giorgia Boscarino assieme all’attore-musicista Andrea Balsamo. E sarà il teatro Ambasciatori, oggi, sabato 12 alle 21; domenica 13 alle 17.30 e lunedì 14 alle 11, con una replica per le scuole superiori, ad accogliere e presentare lo spettacolo, prodotto dall’associazione teatrale “Angelo Musco” di Catania, che gode del patrocino non oneroso della Presidenza della Camera dei deputati della Repubblica italiana (La presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, così si è espressa nel suo messaggio rivolto agli artisti dell’opera: «Occorre mantenere viva la memoria di questi eventi, affinché tragedie come Marcinelle, dovute a condizioni di lavoro non dignitose e prive di qualsiasi tutela, non si ripetano più»). I costumi di scena sono di Antonio Zagame, le luci di Francesco Noè e i movimenti coreografici di Donatella Capraro.

Il titolo dello spettacolo prende spunto dalla tragedia dell’8 agosto del 1956, quando rimasero 262 vestiti appesi sulle grucce nel capannone esterno della miniera di Marcinelle, in Belgio. Erano di 262 minatori, 136 dei quali emigrati italiani, molti dei quali siciliani partiti in cerca di fortuna, inghiottiti con le loro tute annerite dall’incendio che divampò all’interno della cava di carbone del Bois du Cazier: nessuno di loro risalì in superficie a riprendere i propri abiti. La storia, portata sulla scena a quasi 58 anni dalla tragedia, prende vita attraverso il dialogo tra Ture (Idonea), il suo amico cantastorie (Incudine), costretto a emigrare in Belgio per sconfiggere la fame, e “la donna”, voce delle mogli degli emigrati che rimanevano ad aspettare i soldi necessari per affrontare il “viaggio della speranza”. A fare da colonna sonora, il brano “Escusè muà pur mon franzè”, la lettera di un sopravvissuto a Marcinelle rimasto muto dopo l’incendio, pubblicata nell’ultimo cd di Mario Incudine.

Lo spettacolo diretto da Idonea ripercorre i terribili momenti della catastrofe di Marcinelle, i sogni e i viaggi degli emigrati italiani che morirono nel terribile rogo della miniera belga e le ripercussioni che la tragedia ebbe sulla vita dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime. Il testo, recitato in italiano, siciliano e francese maccheronico (la lingua parlata dai minatori siciliani a Marcinelle), alterna il registro comico a quello drammatico e la recitazione alla musica.

«È il nostro omaggio alla memoria – spiega Alessandro Idonea – abbiamo raccolto i ricordi di uomini e donne ormai anziani, e ci siamo presi carico di testimoniare un grido di dolore per decenni rimasto sopito, sepolto da una valanga di omissioni».

Elisa Toscano

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