Giardini Naxos: i nodi vengono al pettine -
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Giardini Naxos: i nodi vengono al pettine

Giardini Naxos: i nodi vengono al pettine

 Amministrazione Lo Turco sempre al centro delle critiche, spesso ingenerose, dopo un periodo carico di aspettative forse eccessive

Sui muri delle case dei cittadini Naxioti, gli eredi della mitica Naxos, distrutta in una calda serata dell’agosto del 403 a.C. dalle orde del siracusano Dionisio, complice il traditore Prokles, cominciano a comparire manifesti che tentano di scrollarsi di dosso responsabilità e collusioni che durano nel tempo. Il bersaglio di tali manifesti è l’Amministrazione Lo Turco, anzi è il Sindaco in persona.

Pancrazio Lo Turco, l’uomo dell’impossibile nel campo delle competizioni, nel 2010, riesce laddove nessuno mai era riuscito, ad ottenere nella sua lista, contenente forze eterogenee lontane da afflati ideali e legami ideologici, il voto di una persona su tre. Pur di sconfiggere l’avversario del tempo, di umiliarlo, quasi fosse il diavolo, i giardinesi lo votano plebiscitariamente: un trionfo.

Votano il bravo ragazzo, così viene definito, dal quale si aspettano molto, sicuramente più di quanto avrebbe potuto dare. Gli schieramenti politici degli uomini   componenti la sua lista scompaiono; sono oscurati. Si parla solamente del vincitore, di colui che ha saputo riunire nella sua persona, tutti i malumori del paese, tutti i bisogni della popolazione, tutte le sofferenze e le necessità di un paese, nel passato massacrato nella sua interezza paesaggistica e distrutto nella sua integrità territoriale.

Pancrazio Lo Turco, diventa il Mantra della situazione politica ed amministrativa giardinese. La gente vede in Lui lo strumento magico attraverso il quale risolvere i gravissimi ed annosi problemi del paese. Viene caricato di una enorme responsabilità che sicuramente non riuscirà a sopportare. Tutti gli occhi sono puntati sulla sua persona; diventa il personaggio carismatico: quasi l’uomo del domani. Nessuno fa notare, tranne chi scrive, che il suo Consiglio è un consesso non sempre all’altezza del compito che lo sovrasta. Un Consiglio spesso litigioso e insofferente delle regole di una vera e sincera associazione democratica. Non c’è riunione consiliare durante la quale, il Consiglio del Sindaco Lo Turco, non manifesti segni di discordanza che spesso degenerano in manifestazioni di rottura e in clamorose prese di posizione personali, quando si trattano lottizzazioni o speciali concessioni edilizie, riguardanti cooperative. E tutto ciò avviene nel silenzio dei partiti, i quali lo hanno appoggiato ed i cui consiglieri, ancora oggi, fanno parte della sua maggioranza e lo sostengono e lo rappresentano. A nessuno viene in mente di esaminare i componenti della sua giunta, ballerina nel tempo. Si dimentica che Giunta e Consiglio, soprattutto Consiglio, sono gli strumenti con i quali si governa un comune.

Se piove o fa bel tempo si scarica sul Sindaco. È Lui il parafulmine. Al novello Cesare, incoronato dal popolo, non gli si perdona l’eclatante vittoria. Diventa la cassa di risonanza sulla quale scaricare quanto non và. E così il tanto osannato Re, diventa ogni giorno più solo e più nudo.  Le liste che hanno espresso il Consiglio si mimetizzano ed i partiti politici che lo hanno appoggiato fingono di non vedere, per non intervenire. E mentre il tempo passa la situazione giardinese si complica. Succedono cose che non dovrebbero succedere in una Amministrazione attenta ed oculata. Il tutto nella più completa assenza degli schieramenti politici presenti in Consiglio. E allora nasce spontanea una domanda: “Ma tu dov’eri in questi anni passati? Perché se le cose non andavano sei rimasto a far parte dell’Amministrazione Lo Turco?”.

È vero, molte, moltissime cose non vanno. Tre anni sono passati e le speranze dei giardinesi sono rimaste solo speranze. Sono state rilasciate concessioni edilizie dove gli stessi organi di controllo del comune, le strutture tecniche che debbono controllare gli iter burocratici dei. Pareri, esprimono pareri discordanti, l’uno in contrasto con l’altro ed i cui tecnici ancora oggi sono al loro posto. Si hanno Consigli comunali dove voci esterne ricordano che la bocciatura del Bilancio comporta lo scioglimento del consiglio, quasi un larvato mormorio dei Frati Trappisti, che ad ogni ora ripetono: “fratello ricordati che devi morire!”.

Lottizzazioni ripresentate parecchie volte perché Consiglieri ballerini di maggioranza e minoranza votano in modo difforme alle direttive avute dai loro schieramenti. Si ignora o si vuole dimenticare il Piano Regolatore Generale ed il gravoso carico delle tasse non viene nemmeno attenzionato. È vero, verissimo; l’Amministrazione è carente ma perché parlarne solamente oggi? Cui prodest? Sicuramente non agli schieramenti politici nelle cui file militano componenti dell’attuale maggioranza. È giusto che quanto non va, venga ricordato. Ricordato però non solamente per farne una colpa, che è di molti, e che sicuramente c’è, ma per cercare di rimediare. Sarebbe necessario che si finisse di sparare sul pianista, che è una creatura di tanti padri, e si parlasse di simbiosi, di cooperazione, di iniziative comuni, di proposte condivise. Spogliamo il Re di quanto di immortale ha, poniamolo nelle responsabilità cui è soggetto, addossandoci ognuno per la sua sfera di competenza, i nostri sbagli, i nostri silenzi o le nostre connivenze e proponiamo qualcosa o qualcuno che possa finalmente, assieme al Sindaco, far uscire il paese dalla stagnazione in cui si trova. Idee nuove e uomini nuovi sono sempre bene accetti. Nello Lo Turco è un uomo e come uomo è limitato. Non facciamo, ancora, lo sbaglio di continuare a considerarlo un “super uomo”. Non lo è, non lo è mai stato. Non potrà mai esserlo. Ha avuto, diciamolo la sfortuna di aver più voti di quanti ne potesse amministrare. Ma non è un Dio e quindi non può fare miracoli. È un uomo e come tale ha mancato.

Aiutiamolo negli anni che verranno e sono ancora tanti ornare ad essere quello in cui i cittadini credevano. Aiutiamolo, non con le critiche che sono sempre bene accette, quando mirano a costruire, ma con suggerimenti e con cooperazione a realizzare il programma presentato. Ben vengano i manifesti indignativi, ma non è con l’indignazione che si risolveranno i problemi del paese, né si potranno allontanare responsabilità pregresse dovute alla permanenza nell’Amministrazione Lo Turco.

Francesco Bottari

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