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Fata viam invenient!

Fata viam invenient!

Fata viam invenient!”: “Il fato troverà la propria via”. Una frase significativa, specie in questo nostro tempo, citata per affermare l’ineluttabilità del destino, sì, di una ben precisa condizione di tutto ciò che è inevitabile. E se si vuole, anche per “simboleggiare” l’immancabile effettuazione, al di là di ogni problema e difficoltà, di ciò che si reputa necessario. E quindi, una espressione che, proprio in questo nostro tempo, assume, come non mai, un qual certo valore, considerato che la povertà ha toccato livelli mai visti e nemmeno sfiorati dall’Unità d’Italia! La si valuti di conseguenza attentamente, anche alla luce della “comparsa”, sulla scena di un Paese “dolorante”, di movimenti che, contro una politica ingorda, a ragione gridano contro quanti si annidano nei palazzi del potere!

L’espressione è tratta dall’Eneide (10,113), dove viene espressa, con forza e determinazione, da Giove, a conclusione di un discorso in cui proclama la propria neutralità nella battaglia fra Troiani e Rutuli, malgrado gli interventi di Venere e di Giunone che vorrebbero farlo intervenire a favore degli uni o degli altri. Al pari di Giove proprio oggi, al governo del “Paese Italia”, ci vorrebbe un “qualcuno” capace di proclamare la propria “neutralità” nella battaglia in corso tra “predatori” e “predati”. Sì, un “qualcuno” che, con pugno di ferro, sapesse rimettere ordine nella “baraonda” senza fine che attualmente attanaglia la gran massa della “gente comune”. Ma c’è davvero o si intravvede all’orizzonte questo “qualcuno”? Sì, a modesto parere di chi scrive, ed è Matteo Renzi!

E quindi, caro Matteo Renzi, tocca ora a te – “salito sul podio” – mettere in pratica tutti i tuoi annunci tesi a rimuovere i tanti ostacoli per far “cambiare verso” all’Italia. Ergo: mettere definitivamente da parte quanti ancor si ostinano a non voler capire che la cosiddetta “gente comune” piange, soffre sino a morire: tanti infatti sono gli uomini e le donne che “perdono”, sempre più, la ragione!

Situazioni dalle quali devi, tu, ora trovare maggior vigore per portare avanti le riforme di cui ha estremo bisogno il “Paese Italia”. Sì, abbi la forza di mettere da parte: tanto quanti vorrebbero convincerti a non toccare i molti privilegi della “casta”, quanto coloro che insistentemente ti pregano di non metterti contro i poteri forti dello Stato: banchieri, burocrati, consulenti e “compari”!

Abbi la forza che ebbe il re degli dèi, Giove. “Manda a quel paese” tutti costoro e vai per la tua strada, sì, quella che tu, nel presentarti alla “gente comune”, hai disegnato: quella strada che possa portare “ristoro” a quanti vivono di stenti, a quanti non riescono più a vivere. Per farli nuovamente sperare, per dare loro pace e tranquillità. E “in primis”: guarda ai molti giovani che non riescono più a trovare la strada che porta al lavoro, necessaria, essenziale. Sì, l’unica strada funzionale perché una nazione, in questo caso l’Italia, ritrovi il giusto equilibrio per muoversi tranquillamente verso quel benessere che sappia far ritrovare pace e tranquillità. Non è per nulla difficile trovare questa “strada”: serve solo non dare ascolto alle “sirene” che lavorano a difesa dei tanti “potentati”!

Proprio così: dato che “Ducunt volentem fata, nolentem trahunt”!

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