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Giarre: intervento dell’Associazione “Articolo uno” in merito alla vicenda delle bollette del servizio idrico raddoppiate

 

In merito alla vicenda delle bollette del servizio idrico che è aumentato del 100% , a causa di una determina sindacale della passata amministrazione, l’Associazione Politico Culturale “Articolo uno” intende fare alcune precisazioni ed alcune richieste all’amministrazione comunale.

La determina 75 bis ha determinato un grave vulnus, una ferita, nel corpo vivo della società giarrese perchè ha colpito, in maniera indiscriminata, un bene primario per la vita delle famiglie e sulla base di dati palesemente falsi sulla popolazione più debole, al solo scopo di chiudere un bilancio che faceva “acqua “ da tutte le parti. Che la determina fosse un palese raggiro da parte della passata amministrazione è stato subito evidente e denunciato pubblicamente e politicamente da più parti. Tuttavia, la determina è stata avallata con il voto sul bilancio previsionale dai consiglieri della passata maggioranza alcuni dei quali siedono oggi nella nuova maggioranza e alcuni nella attuale minoranza.

Ad oggi, ci è stato detto, dal Sindaco, che la richiesta di revoca della determina, sulla quale sono in corso indagini da parte della magistratura, è impraticabile perché l’efficacia dell’atto si è ormai conclusa e che non è possibile fare a meno di una entrata a fronte di un atto legittimo fino a prova contraria. È chiaro che si tratta di una argomentazione giuridica che ha il suo fondamento che tuttavia non risolve il danno e la beffa di cui sono stati vittima cittadini giarresi.

Per questo chiediamo, in primo luogo, che la rateazione della 2ª rata sia consentita in misura anche più ampia, per venire incontro alle difficoltà delle famiglie meno abbienti, e sosteniamo la richiesta che è stata avanzata di verificare i costi che sono stati portati a sostegno della determina 75bis con una commissione di inchiesta, aperta ad esponenti esterni all’amministrazione ed al consiglio comunale, esperti in materia e che sia verificata la platea dei contribuenti al fine di scovare le sacche di evasione concausa delle elevate tariffe dell’acqua (ma anche della Tarsu). Ma chiediamo anche, e soprattutto, che siano rivisti prima della scadenza del 30 novembre i costi e, conseguentemente, le tariffe per l’anno in corso che varranno per il futuro. Infatti, non è pensabile che siano reali i costi presentati, aumentati del 100% in un anno e che in alcuni casi sono assolutamente fuori dalla realtà.

Chiediamo, infine, che in sede di consuntivo, qualora sia accertata una maggiore entrata rispetto alle spese reali, il surplus venga restituito ai cittadini, per ragioni di giustizia sostanziale, prima ancora di attendere il responso della magistratura sulla legittimità dell’atto.

Dott. Alfredo D’Urso

Presidente Associazione “Articolo uno”

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