Stupro guardia medica a Trecastagni: lo sfogo di un cittadino "coinvolto" -
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Stupro guardia medica a Trecastagni: lo sfogo di un cittadino “coinvolto”

Stupro guardia medica a Trecastagni: lo sfogo di un cittadino “coinvolto”

Dopo il recente vergognoso episodio dello stupro di Trecastagnia ai danni di un medico donna in servizio alla guardia medica riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento di un lettore sullo stato di sicurezza delle sedi in cui sono ubicate le guardia mediche e sugli investimenti, in tal senso, dell’Asp.

“Fino a oggi ho preferito tacere ponendo la mia attenzione alla lettura dei vari comunicati stampa su quanto accaduto, ma dopo le dichiarazioni del Direttore dell’ASP di Catania il mio senso civico di libero cittadino non può più tacere e far finta di nulla.

Tengo a precisare che non sono un Medico, ma ho avuto la fortuna di innamorarmi e sposare un medico che a sua volta ha deciso di intraprendere il percorso della medicina generale, e che quindi lavora come medico di continuità assistenziale.

Non voglio entrare nel merito dei fatti accaduti alla dottoressa di Trecastagni o a quella di Nicolosi lo scorso anno, in quanto certi atti sono solamente da condannare e basta senza attenuanti, senza se e senza ma; anche se purtroppo conosciamo la legge italiana e la totale incertezza della pena. Ma questo è un altro discorso.

Voglio invece porre l’attenzione sulle dichiarazioni rilasciate dal Dirigente dell’ASP, dott. Giammanco, il quale nel suo comunicato stampa rilascia solo ed esclusivamente dichiarazioni mendaci.

In cuor suo egli, in quanto direttore sanitario, dovrebbe sapere e ammettere l’infondatezza di quanto da lui affermato, come farebbe ogni buon padre di famiglia!

Scendiamo nei dettagli partendo dalle condizioni igienico-sanitarie in cui versa la maggior parte delle sedi di continuità assistenziale, le quali non rispettano in alcun modo le norme basilari dettate dalla legge. Se poi analizziamo le condizioni relative alla sicurezza… beh che dire, si aprirebbe un taglio molto profondo e difficile da suturare.

Per restare in tema di sicurezza, negli anni ho girato molte sedi di GM con mia moglie, e non ho mai visto affisso al loro interno un piano di evacuazione in caso d’incendio, non ho mai visto un estintore, ma molto più spesso ho visto porte e
finestre rotte o “rattoppate”, citofoni non funzionanti, telefoni guasti e molto altro ancora.

Ora per di più i dirigenti – i quali altro non sono che degli uomini politici – si permettono anche di rilasciare dichiarazioni fuori luogo, millantando che tutti i servizi di sicurezza e prevenzione siano stati messi in atto e siano del tutto funzionali e funzionanti. Bene, sapete una cosa? NON E’ AFFATTO VERO!

I così tanto discussi pulsanti di emergenza non hanno mai funzionato (almeno negli ultimi 3 anni), oltre al fatto che non sono collegati a nessun servizio di Vigilanza sia pubblica sia privata. La VIDEOSORVEGLIANZA di cui si vantano i dirigenti Asp non è altro che un insieme di due telecamere a circuito chiuso che registrano su un DVR (digital video recording) che non è collegato a nessuna centrale operativa di sorveglianza e soprattutto, ancor più grave, sono a portata di qualunque individuo che entri all’interno delle sede (cosa illegale, in quanto il legislatore prevedere che i DVR vengano installati in armadi collocati sotto chiave e non accessibili se non ai referenti).

Si parla di messa in sicurezza, e di non “militarizzare” le sedi di continuità assistenziale. Bene in riferimento all’accaduto
dello scorso 19 settembre il dirigente dichiara testualmente: “Abbiamo investito milioni di euro […] su tutte le 60 guardie mediche del territorio di Catania. Se osserviamo le immagini della sede di Trecastagni, per esempio, ci si renderà conto che è una struttura nuova e funzionante, dove purtroppo un delinquente ha strappato i fili del telefono, sganciato i sistemi di allarme, una cosa indicibile. Ma era tutto in perfetto ordine”.

Io nella guardia medica di Trecastagni ci sono stato – e dubito, sulla base di quanto sopra affermato, che il Direttore vi abbia mai messo piede – e posso garantire per esperienza diretta che non è così nuova e funzionale come vuole far credere il dirigente, il quale si rifà alle immagini televisive.

Se i medici che fanno servizio in tale sede vogliono smentirmi, lo facciano pure, ma a parlare e a giudicare sia chi in quelle sedi lavorative presta il proprio servizio e non chi dall’alto guarda le immagini.

Tornando alla dichiarazione del direttore sanitario, mi domando dove stia la sicurezza nelle sedi delle guardie mediche, se qualunque “delinquente” può entrare e disabilitare con tanta facilità i sistemi di allarme. Evidentemente tanta millantata sicurezza non esiste!

Allora “questi milioni di euro” investiti forse sono stati investiti male? A questo punto mi domando: non sarebbe il caso di rimettere tutto il sistema in discussione e valutare attentamente sede per sede tutte le criticità realmente esistenti e non supposte, invece di porsi sul piedistallo anche davanti alla gravità dei fatti accaduti? A voi la risposta.

Davide Sutera
Un marito preoccupato per pubblico servizio sanitario e di chi lo dirige!”

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