Giarre, “Aiuto, mi sta uccidendo”. Un arresto -
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Giarre, “Aiuto, mi sta uccidendo”. Un arresto

Giarre, “Aiuto, mi sta uccidendo”. Un arresto

Ieri mattina, intorno alle 10, la centrale operativa del Comando Provinciale di Catania riceve una chiamata da parte di una donna che,  con accento straniero, ma comprensibile, recita testualmente: “Aiuto, mi sta uccidendo, mi vuole ammazzare”. L’operatore cerca di tranquillizzare la donna che, terrorizzata, riesce per telefono a fornire solo alcuni dettagli sull’ubicazione di casa sua indicando, come unico riferimento, una caffetteria nella zona tra Giarre e Riposto.

Dalla Stazione di Riposto immediatamente parte una pattuglia che in collegamento radio attende la precisa collocazione del luogo dell’aggressione. Sulle prime, i carabinieri si erano ricatti nella cittadina marinara, in via Gramsci. L’intuito del personale addetto alla centrale operativa, dopo avere risentito la registrazione della chiamata al 112,  permette di rintracciare l’intestatario dell’utenza mobile chiamante  ed il relativo domicilio: Giarre, via Giammona (nella foto, in alto). Nel cuore del centro storico.

Gli uomini dell’Arma giungono sul posto ed irrompono nel basso, richiamati dalle urla della donna che nel frattempo si è barricata in una stanza. Bloccato ed arrestato il convivente, un nigeriano di 30 anni, liberano la donna, 36enne, anch’ella nigeriana, che con il volto insanguinato, per le percosse subite,  viene accompagnata all’Ospedale di Giarre dove le sono state refertate “escoriazioni e politraumi”.

L’arrestato è stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza a Catania, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

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