Sanità in affanno nelle aree interne: dopo il caso Randazzo la Cgil lancia l’allarme e chiede un confronto immediato con l’Asp 3 di Catania -
Catania
16°

Sanità in affanno nelle aree interne: dopo il caso Randazzo la Cgil lancia l’allarme e chiede un confronto immediato con l’Asp 3 di Catania

Sanità in affanno nelle aree interne: dopo il caso Randazzo la Cgil lancia l’allarme e chiede un confronto immediato con l’Asp 3 di Catania

La crisi della sanità territoriale etnea torna al centro del dibattito dopo il blackout di servizi registrato a Randazzo sabato scorso, dove nell’arco della stessa giornata, contemporaneamente, è venuta meno la presenza dei medici dei presidi di emergenza, della continuità assistenziale e del 118. Un vuoto assistenziale improvviso che, secondo la CGIL e la FP-CGIL di Catania, non rappresenta un incidente isolato ma il sintomo più evidente di un sistema che ormai da tempo scricchiola.

Il sindacato parla di una “situazione ormai insostenibile”, aggravata da una cronica carenza di personale medico specializzato e da un irrigidimento delle regole contrattuali applicate dall’Asp, ritenute poco attrattive per chi dovrebbe prestare servizio nelle zone più periferiche della provincia.

Il risultato, denunciano, è una progressiva fuga di professionisti e l’impossibilità di garantire una copertura stabile dei turni, con ripercussioni immediate sulla sicurezza dei cittadini. Il segretario generale della Cgil, Carmelo De Caudo e la segretaria della Fp-Cgil, Concetta La Rosa, definiscono quanto accaduto a Randazzo “un campanello d’allarme drammatico”, ricordando che un intero territorio è rimasto privo di qualsivoglia presidio sanitario.

Una condizione che, a loro avviso, rivela un livello di vulnerabilità ormai diventato strutturale, frutto di scelte politiche e gestionali che negli anni non hanno saputo programmare né valorizzare il lavoro degli operatori sanitari. Il sindacato chiede perciò un confronto immediato con la direzione dell’Asp 3 di Catania, avvertendo che, in assenza di una convocazione urgente, si passerà alla mobilitazione.

L’obiettivo è ottenere misure concrete: un piano straordinario di assunzioni, incentivi per chi lavora nelle aree disagiate e un ripensamento dei modelli organizzativi che oggi, sottolineano, rischiano di lasciare le comunità interne prive del diritto basilare all’assistenza, garantita dalla Costituzione.

La richiesta si estende anche alla Regione Siciliana, chiamata a intervenire con strumenti strutturali e non solo emergenziali. La Cgil ricorda come la pandemia abbia dimostrato la centralità della sanità pubblica e giudica paradossale che, a distanza di pochi anni, il sistema appaia nuovamente esposto a criticità tanto gravi.

Per il sindacato è arrivato il momento di un cambio di passo: “Garantire la salute – affermano dalla Cgil – non può dipendere dal codice di avviamento postale; occorrono investimenti, visione e un impegno costante per evitare che le zone interne diventino definitivamente territori dimenticati”.

Gaetano Scarpignato

Potrebbero interessarti anche