“La Chiesa non è una discarica”. È questo il grido di allarme e di indignazione lanciato dalla parrocchia Regina Pacis, da anni punto di riferimento sul territorio per la raccolta di indumenti e beni destinati a famiglie in difficoltà, ma oggi sempre più sommersa non dalla generosità, bensì dall’inciviltà.
In un post pubblicato sulla pagina social ufficiale, la parrocchia si è rivolta ai cittadini con toni fermi ma civili: “Stiamo ricevendo molta merce che deve essere buttata, e la parrocchia deve pensare allo smaltimento. Abbiamo installato le telecamere e verranno presi provvedimenti per i trasgressori”.
Il messaggio è chiaro: il centro parrocchiale, che accoglie ogni giorno le richieste d’aiuto di famiglie indigenti e distribuisce beni usati in buono stato, non può e non vuole più farsi carico dei costi e della fatica legati allo smaltimento di rifiuti. Troppo spesso, infatti, insieme a vestiti e oggetti utili, vengono abbandonati sacchi di spazzatura, mobili rotti, materassi e persino elettrodomestici inutilizzabili, come se si trattasse di un centro di raccolta rifiuti.
Un comportamento incivile che compromette lo spirito della solidarietà e mette in difficoltà i volontari della parrocchia, costretti non solo a selezionare e dividere i beni donati, ma anche a gestire il trasporto e lo smaltimento di materiale inutilizzabile, con aggravio di costi e tempo.
L’appello è quindi rivolto alla comunità tutta: donare con coscienza, portare solo ciò che può essere realmente utile e non trasformare un luogo di aiuto in un deposito di scarti.
La parrocchia, nel frattempo, ha fatto sapere di avere installato un sistema di videosorveglianza e di essere pronta a denunciare chi verrà colto a scaricare abusivamente rifiuti.
Regina Pacis non intende chiudere le porte alla solidarietà, ma chiede rispetto per il lavoro che viene svolto, per il decoro della chiesa e per la dignità dei più bisognosi. Una richiesta che dovrebbe essere ovvia, ma che — a quanto pare — va ancora ribadita.




