Giarre, il Sindaco chiede l’inserimento urgente di DUP e Bilancio 2025-27: il Consiglio frena. Cresce il malumore nella maggioranza -
Catania
16°

Giarre, il Sindaco chiede l’inserimento urgente di DUP e Bilancio 2025-27: il Consiglio frena. Cresce il malumore nella maggioranza

Giarre, il Sindaco chiede l’inserimento urgente di DUP e Bilancio 2025-27: il Consiglio frena. Cresce il malumore nella maggioranza

A Giarre si consuma un nuovo capitolo dell’ormai cronica tensione politica interna alla maggioranza che sostiene il sindaco Leo Cantarella. Stavolta il casus belli riguarda la richiesta (inusuale) avanzata dal primo cittadino di inserire con urgenza nell’ordine del giorno del Consiglio comunale dei lunedì 13 ottobre prossimo i punti relativi al Documento Unico di Programmazione 2025-2027 e al Bilancio di Previsione 2025-2027.

Un’accelerazione che ha trovato il muro dei consiglieri comunali, molti della stessa maggioranza, che non hanno condiviso la modalità della richiesta né i toni, giudicati eccessivamente allarmistici. La conferenza dei capigruppo, convocata in urgenza dalla presidenza del consiglio, ha infatti deciso all’unanimità di non integrare l’ordine del giorno, rinviando la trattazione dei due importanti atti finanziari secondo le tempistiche già concordate.

L’iniziativa del Sindaco — motivata formalmente dalla necessità di evitare presunti rischi di scioglimento del Consiglio o di danno erariale per l’ente sino a paventare la “caducazione ” di eventuali delibere adottate — è stata letta da più parti come un tentativo di forzare la mano per recuperare centralità politica in una fase di evidenti frizioni interne. Da settimane, infatti, si rincorrono le voci di malcontento tra gli alleati, sia per la gestione solitaria di alcune scelte amministrative sia per la mancanza di confronto su dossier strategici.

Il gelo istituzionale tra Palazzo di Città e Consiglio è stato evidente anche nella forma: il Sindaco ha trasmesso una nota ufficiale con tanto di firma e toni perentori, ma la risposta è arrivata netta dalla volontà politica compatta dei capigruppo di non assecondare una scorciatoia procedurale poco convincente e non riconoscendo gli allarmi paventati dal sindaco.

Di seguito, pubblichiamo integralmente la nota diffusa dal presidente del Consiglio Comunale, Giovanni Barbagallo, che chiarisce la posizione della presidenza

NESSUN CONFLITTO TRA SINDACO E PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: SOLO SPECULAZIONI

“Nelle scorse ore si è diffusa la notizia, totalmente infondata, di un presunto scontro tra il Sindaco e la Presidenza del Consiglio riguardo la seduta consiliare che tratterà i temi del bilancio.
Ritengo quindi doveroso fare chiarezza, sia sul piano politico sia su quello tecnico, poiché la divulgazione tendenziosa di notizie non veritiere appare frutto di totale ignoranza della materia.

Innanzitutto, la Presidenza del Consiglio Comunale di Giarre, che mi onoro di guidare, non ha assunto alcuna decisione autonoma sui punti da trattare. Al contrario, ha convocato più volte la Conferenza dei Capigruppo, organo espressione e rappresentanza dell’intero Consiglio Comunale, per concordare collegialmente il percorso da intraprendere.

Dopo le interlocuzioni con i vari gruppi consiliari è stato stabilito, all’unanimità dei presenti, il calendario dei punti da porre all’ordine del giorno. Questo smentisce alla radice la narrazione secondo cui il sottoscritto avrebbe assunto scelte “autoritarie”.

Il Sindaco — che non fa parte del Consiglio Comunale ma rappresenta la Giunta — ha ritenuto che la decisione dei capigruppo non fosse di suo gradimento e ha quindi inoltrato al sottoscritto una nota infarcita di inesattezze normative, nella quale chiedeva l’inserimento urgente all’ordine del giorno di ulteriori punti.

L’insolita richiesta sindacale è priva di fondamento giuridico, come dimostra lo stesso art. 39, comma 2, del TUEL, che recita:

“Il presidente del consiglio è tenuto a riunire il consiglio in un termine non superiore a venti giorni quando lo richieda il sindaco o un quinto dei consiglieri assegnati, inserendo all’ordine del giorno le questioni richieste.”

Alla luce della norma e dei regolamenti comunali, il Sindaco ha la facoltà di richiedere l’inserimento di punti, mentre la Presidenza, sentita la Conferenza dei Capigruppo, valuta la trattazione in un arco temporale non superiore a venti giorni.
La norma non prevede, né disciplina, un “inserimento in via d’urgenza su richiesta del Sindaco”; di conseguenza, la richiesta è giuridicamente infondata.

Ancor più grave, nella nota in questione si paventavano scenari apocalittici come la decadenza dei consiglieri, il danno erariale e lo scioglimento del Consiglio. Nulla di più errato: la normativa vigente prevede lo scioglimento del Consiglio Comunale soltanto in caso di mancata approvazione del bilancio di previsione, e solo dopo la diffida del Prefetto o del Commissario nominato ad hoc, circostanza che, ad oggi, non si è verificata.

L’unico Commissario regionale attualmente in carica riguarda la mancata approvazione del rendiconto consuntivo, che — anche nella malaugurata ipotesi di commissariamento — non comporterebbe né la decadenza né lo scioglimento dell’assemblea consiliare.

Nonostante i macroscopici errori giuridici e istituzionali, ho immediatamente convocato i capigruppo per valutare se accogliere la richiesta del Sindaco e integrare i punti all’ordine del giorno della seduta di lunedì.

Ancora una volta, la risposta dei rappresentanti dei gruppi consiliari è stata unanime: no, nessuna integrazione e nessun accoglimento della proposta sindacale.
Gli stessi capigruppo hanno inoltre redatto una nota ufficiale in cui hanno ulteriormente chiarito le motivazioni di tale scelta.

Appare dunque evidente che, come Presidente del Consiglio Comunale, dopo numerosi tentativi di mediazione e conciliazione, non potevo disattendere le indicazioni espresse dalla maggioranza dei rappresentanti consiliari.

Ritengo, piuttosto, che il nervosismo del Primo Cittadino sia da ricondurre a dinamiche interne alla sua maggioranza, probabilmente legate alla richiesta di maggiore collegialità e condivisione nelle scelte amministrative, che sono proprie del governo della città e del Sindaco, non certo del Presidente del Consiglio, il quale — lo si ribadisce — si limita a garantire l’organizzazione e il corretto svolgimento dei lavori dell’assemblea”.

Potrebbero interessarti anche