Un folto pubblico ha partecipato, nella sala Tau della parrocchia San Francesco, all’incontro su “Quale sanità per il diritto alla salute. Riflessioni sulle prospettive sanitarie e il diritto alla salute nel territorio jonico etneo”, promosso dal Comitato jonico etneo in difesa dell’ospedale.
In sala un pubblico proveniente anche da altri Comuni del distretto socio-sanitario. Tutti a seguire gli interventi che hanno esaminato l’offerta sanitaria sotto vari punti di vista a partire dal dott. Salvo Calì il quale ha evidenziato che la struttura organizzativa della sanità locale non rispecchia le reali esigenze del territorio.
Il dott. Mario Cuccia, dirigente medico dell’Asp, ora in quiescenza, ha esaminato i vari atti aziendali evidenziando che sono stati tagliati posti letto non attivati e incrementati posti letto teorici. “Al centro dell’iniziativa del comitato vi è rendere pratico ciò che è teorico”. Cuccia ha spiegato che una parte dell’ospedale sarà abbattuta e una parte rifunzionalizzato, per cui ci vuole una pressione sociale affinchè i servizi sanitari rispondano alle esigenze del pubblico. La lungodegenza e la fisiatra sono importanti in un ospedale a fronte dell’invecchiamento popolazione.
La dott.ssa Agata Nolfa si è, invece, soffermata sulla medicina di genere che studia le differenze biologiche definite dal sesso e che condizionano lo stato di salute di ogni persona. Uomini e donne soffrono tendenzialmente di patologie diverse ma la medicina non tiene conto di queste differenze. Sarebbe utile aumentare l’età delle donne che si devono sottoporre a screening. Vi è un disegno di legge che regolamenta la medicina di genere e prevede la formazione del personale.
La dott.ssa Alessandra Strano, garante per i diritti delle persone con disabilità del Comune di Giarre, ha evidenziato varie criticità del territorio, tra cui l’esigenza di rispondere all’aumento di popolazione con disabilità, la carenza cronica di organico e la presenza nel distretto di Giarre di una sola neuropsichiatra infantile. Secondo Alessandra Strano poi, vi è frammentazione tra le associazioni di categoria e scarsa consapevolezza dell’utenza rispetto ai propri bisogni.
Pieremilio Vasta, coordinatore della Rete civica, ha sottolineato la visione che sottende alle realizzande case di comunità che perseguono l’obiettivo di meglio mantenere la condizione di salute e connettere e fare integrare sociale e sanitario . E poi intervenuto il sindaco Leo Cantarella, secondo cui l’ospedale di Giarre è al 50% di quello che potrebbe dare come ospedale di base. Cantarella ha proposto di concordare con il direttore generale dell’Asp 3 un cronoprogramma relativo all’attuazione di quanto previsto nel decreto del 2019. Il primo cittadino, inoltre, intende chiedere di adibire un piano del nosocomio a poliambulatorio ospedaliero per tutte le specialità. Secondo il sindaco occorre poi coinvolgere le cittadinanze degli altri Comuni del distretto.
Angelo Melita ha sottolineato che il Comitato non sta agendo per chiedere 1 o 2 posti letto in più ma una sanità che funzioni. E ha denunciato gli sprechi che si sono susseguiti negli anni.
Sebastiano Pennisi ha sottolineato l’utilità dell’Ospedale di Giarre che, tra l’altro, alleggerisce di utenza gli altri ospedali vicini che così possono concentrarsi su interventi più complessi. Inoltre, un ospedale di prossimità rende più facile ai familiari assistere i parenti in cura. E ha messo in relazione l’evasione fiscale che toglie risorse per i servizi pubblici. Grazia Burzillà, coordinatrice infermieristica del pronto soccorso di Giarre, ha evidenziato che spesso a sproposito si critica l’ospedale non sapendo i sacrifici che ci sono dietro l’apertura e il mantenimento del pronto soccorso.
Il dott. Alfredo D’Urso dell’associazione Articolo 1 ha denunciato che si è iniziato a smantellare l’ospedale prima ancora che esistesse e fosse operativa la casa di comunità e in più ha chiesto che l’ospedale abbia una sua fisionomia nel territorio siciliano con eccellenze riconoscibili.
La dott.ssa Nunziatina Spatafora, del Coordinamento in difesa dell’ospedale, ha riepilogato i prossimi passi, tra cui incontri nelle piazze e nel territorio, a partire da Piedimonte Etneo (era presente il sindaco Ignazio Puglisi) e l’esigenza di fare dei focus sui vari aspetti emersi.
Il tema ha infervorato il pubblico e ai veri interventi programmati è seguito un dibattito.
Il sindaco Ignazio Puglisi ha espresso apprezzamenti per l’iniziativa: “Ho partecipato ad un interessantissimo incontro, organizzato dal Comitato Ionico Etneo, che riunisce oltre 90 associazioni che operano sul territorio, e ha come obiettivo quello di tutelare il diritto alla salute nel nostro comprensorio. È stato un dibattito molto interessante, durante il quale sono stati snocciolati i dati che ci impongono un impegno diretto su un tema così importante per le nostre comunità.
L’impegno preso, intanto, è quello di rivederci presto a Piedimonte, per continuare un fondamentale confronto con i cittadini”.