E’ dei giorni scorsi la sentenza che ha inflitto dure condanne agli appartenenti al clan Sangani di Randazzo arrestati nel blitz denominato “Terra bruciata” e scattato nell’ottobre 2022.
L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dai militari della Compagnia Carabinieri di Randazzo tra il luglio 2018 e il gennaio 2021, attraverso complesse attività tecniche e dinamiche, ulteriormente riscontrate dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Porto Carmelo (che ha confermato la presenza storica del gruppo sul territorio), ha consentito di monitorare le evoluzioni delle dinamiche associative del clan “Laudani”, anche noti come “mussi i ficurinia”, individuandone, allo stato degli atti, l’attuale “responsabile per l’area di Randazzo” in Sangani Salvatore inteso “Turi”, referente di zona per Di Mauro Paolo, deceduto nel corso dell’indagine e figura apicale, finché in vita, dei “Laudani” per l’intera fascia jonico-etnea.
Altro dato particolarmente significativo ed allarmante è il controllo del territorio esercitato in loco dagli affiliati, i quali, dopo il passaggio delle forze dell’ordine, avrebbero chiesto alle persone del paese i motivi della presenza delle stesse acquisendo dettagliate informazioni al riguardo.
Particolarmente rilevante era l’attività del controllo del territorio che il clan cercava di sviluppare in modo capillare e violento con le estorsioni che sarebbero state consumate dal sodalizio criminale anche per fare fronte al mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti.
In alcuni casi, la richiesta estorsiva veniva “annunciata” dal sodalizio attraverso il posizionamento di una bottiglia contente liquido infiammabile all’esterno della attività commerciale della vittima, accompagnata da un pizzino con la scritta: “cercati l’amico buono”.
Adesso il Tribunale di Catania ha inflitto in totale 168 anni di carcere. Nel dettaglio a Salvatore Sangani 30 anni; Francesco Sangani (figlio di Salvatore) 30 anni; Michael Sangani (figlio di Salvatore) 12 anni e 4 mesi; Giovanni Farina 18 anni; Vincenzo Lo Giudice 17 anni e 6 mesi; Giuseppe Costanzo Zammataro 10 anni e 6 mesi e 6.000 euro di multa; Salvatore Trazzera 1 anno e 6 mesi; Salvatore Saddeo Crastì 16 anni e 2 mesi; Vincenzo Gullotto 16 anni e 2 mesi; Marco Crastì Saddeo 2 anni e 10.000 euro di multa; Remo Arcarisi 2 anni e 4 mesi e 10.000 euro di multa; Alfredo Mangione 1 anni 3 mesi e 2.000 euro di multa; Salvatore Russo 9 mesi e 1.200 euro; Michele Camarda 9 mesi e 1.200 euro; Giuseppe Palermo 2 anni e 7mila euro; Vincenzo Calà 10 mesi e 1.300 euro di multa.
Assolti Daniele Camarda, Daniele Lo Giudice, Francesco Paolo Giordano, Simone Puglia e Rosario Sebastiano Sorbello.