Nel porto peschereccio sono rimaste “impacchettate” due opere accessorie realizzate con i fondi del Flag Riviera Etnea dei Ciclopi e delle Lave, di cui il Comune di Riposto è socio.
All’ingresso del bacino commerciale è stata realizzata un’isola ecologica riservata agli operatori della pesca per lo smaltimento dei rifiuti raccolti in mare, nell’ottica di favorire un contenimento dei costi per lo smaltimento dei rifiuti.
L’opera non è stata mai inaugurata ed ospita oggi una mini discarica, lasciata lì al cospetto di turisti e dipartisti che frequentano lo scalo. E non è tutto.
Sempre al porto c’è una seconda opera accessoria, anch’essa, non fruibile, che testimonia l’immobilismo della burocrazia. A tutti i livelli. Si tratta di una piccola infrastruttura in acciaio pensata come ombraia e spazio di aggregazione e socializzazione per gli operatori della pesca. Ma, come detto, l’infrastruttura è circondata da ponteggi e segnali di cantiere.
“L’ombraia e l’isola ecologica – chiarisce l’avv.Mario Leotta, consulente del Flag – sono state ultimate e collaudate. Il direttore dei lavori ing. Antonio Ingrao ha rilasciato il certificato di regolare esecuzione che per questa tipologia di opere sostituisce l’atto di collaudo ai sensi del codice dei contratti. il Rup, ing. Orazio Di Maria, con propria determina ha approvato gli atti di contabilità finale.
Non appena verranno trasferite le risorse finanziarie necessarie da parte del Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea il Flag procederà al pagamento a saldo delle imprese esecutrici e i funzionari incaricati dal Dipartimento regionale effettueranno la verifica in loco; successivamente si procederà alla consegna delle opere per una loro piena funzionalità e fruizione da parte dei pescatori locali”. Dal Comune di Riposto, frattanto, interpellato sul tema, non è pervenuto alcun commento.