Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, alle prime luci dell’alba, oltre 80 militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania – supportati in fase esecutiva dall’Aliquota cli Pronto Intervento del Nucleo Radiomobile di Catania, da militari dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Sicilia”, da unità per la ricerca di armi e droga del Nucleo Cinofili di Nicolosi e dal 12° Nucleo Elicotteri di Catania – hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Catania, nei confronti dei seguenti soggetti, ritenuti, gravemente indiziati, allo stato delle indagini e ferma restando la presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva di condanna, di essere partecipi di un’associazione finalizzata al traffico illecito cli sostanze stupefacenti o psicotrope e responsabili di detenzione e porto illegale di armi e munizioni.
Destinatari della custodia cautelare in carcere:
- PALERMO Carmelo, nato a Catania il 15.07.1994, capo ed organizzatore di una delle piazze di spaccio;
- CAFFARELLI Alessandro, nato a Catania il 02.07.1998, capo ed organizzatore cli una delle piazze cli spaccio;
- BLANCO Piero, nato a Catania il 17.09.1969, partecipe;
- GRECO Salvatore Christian, nato a Catania il 25.09.2002, partecipe;
- LAZZARO Michael Gaetano, nato a Catania il 13.10.2001, partecipe;
- SANTAGATI Orazio, nato a Catania il 06.07.1997, partecipe;
- VIGLIANESI Rosario, nato a Catania il 05.08.1999, partecipe;
- TORRISI Sebastiano Raffaele, nato a Catania il 25.11.1992, per detenzione e porto illegale di armi.
destinatarie della misura cautelare degli arresti domiciliari con controllo elettronico:
- CAMPO Angela, nata a Catania il 05.10.1994, partecipe;
- CAMPO Nancy Sofia, nata a Ravenna il 30.09.2000, partecipe;.
Il G.i.p. ha altresì disposto l’interrogatorio preventivo, con riserva di pronunciarsi sulle loro posizioni, nei confronti di ulteriori due indagati.
L’attività d’indagine – denominata “Parco giochi” dal nome della chat di gruppo utilizzata dagli indagati per comunicare, facente riferimento al parco giochi ubicato nel quartiere San Giorgio di Catania dove erano soliti riunirsi – traeva le sue origini da un duplice danneggiamento seguito da incendio verificatosi la notte del 17 maggio 2023 ai danni di due attività imprenditoriali di Santa Venerina.
Il sopralluogo – a cura di personale specializzato della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Giarre – consentiva di rilevare, per uno degli eventi, delle impronte digitali che gli accertamenti del RIS di Messina riconducevano con certezza a Greco Salvatore Christian.
Le indagini della predetta Sezione Operativa, eseguite mediante intercettazioni telefoniche e telematiche, si sono concentrate dunque sul Greco, il cui monitoraggio disvelava, a livello di gravità indiziaria, l’esistenza di un’associazione dedita al traffico di stupefacenti (cocaina, crack, hashish e marijuana) che avrebbe controllato quattro “piazze di spaccio”, dislocate nelle periferie della città di Catania e nel comune di Misterbianco.
Alcuni dei sodali di detta orgaruzzazione criminale, sulla base di precedenti attività di indagine, risulterebbero affiliati al clan mafioso dei Cursoti milanesi. Tutti gli arrestati nell’ambito del presente procedimento penale avrebbero manifestato fortissima vicinanza al predetto clan, di cui avrebbero mutuato simboli e modalità operative.
Gli associati, infatti, avrebbero ostentato come simbolo identificativo lo stemma della squadra di calcio A.C. Milan (utilizzato dai Cursoti Milanesi quale proprio simbolo) opportunamente modificato con l’inserimento della scritta “SSI” e dell’anno “2022”, corrispondente presumibilmente a quello di formazione del gruppo. La stessa simbologia ricorreva anche in relazione ai capi di abbigliamento utilizzati dagli indagati – che si definiscono “milanesi” e non “milanisti” – a dall’utilizzo di adesivi apposti sui veicoli in loro uso.
La pericolosità dell’organizzazione risiederebbe anche nella considerevole disponibilità di armi cripticamente definite “cugino” nelle conversazioni intercettate – che essi avevano l’abitudine di portare con sé mentre si muovevano per le vie cittadine.
Emblematico di ciò è quanto accadde la sera del 4 dicembre 2023, allorchè i Carabininieri della Sezione Operativa della Compagnia di Giarre – avuta cognizione dall’attività di monitoraggio che gli indagati, facendo sfoggio di diverse armi nella loro chat di gruppo, avevano intenzione di effettuare una spedizione punitiva nei confronti di un pregiudicato appartenente ad altra consorteria criminale – con l’ausilio di militari del Comando Provinciale Carabinieri di Catania e della Compagnia Fontanarossa, effettuarono un blizt in un appartamento dove trovarono ed arrestarono 8 soggetti che avevano nella loro disponibilità 3 pistole, di cui due clandestine, e 4 caricatori con relative munizioni. Una delle armi sequestrate, quella stessa sera, era stata utilizzata per degli spari in luogo pubblico.
L’esigenza di mostrare le armi e il loro porto anche in banali circostanze della vita quotidiana sarebbe indice della necessità del gruppo di esibire la sua “potenza di fuoco” al fine di accreditarsi in un contesto territoriale storicamente impregnato di disvalori mafiosi, dove la disponibilità di armi conferisce all’associazione un’implicita pericolosità e di conseguenza il riconoscimento del rispetto dovuto. Ciò, unito alla costante presenza sul territorio, avrebbe consentito all’organizzazione di monitorare i movimenti delle forze dell’ordine e di intervenire, sostituendosi alle Istituzioni, per dirimere controversie, individuare gli autori di un furto in abitazione e per operare il pestaggio di un giovane abitante nel confinante quartiere di Librino.
Tutto questo, dunque, allo stato degli atti, risulterebbe essere fatto anche allo scopo di rimarcare la loro forza agli occhi delle fazioni contrapposte o incutere timore per le eventuali risoluzioni di dispute sulla gestione delle piazze di spaccio degli stupefacenti e quindi per il loro approvvigionamento.
Nel corso delle indagini sarebbe emersa anche la responsabilità di tre degli indagati che, con il benestare dei promotori dell’associazione, avrebbe perpetrato un’estorsione con la tecnica del “cavallo di ritorno”, per il controvalore di 500 euro, nei confronti del proprieatario di un ciclomotore asportato presso la discoteca “Vecchia Dogana”.
Gli introiti dell’associazione – aggravata dal numero degli associati superiore a dieci, dall’essere armata, dall’accertata presenza tra gli stessi di assuntori di sostanze stupefacenti, dall’aver consegnato stupefacenti a persone minori o avvalendosi di minori – ammonterebbero a circa tremila euro al giorno e i suoi partecipi riceverebbero uno stipendio di circa 600 euro a settimana, con dei “premi” in caso di consegne di stupefacente o altri servigi prestati a favore della consorteria criminale.
L’organizzazione, che poteva contare sull’esistenza di una cassa comune, avrebbe garantito anche l’assistenza agli associati in caso di arresto come accaduto nel caso di una donna, arrestata nel corso delle indagini per aver detenuto 465 grammi di cocaina, alla quale sarebbero state rimborsate le spese legali e sarebbe stato pagato il biglietto aereo per raggiungere un’altra regione dove era stata poi sottoposta alla misura degli arresti domiciliari.
Nel corso dell’attività – riscontrata con due arresti e un deferimento in stato di libertà per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, otto arresti per detenzione illegale di armi, anche clandestine, e due deferimenti in stato di libertà per detenzione abusiva di munizioni – sono stati sequestrati 500 grammi tra cocaina, hashish e marijuana, 3 pistole, 1 fucile a canne mozze, e settanta munizioni di diverso calibro.








