Riposto, prende il via il progetto degli educatori sportivi e della Russo Calcio per una nuova cultura dello sport -
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Riposto, prende il via il progetto degli educatori sportivi e della Russo Calcio per una nuova cultura dello sport

Riposto, prende il via il progetto degli educatori sportivi e della Russo Calcio per una nuova cultura dello sport

È stato presentato ufficialmente, nel Salone municipale di Riposto, il progetto educativo promosso da Anes, Associazione Nazionale Educatori Sportivi, in collaborazione con la società Russo Calcio. Un’iniziativa nata con l’obiettivo di rilanciare il valore formativo dello sport, affrontando in modo costruttivo le criticità emerse negli ultimi mesi all’interno del contesto sportivo locale. Ad aprire l’incontro il saluto istituzionale del sindaco Davide Vasta, che ha evidenziato l’importanza di restituire allo sport il suo ruolo educativo: “La prevenzione è la vera sfida, e in questo lo sport ha un potenziale enorme. La Russo Calcio all’indomani dell’episodio increscioso si è subito mobilitata per avviare un percorso di educazione, in collaborazione con lo psicoterapeuta Walter Siragusa. Come amministrazione non possiamo che sostenerli con l’obiettivo di formare i nostri giovani all’insegna delle regole e del rispetto”. A seguire, l’intervento dell’assessore allo Sport Carmelo D’Urso, che ha sottolineato come la sinergia tra istituzioni e realtà sportive possa generare percorsi di crescita concreti: “Crediamo in un modello sportivo dove non conta solo il risultato, ma soprattutto la capacità di educare. Questo progetto ve nella giusta direzione. È importante che i ragazzi ma anche i genitori partecipino attivamente”.

Il presidente della società Russo Calcio, Pietro Romano, ha sottolineato la necessità di aiutare i ragazzi che hanno sbagliato a capire i propri errori per non commetterli più in futuro. “Non possiamo limitarci a punire i ragazzi quando sbagliano, come purtroppo è accaduto – spiega – Serve molto di più: serve accompagnarli in un percorso di crescita, di consapevolezza, di riscatto. La punizione fine a sé stessa non educa, mentre il dialogo, l’ascolto e l’esempio possono fare la differenza. Noi, come società sportiva, crediamo profondamente nella funzione rieducativa dello sport, ma troppo spesso ci troviamo soli: le istituzioni parlano di prevenzione ma poi non contemplano strumenti concreti per aiutare davvero questi ragazzi a redimersi e a diventare cittadini migliori. È da qui – conclude Pietro Romano – che dobbiamo ripartire”.

Il focus della serata è stato l’intervento del dott. Walter Siragusa, psicoterapeuta e presidente Anes, che ha illustrato gli obiettivi e i contenuti del progetto: dalla formazione degli educatori sportivi alla gestione emotiva e relazionale dei ragazzi, fino alla costruzione di un ambiente sportivo capace di prevenire le derive violente. “Il campo non è solo un luogo dove si gioca – ha affermato – ma uno spazio educativo dove si formano personalità, valori e relazioni. È lì che i ragazzi imparano la disciplina, il rispetto delle regole, la gestione delle emozioni e il lavoro di squadra. Per questo motivo, è fondamentale che gli adulti, allenatori, dirigenti, genitori, tornino ad essere punti di riferimento credibili, capaci di trasmettere coerenza, equilibrio e senso di responsabilità. Solo così lo sport potrà davvero essere una scuola di vita e non un’arena in cui si replica ciò che di peggio vediamo nella società”.

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