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Giarre, il Centro comunale rifiuti nella zona artigianale?

Giarre, il Centro comunale rifiuti nella zona artigianale?

Ogni sabato il punto ecologico di Trepunti a Giarre è affollato di persone che vi portano mobili, sfalci di potatura, elettrodomestici, piccoli scarti edili e quant’altro.

Sono pochi i materiali che non si possono conferire e, di certo, l’operatività di questo punto ecologico evita ulteriori discariche di rifiuti per strada.

Ma non si tratta di un centro comunale di raccolta rifiuti vero e proprio, come previsto dall’art. 183 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (Area presidiata ed allestita, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, per l’attività di raccolta mediante raggruppamento differenziato dei rifiuti urbani per frazioni omogenee conferiti dai detentori per il trasporto agli impianti di recupero e trattamento).

Il punto ecologico di Vico Platano è solo uno spiazzo utilizzato come punto raccolta rifiuti non conferibili nella raccolta porta a porta dove, concluso l’orario di apertura, vengono portati via tutti i cassoni con i materiali raccolti. Per realizzare un’isola ecologica come previsto per legge a Giarre pare via sia una sorta di incantesimo che a ogni sindacatura fa uscire un nuovo impedimento.

Tre sindacatura fa il Comune di Giarre perse un importante finanziamento per realizzare l’isola ecologica. Più di recente, per realizzare un Ccr a Giarre non dovrebbero essere necessari ulteriori finanziamenti pubblici in quanto il costo dovrebbe essere incluso nella tassa che i cittadini pagano e dovrebbe essere la ditta che gestisce il servizio a realizzarlo. Tuttavia, come si ricorderà, c’è stato un avvicendamento di ditte durante l’attuale appalto.

La revoca delle deleghe e la conseguente paralisi politica impedisce di approfondire l’argomento. Di certo c’è una novità: l’incarico dato ad un professionista per l’adeguamento alle norme di prevenzione incendi di locali da destinare a Centro comunale di raccolta all’interno della zona artigianale in via Vincenzo Pagano, pubblicato all’albo pretorio.

Ma chi si ricorda che se ne sia parlato in Consiglio comunale? Ai sensi dell’art.42 del Tuel l’individuazione di un Ccr non dovrebbe passare dal Civico consesso? C’è tanto spazio dentro la zona artigianale, ma il sito individuato è idoneo? Potrebbe interferire con le attività presenti o snaturare la destinazione per cui è stata concepita la zona artigianale?

Domande che attendono una risposta da un’amministrazione comunale nel pieno delle sue funzioni che deve argomentare le proprie scelte e, prima ancora, renderle palesi.

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