30 anni di carcere per Benito La Motta nell’ambito del processo sulla barbara uccisione del pizzaiolo giarrese Dario Chiappone, colpito a morte da una serie di coltellate la sera del 31 ottobre 2016, in via Salvemini a Riposto.
Questa mattina la Corte d’Assise d’Appello di Catania ha confermato la richiesta a 30 anni di carcere avanzata dal Pg Angelo Busacca. Confermata dunque la tesi secondo cui La Motta (già condannato a 30 anni anche in primo grado) avrebbe pianificato l’efferato omicidio, su mandato Paolo Censabella, commerciante ripostese, per motivi passionali.
L’OMICIDIO CHIAPPONE
La ricostruzione si è basata anche sulle dichiarazioni raccolte della donna che si trovava in auto con la vittima, si tratterebbe di un caso di rapina finita in tragedia. La coppia, infatti, sarebbe stata sorpresa da ben due malviventi, uno armato anche di pistola, che avrebbero intimato loro di consegnare denaro e oggetti di valore. Questa richiesta avrebbe generato una reazione da parte di Dario Chiappone e da qui ne sarebbe nata una colluttazione sfociata nel fatale accoltellamento del 27enne giarrese. I due, poi, sarebbero fuggiti precipitosamente. Questa, nell’immediatezza dei fatti, la versione fornita dalla donna, in evidente stato di choc, che è poi stata accompagnata presso l’Ospedale di Acireale perché vittima di un malore.
I legali difensori di La Motta, l’avv.Enzo Iofrida e Cristoforo Alessi, si riservano di “leggere le motivazioni – che verranno depositate entro 60 giorni – per decidere se proporre ricorso in Cassazione”. (avvocati Sario Grasso e Angela Chiarenza parti civili per i familiari)