Accogliendo la richiesta della Procura, Il gup Luigi Barone ha rinviato a giudizio Leonardo Fresta, il panificatore di Macchia di 41 anni accusato di avere ucciso, la scorsa estate, la convivente Debora Pagano, 32 anni, a Macchia nella loro abitazione di via Principessa Mafalda.
La donna fu trovata esanime sul pavimento di un piccolo bagno, in un basso in ristrutturazione. Secondo l’accusa Fresta segnalò la morte della donna dopo un giorno e mezzo dal decesso, fornendo una versione inverosimile, piena di contraddizioni; insomma un quadro poco chiaro e con dinamiche incoerenti.
Fresta, difeso dall’avvocato Salvatore La Rosa, si è sempre dichiarato innocente. Al momento non è stata ancora fissata la data della prima udienza del processo, che si terrà davanti la Corte d’assise.
Secondo la Procura “il quadro indiziario raccolto – spiegò la Procura nel motivare il suo fermo eseguito dai carabinieri e poi convalidato del gip – ha permesso di collocare la morte della donna nella serata di venerdì 8 luglio del 2022 e di riscontrare una sequela di anomalie comportamentali da parte del fermato che, assieme a quanto risulta dai primi accertamenti del medico legale e dalla sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri hanno indotto la Procura all’emissione del fermo”.