Riposto, il porto pattumiera e la potenziale discarica nel primo bacino. Chi deve intervenire ? E quando? -
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Riposto, il porto pattumiera e la potenziale discarica nel primo bacino. Chi deve intervenire ? E quando?

Riposto, il porto pattumiera e la potenziale discarica nel primo bacino. Chi deve intervenire ? E quando?

Il porto commerciale di Riposto e quello del primo bacino rappresentano la principale fonte di scambi commerciali e crocevia di comunicazioni a Riposto. La globalizzazione dei mercati e l’incremento degli scambi commerciali a scala mondiale trovano nel trasporto marittimo e nei grandi porti il loro spazio funzionale e simbolico.

Oggi le aree portuali si sono definitivamente separate dai centri urbani, acquisendo un’autonomia che non troviamo nelle città del passato. Per questo è più appropriato parlare di ‘porti delle città’ piuttosto che di ‘città-porto’. La città e il porto assumono identità distinte, opposte, con relazioni dinamiche, complesse, ma, nello stesso tempo, nella loro molteplicità, settoriali e parcellizzate. Gli investimenti sul porto commerciale sono stati molteplici e negli ultimi anni c’è stata una crescita esponenziale di ormeggi di super yacht di lusso, tuttavia, sul piano dell’accoglienza e dei servizi il braccio portuale presenta non poche carenze.

A cominciare dal decoro. Rifiuti lasciati a vista, giardini di rovi e sterpaglie che adornano il lungoporto, mortificando le aspettative di una città con forti vocazioni turistiche.

Le competenze sul porto sono del Demanio marittimo e la Guardia Costiera avrebbe il compito di vigilare e fare rispettare le regole elementari di decoro e benchè l’intera area portuale è dotata di impianti di video sorveglianza collegati con la centrale operativa della Guardia costiera, lungo il molo si segnalano episodi di inciviltà sfrenata: in assenza di servizi igienici, accade che i muri vengano trasformati in vespasiani fai da te.

Ma la vera indecenza sono i rifiuti e ad oggi sul tema pochi fatti concreti al netto di qualche riunione. Alla fine conta il risultato: degrado sulla banchina e rifiuti in bella “vetrina”, uno stucchevole panorama offerto a chi ormeggia, portando via un ricordo di squallore e stato di abbandono. Ma al porto commerciale di Riposto accade dell’altro, nell’assoluta anarchia.

Nelle prime ore del mattino mezzi – evidentemente autorizzati che superano la transenne automatizzate – scorrazzano indisturbati lungo il molo a folle velocità, mettendo in pericolo la sicurezza dei pescatori e di chi frequenta il porto. Lo sanno bene anche i tanti runner che la mattina presto, tra le 6 e le 8.30, mettono a repentaglio la propria sicurezza correndo il pericolo di essere falciati da auto e furgoni che percorrono il braccio portuale a velocità sostenuta.

Eppure le telecamere ci sono ma nessuno interviene. E poi, c’è il primo bacino portuale sulla cui piena fruizione si gioca il futuro turistico commerciale della città marinara dove proprio oggi sono iniziati i lavori per la rimozione dei pontili galleggianti. Orbene, che fine faranno queste infrastrutture inservibili? Saranno lasciate come “souvenir” all’interno dell’area portuale? La Guardia costiera si è informata su questa eventualità?

C’è qualcosa di scritto. Un impregno formale dell’impresa e della stessa Regione che sta finanziando gli interventi? O il bacino si trasformerà in una mortificante discarica di vecchi pontili? Vedremo.

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